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Ue, nuovo Patto di Stabilità: piani nazionali di rientro del debito in 4 anni

La presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen: "Più responsabilità ai Paesi". Il meccanismo entrerebbe in vigore a partire dai bilanci del 2024

Ue, nuovo Patto di Stabilità: piani nazionali di rientro del debito in 4 anni - foto 1
Twitter/vonderleyen

Cambiamenti in arrivo per il Patto di Stabilità Ue: si propone di passare a un quadro di sorveglianza dell'Ue basato sul rischio trasparente che distingua i Paesi tenendo conto delle sfide del debito pubblico.

I piani strutturali di bilancio nazionali a medio termine sono la pietra angolare del quadro proposto dalla Commissione. Si ipotizza, tra le novità in arrivo, un percorso di aggiustamento di bilancio di riferimento, che copre un periodo di quattro anni.

Ursula von der Leyen: "Più responsabilità ai Paesi" - "Sostenibilità del debito e crescita vanno di pari passo. Il nostro nuovo Patto di stabilità e crescita si concentrerà su ciò che conta. Abbiamo bisogno di
un quadro comune semplice e trasparente e di una più forte titolarità degli Stati membri", scrive su Twitter la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen. "Questo Patto di stabilità e crescita intelligente produrrà risultati, grazie a maggiori responsabilità e meccanismi di applicazione più forti", evidenzia. 

 

 

Gentiloni: "Semplifichiamo le regole" - La revisione del Patto di Stabilità proposta "dovrebbe  semplificare le regole di bilancio e concentrarsi sui rischi fiscali". Lo sottolinea il commissario Ue all'Economia Paolo Gentiloni. "In definitiva, ciò che conta per la sostenibilità del debito è che gli Stati membri riducano debito pubblico in modo realistico, graduale e sostenuto. Questo è il motivo per cui la Commissione ritiene che dovremmo allontanarci dai requisiti irrealistici imposti dalla regola del ventesimo". 

 

Bilancio, per i Paese maggiore margine di manovra - I piani strutturali di bilancio nazionali a medio termine sono la pietra angolare del quadro proposto dalla Commissione. Integrerebbero gli obiettivi di bilancio, di riforma e di investimento, compresi quelli volti ad affrontare gli squilibri macroeconomici ove necessario, in un unico piano olistico a medio termine, creando cosi' un processo coerente e snello. Gli Stati membri avrebbero un maggiore margine di manovra per definire il loro percorso di aggiustamento di bilancio, rafforzando la titolarità nazionale delle loro traiettorie di bilancio.

 

Il meccanismo entrerebbe in vigore a partire dai bilanci del 2024 - Con un comunicato, l`esecutivo comunitario spiega che la proposta si basa su un meccanismo di vigilanza europea. Il meccanismo - che entrerebbe in vigore a partire dai bilanci del 2024 - si basa su un nuovo "indicatore singolo operativo, sulla spesa netta primaria, ossia la spesa che è sotto il controllo diretto del governo, che servirà come base per stabilire il percorso di aggiustamento dei conti pubblici e - dice Bruxelles - effettuare la vigilanza annuale, in questo modo semplificando in maniera rilevante il sistema". 

 

La nuova procedura proposta prevede che un percorso di riferimento per l`aggiustamento dei conti venga presentato dalla Commissione europea su un periodo di 4 anni per i singoli Paesi, sulla base delle sue analisi sulla sostenibilità. Punterà ad assicurare che gli indebitamenti vengano messi su una traiettoria discendente e che "i deficit restino credibilmente al di sotto della soglia del 3% del Pil fissata nel Trattato" di Maastricht. A quel punto i Paesi membri sottoporranno all'esecutivo comunitario dei piani di medio termine sui conti pubblici in cui potranno anche "proporre un periodo di aggiustamento più lungo, fino a tre anni in più, se il percorso sarà sostenuto da un insieme di riforme e investimenti che supportino la sostenibilità dei debiti, e rispondano agli obiettivi e alle priorità comuni europee".

 

La Commissione, a quel punto, valuterà i piani e fornirà un parere positivo se riscontrerà che il debito viene indirizzato su una traiettoria discendente "o se permane a livelli prudenti e se il deficit di bilancio resterà credibilmente al di sotto del 3% del Pil sul medio termine". Successivamente il Consiglio Ue
ratificherebbe i piani. Infine, la Commissione "monitorerà continuamente l`attuazione dei piani" mentre i Paesi membri saranno tenuti a riportare i progressi ottenuti ogni anno sulla loro attuazione, per
facilitare il monitoraggio e la trasparenza. 

 

Via la regola del "ventesimo l'anno" sulla parte eccedente Pil - Rispetto alla problematica regola del debito, via l'obbligo di ridurre ogni anno il debito per un ventesimo l'anno sulla parte eccedente il 60% del Pil, ritenuto non praticabile. Resta invece la procedura per deficit eccessivo, che continuerà ad essere applicata in caso di disavanzi sopra il 3% e verrà rafforzata in caso di deviazione del percorso concordato sulla riduzione del debito, per i Paesi con livelli sopra il 60% del Pil. 

 

Saranno rafforzati i controlli e le sanzioni - Infine la Commissione propone un generale rafforzamento dei meccanismi di controllo e sanzionatori, innanzitutto abbassando l`ammontare delle sanzioni, che secondo i propositi di Bruxelles le renderà "più efficaci". Sono previste anche "sanzioni reputazionali più forti". Mentre l`erogazione dei fondi strutturali e dei fondi sui piani di ripresa e resilienza verrà condizionata, e nel caso sospesa, se i paesi membri non assumeranno le iniziative necessarie per correggere i deficit eccessivi.
 

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