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Credit Suisse: 50 miliardi di prestito dalla Banca centrale svizzera | Il titolo guadagna fino al 40% in Borsa

L'istituto elvetico spiega di aver optato per un'azione "decisa per rafforzare preventivamente la liquidità"

Ammonta a 50 miliardi di franchi il prestito che Credit Suisse prenderà dalla Banca centrale svizzera.

E' lo stesso istituto elvetico a renderlo noto, spiegando di aver optato per un'azione "decisa per rafforzare preventivamente la liquidità con l'intenzione di esercitare l'opzione di prendere in prestito fino a 50 miliardi di franchi svizzeri", circa 54 miliardi di dollari "dalla banca centrale svizzera". Alla Borsa di Zurigo il titolo è in ripresa e arriva a guadagnare fino al 40%.

 

"Questa ulteriore liquidità sosterrà le attività core e i clienti di Credit Suisse mentre Credit Suisse prende le misure necessarie per creare una banca più semplice e concentrata sulle necessità dei suoi clienti", afferma Credit Suisse che oltre al rafforzamento della liquidità si offre per riacquistare debito per circa 3 miliardi di franchi.

 

Cosa succede a Credit Suisse e perché potrebbe aver bisogno di un aumento di capitale

 Credit Suisse ha affermato di aver identificato "carenze sostanziali" nei controlli interni sulla rendicontazione finanziaria. Nella sua relazione annuale, la banca svizzera in grave difficoltà ha affermato che "il management non ha progettato e mantenuto un processo di valutazione del rischio efficace per identificare e analizzare il rischio di errori significativi nei propri rendiconti finanziari". La banca ha affermato che i suoi risultati per il 2022, quando ha riportato la sua più grande perdita annuale dalla crisi finanziaria, non sono stati influenzati. Il Credit Suisse è stato costretto a rinviare la pubblicazione della relazione annuale della scorsa settimana dopo aver ricevuto una telefonata dell'ultimo minuto dalla Securities and Exchange Commission Usa relativa ai rendiconti finanziari risalenti a tre anni fa, che ha descritto come "tecnica".

 

La banca è passata da una crisi all'altra negli ultimi anni, con conseguenti pesanti perdite. Le carenze nei controlli interni della banca sono stati individuati per la prima volta dal suo revisore, PwC, secondo una persona a conoscenza della questione. In una dichiarazione separata, PwC ha affermato che "la direzione non ha progettato e mantenuto controlli efficaci sulla completezza, la classificazione e la presentazione degli elementi non monetari nei rendiconti finanziari consolidati".

 

Usa, First Republic valuta le sue opzioni tra cui anche la vendita

 Sul fronte Usa, dopo il declassamento di S&P e Fitch, e in scia alle tensioni sul mercato bancario causate da Credi Suisse, First Republic sta valutando le sue opzioni strategiche, incluse la vendita. Lo riporta l'agenzia Bloomberg citando alcune fonti, secondo le quale un'altra alternativa potrebbe essere un rafforzamento della sua liquidità. First Republic potrebbe attirare l'interesse di molte rivali più grandi. La banca ha chiuso a Wall Street in calo del 21%, arrivando a valere solo 5,8 miliardi di dollari.

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