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Coronavirus: Pitti Uomo e sfilate di Milano, ripartire o rimandare?

Il dilemma sugli appuntamenti di giugno scuote il mondo del fashion: in ballo milioni di lavoratori e la difesa del made in Italy

Sito ufficiale

Interrotto, tutto interrotto. Aziende chiuse, produzioni ferme, shooting e campagne per il prossimo inverno rinviati. In questo tempo sospeso per il lockdown anche la moda è entrata nel suo limbo. Sbaglia chi pensa si tratti di un mondo di vacuità e frivolezza perché il settore riveste un’importanza fondamentale per la nostra economia. Rappresenta la seconda voce del Paese, conta milioni di lavoratori e implica anche questioni delicate come la difesa e la promozione del made in Italy. Quali sono dunque gli scenari del futuro prossimo?

Uno scatto da Pitti Uomo 97 – Credit: Enrico Labriola
 

GLI SCENARI FUTURI - Guardiamo a due rassegne che tutto il mondo segue (e ci invidia): Pitti Uomo e le sfilate della moda maschile di Milano del prossimo giugno. Da Firenze hanno fatto sapere che le date sono confermate (dal 16 al 19). Le adesioni, aperte fino al 3 aprile. Come si potrebbe, invece, ovviare a un drastico calo delle presenze di visitatori? Tramite le piattaforme online. Un po’ come hanno anticipato le sfilate della moda donna di Milano lo scorso febbraio: gli stilisti cinesi, praticamente i soli al tempo alle prese con l’epidemia di coronavirus, hanno potuto presenziare e presentare le loro collezioni in maniera virtuale, grazie alla Rete e a un progetto sperimentale di Fashion week tutta digitale

Ufficio stampa

La sfilata a porte chiuse di Giorgio Armani lo scorso febbraio a Milano (con omaggio finale alla Cina)


LE IPOTESI AL VAGLIO - Si potrebbe perciò pensare di replicare con un calendario di presentazioni tutte e rigorosamente online o a flussi fortemente ridotti anche per la moda uomo di giugno, quando si teme che, dopo l’Italia, altri Paesi potrebbero essere alle prese con la ‘fase calda’ legata alla gestione dell’emergenza Covid-19. Tra le varie ipotesi al vaglio degli esperti del settore c’è anche quella di far slittare le collezioni menswear a settembre, con quelle femminili. Tuttavia, al momento si può continuare a vedere il bicchiere mezzo pieno e sperare nella riapertura delle aziende entro la fine di aprile.  Sarebbe una corsa contro il tempo, certo, ma ancora fattibile.  

Afp

Tutt’altra atmosfera durante le ultime sfilate della moda donna a Parigi, all’inizio di marzo: il finale da Stella McCartney

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