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Pil, ministro Franco: non escludiamo una crescita a fine anno sopra il +5,8%

"E' importante che la crescita sia rapida", ma "la sfida più importante è crescere in modo strutturalmente più elevato che in passato"

In Italia è in atto una ripresa intensa, abbiamo dati molto incoraggianti circa il Pil nazionale. "Per fine anno si prevede un +5,8%, e non possiamo escludere che a fine anno sia superiore". Lo ha detto il ministro dell'Economia, Daniele Franco, al Forum Ambrosetti a Cernobbio. Franco ha aggiunto: "La sfida importante è crescere in modo strutturalmente più elevato del passato. Attuare il Pnrr non sarà facilissimo, servirà l'apporto di tutti".

"E' importante - ha aggiunto - che la crescita sia rapida", ma "la sfida più importante è crescere in modo strutturalmente più elevato che in passato". ha sottolineato il ministro dell'Economia. "L'intervento sul cuneo e sull'Irpef credo che saranno centrali nella riforma fiscale", ha aggiunto, spiegando che il carico fiscale deve essere "quanto più possibile favorevole ai fattori della produzione, in particolare al lavoro".

 

A fine anno debito e deficit meglio di stime Def - "I segnali che abbiamo quest'anno sono incoraggianti, chiuderemo con un deficit e un debito un po' migliori di quanto indicato nel Def", ha detto ancora Daniele Franco al Workshop Ambrosetti di Cernobbio, rimarcando che il debito "l'anno prossimo scendera' ulteriormente e verso la fine del decennio convergerà verso i livelli pre-pandemici".

 

I big della politica a Cernobbio per il Workshop Ambrosetti

 

Giorgetti: serve rivoluzione culturale, cambiare sistema sussidi - E' necessario in Italia non solo tornare a puntare sulla crescita ma anche una "rivoluzione culturale", mettendo al centro "coloro che permettono la crescita, e quindi le imprese, gli imprenditori, che hanno il coraggio di investire". E serve anche un "cambiamento culturale degli imprenditori" stessi. Lo ha detto il ministro per lo Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti. "Dobbiamo ricostruire un sistema di incentivi e di sussidi", ha aggiunto. "Ci vuole una cultura di imprenditori e non di
prenditori". 

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