L'energia del vento

"L'Italia del futuro ha più bisogno dell'eolico"

Il presidente dell'Anev, intervistato da Tgcom24, lamenta l'assenza di un quadro normativo efficace. Sarebbero troppi i legacci burocratici che limitano l'espansione del settore

26 Lug 2012 - 15:34
 ©  Afp

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La produzione elettrica grazie al'energia del vento è ormai una realtà in Italia da quindici anni. L'associazione che rappresenta il settore dell'eolico a livello nazionale è l'Anev. Tgcom 24 ha parlato con il presidente dell'associazione Simone Togni per scoprire qual è la direzione futura del settore.

Come va l'eolico in Italia?
"In questi 15 anni c'è stato un trend di crescita costante ma nell'ultimo anno si è verificata per la prima volta una flessione. Nel 2011 c'è stato un calo del 25 per cento mentre per il 2012 il calo previsto è superiore al 30 per cento. La causa va ricercata nell'assenza di un quadro normativo: in sostanza, è mancata la norma che descriveva le modalità per avere un incentivo. Il decreto di luglio ha introdotto una maggiore burocrazia con meccanismi di aste complessi e l'aggiunta di ulteriori registri. Inoltre, gli incentivi sono diminuiti in maniera penalizzante di oltre il trenta per cento: si è passati da 158 euro per Megawattora agli attuali 122 euro".

Ci sono regioni italiane in cui questa forma di energia alternativa ha incontrato degli ostacoli?
"La Basilicata e la Campania avevano fatto dei provvedimenti che miravano a danneggiare la diffusione dell'eolico. Ma sono stati impugnati dal governo per illegittimità costituzionale".

Che diffusione ha il microeolico?
"Si tratta di una realtà ancora marginale seppure in crescita. Manca lo sviluppo di una tecnologia adeguata".

Un impianto più grande è più verde?
"Ci sono diversi aspetti da valutare. Ha un'economia di scala migliore: rispetto al materiale utilizzato produce più energia. Però, ha un maggiore impatto visivo, anche se si tratta di una conseguenza reversibile: quando un impianto viene dismesso, tutto viene rimosso".

Quali sono le argomentazioni dei detrattori dell'eolico?
"Molti lamentano un impatto ambientale visivo. Per cercare di minimizzarlo abbiamo sottoscritto un protocollo con le associazioni ambientaliste, ci siamo accordati per utilizzare vernici che riducono la visibilità e per un posizionamento delle pale che eviti l'effetto selva. Inoltre, gli impianti non vengono realizzati in aree riconosciute di particolare pregio dal punto di vista paesaggistico.
Altri lamentano la morte degli uccelli di passaggio. Si tratta di un problema reale, qualsiasi infrastruttura umana porta con sé i rischi di morte per l'avifauna, soprattutto le autostrade ma anche i cavi dell'alta tensione e le torri delle centrali termoelettriche.
La nostra associazione si è attivata con un protocollo che vieta l'installazione di impianti eolici lungo i tradizionali corridoi migratori o dove sono presenti specie a rischio di estinzione.
Queste sono le argomentazioni reali, una calunnia è quella relativa all'inquinamento acustico. Se era vero vent'anni fa, adesso, grazie all'innovazione tecnologica, il rumore prodotto è inferiore ai 20 decibel a cento metri di distanza".

Qual è l'impatto ambientale della costruzione di un impianto eolico?
"Ne costituisce l'aspetto più rilevante, può essere riconducibile al trasporto, alla costruzione e alla manutenzione dell'impianto. Sebbene l'impatto di un cantiere per l'eolico sia minore rispetto a quello necessario per l'innalzamento di qualsiasi altro impianto per la produzione dell'energia elettrica, abbiamo cercato di individuare dei criteri di mitigazione con l'aiuto delle associazioni ambientaliste. Per esempio, è stato stabilito che non devono essere costruite altre strade, che si devono realizzare delle barriere per tutelare flora e fauna e che il terriccio di scavo deve essere ridistribuito nel territorio".

Ci sono nuove tecnologie che permettono di massimizzare l'efficacia dell'eolico?
"Ci sono studi per migliorare l'aerodinamica. In particolare, ciò che potrà fare la differenza nel futuro sarà l'utilizzo di nuovi materiali e un design più legato alle esigenze specifiche del luogo in cui l'impianto verrà posizionato".

Cosa pensa dell’idea di utilizzare aquiloni per catturare l’energia del vento?
"Credo che sia una bella idea molto lontana dall'essere applicata".

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