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Digitale, 5G e fibra ottica: a che punto siamo in Italia e in Ue? | Guarda la quinta puntata di "Giovane Europa in Emergenza"

La rubrica di Tgcom24 è andata in onda giovedì 24 settembre ed è realizzata in collaborazione con il Parlamento europeo

La quinta puntata di "Giovane Europa in Emergenza", la rubrica di Tgcom24 realizzata in collaborazione con il Parlamento europeo, è dedicata al digitale e alle nuove frontiere del mondo delle telecomunicazioni. L'emergenza sanitaria ha ampiamente dimostrato che per continuare a lavorare, imparare e comunicare abbiamo bisogno di essere sempre connessi e per farlo serve un Paese tecnologico. A che punto siamo in Italia e in Ue con digitale, 5G e fibra ottica? Ne abbiamo parlato con due ospiti: Paolo Borchia, europarlamentare della Lega, e Patrizia Toia, europarlamentare del Partito democratico.

Il 5G - Il 5G, attualmente in fase di sperimentazione in alcune città, è la tecnologia di rete mobile che si prepara a superare l'attuale 4G. Una quinta generazione in grado di connettere ad altissima velocità milioni di smartphone e tablet per chilometro quadrato e che sarà utilizzato da tutti gli oggetti intorno a noi. Il 5G rappresenta un passo concreto verso la leadership tecnologica europea. Un quinto del Recovery Fund è, non a caso, destinato a progetti digitali. 

 

A proposito di questo, quanto è importante per l'Unione europea avere un'autonomia digitale nei confronti di Cina e Stati Uniti? "Il tema della sovranità tecnologica europea è importantissimo - sottolinea Borchia -. Ed è anche un'esigenza ormai non più rimandabile".

 

Eppure in Europa siamo in ritardo per quanto riguarda l'avvento della tecnologia 5G. "Questi ritardi sono legati a diversi fattori. Innanzitutto, tanti amministratori locali si sono dimostrati perplessi nel proseguire la sperimentazione per timori legati all'aspetto sanitario, alle conseguenze sulla salute. Inoltre, dipendiamo da tecnologie che arrivano dagli Stati Uniti piuttosto che dalla Cina", spiega Borchia.

 

Rete unica di telecomunicazioni in fibra ottica in Italia - Tim e Cassa depositi e prestiti si sono impegnati entro la fine del 2021 a creare una società per portare la banda ultra larga in tutta l'Italia, comprese le aree più marginali. L'obiettivo è colmare il digital divide, portando una connessione Internet veloce anche nelle zone a fallimento di mercato. La strategia per correggere le disuguaglianze in questo senso è parte del piano lanciato nel 2015 dal governo italiano e conforme agli obiettivi dell'agenda digitale europea. "Riuscire a ridurre le diseguaglianze sarebbe un aspetto positivo sia dal punto di vista economico che sociale", conclude borchia.

 

Su quali incentivi europei può contare l'Italia per non essere fanalino di coda in campo digitale? "Possiamo fare molto e stiamo cercando di farlo - spiega Toia -. Nel nostro Paese l'accesso alla banda larga è molto segmentato. E' una cartina a macchia di leopardo. In alcune aree - appunto quelle a fallimento di mercato - non è conveniente per l'operatore, in altre ci sono ritardi nella diffusione. La prima cosa da fare è un'infrastrutturazione, Il piano del governo mira proprio a questo. A livello europeo, i fondi ci sono. Quelli del Recovery, che vede il capitolo digitalizzazione in tutti i settori, e quelli del programma Digital Europe". 

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