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Sanità e Superbonus, slitta la Manovra: il governo prende tempo per le modifiche

Dopo la protesta di medici e infermieri si pensa a non penalizzare le pensioni di vecchiaia per la categoria. Le opposizioni: "Così si continueranno a colpire tutti gli altri dipendenti pubblici"

07 Dic 2023 - 11:47
 © getty

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Per chiudere la Manovra economica c'è da risolvere il nodo sanità e resta la bufera sul Superbonus: i tempi della legge di bilancio quindi si allungano, con l'arrivo del testo in Senato che slitta al 18 dicembre e si concretizza il rischio di un via libera definitivo in Parlamento solo dopo Natale. Sul capitolo salute, dopo lo sciopero della categoria, il governo prova a risolvere il contestato tema del taglio agli assegni di medici e statali previsto con zero penalizzazioni alle pensioni di vecchiaia e un ulteriore meccanismo di tutela nel comparto. Ma per ora si tratta solo di ipotesi. 

© Tgcom24

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Manovra governo, Superbonus e proposta commissione d'inchiesta

 Anche sul Superbonus la maggioranza si divide sulla proposta di una commissione d'inchiesta e così i lavori avanzano a rilento, mentre il Senato prova faticosamente a chiudere sul decreto Anticipi. Dopo l'ok della commissione Bilancio il testo arriva all'esame dell'assemblea, ma non si va oltre la discussione generale: mancano i pareri del governo e i lavori sono stati più volte sospesi. Spunta anche, e fa subito discutere, un emendamento del senatore azzurro Claudio Lotito, che chiede una proroga dei termini già scaduti delle prime due rate della Rottamazione quater. "E' l'ennesimo condono - attaccano Pd e M5s chiedendone il ritiro -. E' solo una spiegazione tecnico-contabile", replica alle accuse il relatore azzurro Dario Damiani. 

Dalle pensioni alla polizia, gli emendamenti in arrivo

 Ma a preoccupare le opposizioni è anche il modo in cui governo e maggioranza si stanno muovendo sulla Manovra. Il governo annuncia che interverrà con suoi emendamenti su quattro temi: la revisione del calcolo delle pensioni, in particolare del personale sanitario; la copertura dell'accordo sindacale con le forze armate di polizia in tema di rinnovo dei contratti; gli enti territoriali, con un fondo aggiuntivo per le regioni speciali che hanno avuto una penalizzazione con la delega fiscale (rinnovo delle trattenute Irpef) e un fondo per ristorare le Regioni ordinarie per l'aumento dei costi dell'energia; gli investimenti, con una diversa strutturazione dei costi per il Ponte sullo Stretto a carico dello Stato e della Regione. Il più atteso è l'intervento sui tagli alle pensioni di medici, maestre, impiegati comunali e ufficiali giudiziari, e contro cui pochi giorni fa hanno scioperato i camici bianchi. 

Pensioni e dipendenti pubblici, preoccupate le opposizioni

 L'annuncio della modifica delle pensioni, attaccano al riguardo le opposizioni, è limitato solo a medici e infermieri. Così "continueranno a penalizzare gli insegnanti e tutti gli altri dipendenti pubblici", denuncia il capogruppo Pd in Senato Francesco Boccia. Nessun dietrofront rispetto agli annunci degli ultimi giorni chiarisce però poco dopo il ministro dei Rapporti con il Parlamento Luca Ciriani. "Non ci saranno penalizzazioni per le pensioni di vecchiaia - spiega - e per la sanità sarà previsto anche un ulteriore meccanismo di tutela". 

Superbonus e l'ipotesi commissione d'inchiesta

 Gli emendamenti tuttavia sono ancora un annuncio: la maggioranza promette che arriveranno nelle prossime ore, così da consentire di avviare il dibattito in commissione da lunedì. Una lentezza nei tempi che, sostengono dall'opposizione, sorprende soprattutto se si considera che la Manovra è arrivata blindata, con la maggioranza vincolata a non presentare emendamenti e la volontà espressa a più riprese dal governo di dare un segnale di compattezza approvandola in tempi rapidi. Non trova un centrodestra unito intanto la proposta di FdI di chiedere una commissione d'inchiesta sul Superbonus, che viene accolta con freddezza dagli alleati. "C'è già abbastanza da fare", dice dalla Lega Gian Marco Centinaio. "Di commissioni d'inchiesta ce ne sono già troppe", aggiunge il capogruppo di FI Maurizio Gasparri, che suggerisce altre vie. Mentre per arginare un problema concreto che rischia di prendere forma da gennaio, quando i condomini non potranno più finire i lavori iniziati con il 110%, spunta sempre da FI la proposta di un emendamento anti-contenziosi. 

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