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Vertice di maggioranza, trovato accordo su pos e carcere per evasori | Ue pronta a chiedere "informazioni" sulla Manovra italiana

Lungo summit a Palazzo Chigi per trovare la quadra sui nodi ancora da sciogliere della legge di Bilancio

Al termine di un lungo vertice di maggioranza sui nodi da sciogliere della Manovra, le delegazioni di M5s, Pd, Iv e LeU hanno trovato un accordo.

L'intesa prevede lo slittamento delle multe per il mancato uso del pos a luglio 2020 e l'inserimento nel dl fiscale delle norme che prevedono il carcere per i grandi evasori. La Commissione Ue invierà una lettera all'Italia per chiedere informazioni sulla Manovra., il governo risonderà entro mercoledì.

La serie di incontri che ha contrassegnato la giornata sono stati il tentativo del premier di superare le tensioni nel suo governo e sbloccare il percorso della legge di bilancio e del decreto fiscale: Conte e il ministro dell'Economia Roberto Gualtieri si sono seduti a un tavolo con i rappresentanti di M5s, Pd, Iv e Leu. 

 

L' intesa su pos ed evasori - L'idea con cui si è aperto il vertice serale a Palazzo Chigi è stata quella di siglare un accordo che garantisse l'impianto della Manovra, così come presentato all'Ue, ma aprisse ad alcune modifiche al testo da introdurre con emendamenti in Parlamento. La quadra nel vertice di maggioranza è infine stata trovata con lo slittamento a luglio 2020 dei nuovi tetti per l'uso dei contanti e delle multe per chi rifiuta l'uso del pos, nell'attesa di un accordo sull'abbassamento dei costi delle commissioni delle carte di credito.

 

Per quanto riguarda invece la stretta sul carcere per gli evasori gli esponenti della maggioranza si sarebbero trovati d'accordo nell'inserire le norme nel decreto fiscale, norme che entrerebbero in vigore però alla data di conversione del decreto. Oltre all'inasprimento delle norme penali, nel dl fiscale entrerà anche la confisca per sproporzione.

 

Si tratta ancora su flat tax e regime forfettario - Per quanto riguarda la stretta sulla flat tax per le partite Iva, in arrivo con la Manovra. si andrebbe verso un allentamento. In particolare la maggioranza avrebbe trovato l'intesa per mantenere, per chi ha redditi entro i 65mila euro, il regime pienamente forfettario, senza introdurre il calcolo analitico del reddito. Ma resterebbe ancora da sciogliere il nodo degli altri paletti per l'accesso al regime, a partire dal tetto alle spese per gli investimenti. Sul regime forfettario per i professionisti siamo al lavoro. Sarà oggetto della discussione nei prossimi giorni", ha fatto sapere infatti con un post su Facebook Luigi Di Maio.

 

Cashback, superbonus da luglio 2020 - Il superbonus "della Befana" arriverà a gennaio 2021 e premierà le spese effettuate con carte e bancomat a partire da luglio 2020. E' questo, secondo quanto spiegano fonti di Palazzo Chigi, lo schema allo studio per introdurre il meccanismo di cashback per chi fa acquisti tracciabili in settori ad alto rischio evasione. Le risorse a disposizione restano 3 miliardi, che si tradurrebbero in un bonus tra i 300 e i 500 euro che dipenderà anche dalla platea: l'ipotesi è che l'uso raddoppi, passando dagli attuali 6-7 milioni di utenti a 15 milioni.

 

Il superbonus prevede un ritorno del 19% sulle spese effettuate con carte e bancomat in alcuni settori specifici, dalla bellezza ai motori. Nell'elenco, ancora in via di definizione, entrerebbero quindi parrucchieri ed estetista, ma anche officine ed elettrauto, oltre a elettricisti e idraulici e ai ristoranti. Ma l'obiettivo, spiegano fonti di Palazzo Chigi, sarebbe quello di stilare una lista più ampia possibile, che includa, ad esempio, anche medici e dentisti. 

 

La lettera di Bruxelles - La giornata era partita in salita, con la conferma di una richiesta di informazioni aggiuntive in arrivo da Bruxelles: dal ministero dell'Economia hanno fatto sapere che risponderanno entro mercoledì e che la lettera della Commissione Ue non impensierisce perché non mette in discussione l'impianto della Manovra.

 

Lo scontro e la tregua tra Conte e Di Maio - Sotto la lente europea c'è soprattutto il debito ma a differenza di un anno fa, il fronte più caldo è quello interno. Dominato dallo scontro andato in scena tra Conte e Luigi Di Maio. E infatti, prima di sedersi al tavolo di maggioranza sulla Manovra, il premier ha incontrato a tu per tu il capo pentastellato. I due dovevano chiarirsi, dopo le dichiarazioni a mezzo stampa e gli avvertimenti M5s. Per il premier era un problema innanzitutto di metodo: aver messo in discussione la Manovra dopo due vertici di maggioranza e un'intesa in Consiglio dei ministri.

 

I "bilaterali" - Alla fine è stata siglata, raccontano, una tregua armata. E Conte ha aperto il suo "round" di incontri con i partiti. Nel pomeriggio Di Maio è tornato a Palazzo Chigi con un nutrita delegazione composta dai ministri Federico D'Incà e Stefano Patuanelli, i sottosegretari Riccardo Fraccaro e Laura Castelli. I Cinque stelle hanno ribadito una ad una le richieste sbandierate nel weekend, da carcere e confisca per gli evasori, fino allo stop alle multe sui pos.

 

Non risultano invece contatti tra Conte e l'altro azionista di maggioranza critico, Matteo Renzi: i due non si sentirebbero ormai da settimane. Teresa Bellanova e Luigi Marattin si sono presentati in serata a Palazzo Chigi con un pacchetto di proposte rilanciate nel weekend dal palco della Leopolda.

 

E' soprattutto un problema di metodo, invece, quello che ha posto Leu: ai cittadini si sta mostrando una litigiosità inammissibile. Dario Franceschini ha provato a stemperare le tensioni invitando tutti ad avere "buonsenso ed equilibrio, senza risse". 

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