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Paura per l'inflazione, crollano le Borse europee: Milano chiude a -1,58%, Francoforte la peggiore a -1,77%

Pesa anche il crollo del bitcoin, dopo che la Banca centrale cinese ha ribadito che non possono essere utilizzati come forma di pagamento

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I timori di una ripresa dell'inflazione mettono al tappeto le Borse europee con Milano che, dopo aver toccato un minimo di -2,31% ha chiuso in calo dell'1,58%. A pesare sui listini, con Francoforte la peggiore (Dax -1,77%), c'è anche il crollo del bitcoin, dopo che la Banca centrale cinese ha ribadito che non possono essere utilizzati come forma di pagamento. Parigi soffre a -1,45%, Londra -1,19%. A Wall Street dopo una apertura al ribasso, con il Dow Jones a -l'1,11%, il mercato riduce le perdite a -0,48%.

Dopo un 2020 passato con inflazione negativa, il dato pubblicato mercoledì mattina dall'Eurostat non avrebbe dovuto stupire nessuno. L'inflazione nell'area euro è salita all'1,6%, principalmente a causa di un effetto base che risente proprio della bassa crescita dei prezzi di un anno fa, nel pieno della pandemia. La presidente della Bce, Christine Lagarde, da tempo avvertiva che ci sarebbe stata una fiammata dei prezzi nel 2021 che avrebbe portato l'inflazione vicina all'agognato obiettivo del 2%. Destinata però a non durare. E dunque, non tale da giustificare un ripensamento della politica monetaria iper-espansiva che ruota attorno ai tassi ufficiali negativi e agli acquisti del debito col programma pandemico. 

 

L'inflazione all'1,6%, però, fa il suo effetto. E' ai massimi da un paio d'anni e, soprattutto, si accompagna a una ripresa davvero decisa dei prezzi negli Usa (4,2% ad aprile) che, sommata al massiccio stimolo di bilancio voluto dalla Casa Bianca, dall'altra parte dell'Atlantico ha aperto ufficialmente il dibattito su quando la Fed dovrà invertire la marea dell'espansione monetaria.

 

In Europa la ripresa è ancora fragile, dopo un primo trimestre di crescita negativa. Per la Bce, prima di pensare a un'inversione di rotta occorre che i rialzi dei prezzi si trasferiscano sulle aspettative, sui salari. Luis De Guindos, il vicepresidente della Bce, è intervenuto alla Cnbc per spiegare che la Banca centrale interverrà sull'obbligazionario, se riterrà che l'aumento dei tassi di mercato non sia giustificato da una ripresa dell'economia vigorosa.

 

Una situazione paradossale per la Bce: l'espansione record del bilancio con il programma 'Pepp' mira proprio a far salire l'inflazione. Ma se i mercati si portano troppo avanti, anticipando al primo sentore d'inflazione la stretta monetaria con un rialzo dei tassi quando la missione della Bce non è ancora compiuta, è un problema per l'Eurotower.  Tanto è bastato a mandare in fumo in una sola giornata 211 miliardi alle Borse europee, 11 solo a Piazza Affari. Mentre prosegue la discesa dei titoli di Stato, con conseguente rialzo dello spread Btp-Bund a 123 punti base. 

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