Lutto nell'industria

È morto Gian Mario Rossignolo, braccio destro di Umberto Agnelli: manager di Lancia, Zanussi e Telecom Italia

Scomparso a 95 anni il dirigente piemontese, protagonista di una lunga stagione ai vertici dell’industria automobilistica e delle telecomunicazioni, tra grandi gruppi e iniziativa imprenditoriale

16 Nov 2025 - 16:07
 © Ansa

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Si è spento a 95 anni Gian Mario Rossignolo, figura di rilievo nel panorama industriale italiano e storico collaboratore di Umberto Agnelli. Manager dalla lunga esperienza, ha attraversato decenni cruciali per lo sviluppo dell'automotive, dell'elettronica e delle telecomunicazioni, ricoprendo ruoli apicali in aziende come Lancia, Zanussi e Telecom Italia. La sua carriera, iniziata alla Fiat negli anni Cinquanta, lo ha portato ai vertici di gruppi in trasformazione, fino all'attività imprenditoriale nella robotica e al tentativo di rilancio della De Tomaso. Una vicenda professionale intensa, segnata da successi, passaggi complessi e, negli ultimi anni, anche risvolti giudiziari. La notizia della sua scomparsa chiude il percorso di uno dei dirigenti che hanno contribuito a modellare lo sviluppo industriale italiano del secondo Novecento.

Dagli esordi in Fiat alla guida di Lancia

 Rossignolo nasce a Vignale Monferrato nel 1930 e, dopo la laurea in Economia e Commercio a Torino, entra nel gruppo Fiat nel 1957. La sua crescita è costante fino all'approdo, nel 1977, alla guida della Lancia come amministratore delegato e direttore generale. È un periodo di rilevanza per la casa automobilistica torinese, impegnata in un processo di modernizzazione in cui Rossignolo svolge un ruolo determinante. Le fonti ricordano il suo rapporto di stretta collaborazione con Umberto Agnelli, in una fase in cui il gruppo torinese stava ridefinendo strategie e posizionamento nel mercato europeo. Nel 1979 lascia l'incarico alla Lancia e avvia una nuova fase professionale, portando il proprio bagaglio manageriale in altri settori dell'industria nazionale.

Gli incarichi ai vertici di Zanussi e nei gruppi industriali

 Parallelamente all'esperienza in Fiat, Rossignolo viene chiamato a ricoprire incarichi di presidenza e direzione all'interno di gruppi industriali italiani ed europei. È stato presidente del cda della Zanussi, azienda allora centrale nel settore dell'elettrodomestico, contribuendo a un'importante fase di trasformazione aziendale. Ha inoltre guidato società dell'area meccanica e dell'automazione, assumendo responsabilità in realtà controllate dal gruppo SKF. Questi passaggi consolidano la sua immagine di dirigente versatile, capace di muoversi in settori differenti mantenendo un approccio manageriale rigoroso e orientato alla riorganizzazione dei processi industriali.

La presidenza di Telecom Italia nella fase della privatizzazione

 Nel 1998 Rossignolo assume la presidenza di Telecom Italia, ruolo che mantiene fino al 1999 in un momento cruciale per la compagnia. La fase è caratterizzata dal passaggio verso la privatizzazione e dall'imminente Opa guidata da Roberto Colaninno, elementi che rendono il contesto particolarmente complesso. Rossignolo guida l'azienda in un momento di grande trasformazione strategica per il sistema delle telecomunicazioni, segnato da nuove sfide tecnologiche e dall'apertura del mercato. La sua breve presidenza resta parte integrante del percorso di modernizzazione della principale società telefonica italiana.

L'attività imprenditoriale tra robotica, automazione e Prima Industrie

 A partire dalla fine degli anni Settanta, Rossignolo affianca alla carriera dirigenziale un percorso imprenditoriale autonomo nella robotica e nell'automazione industriale. Avvia iniziative che confluiranno nel gruppo Prima Industrie, realtà oggi attiva nelle tecnologie laser e nelle macchine per la lavorazione della lamiera. Questa attività testimonia la sua attenzione verso settori innovativi e tecnologie emergenti, anticipando temi oggi centrali nell'evoluzione dell'industria manifatturiera.

Il progetto De Tomaso, il fallimento e le vicende giudiziarie

 Nel 2009 Rossignolo acquisisce il marchio De Tomaso, storico nome delle auto sportive e di lusso italiane, con l'obiettivo di riportarlo sul mercato grazie a nuovi modelli e nuovi stabilimenti produttivi. Nonostante il progetto iniziale, la società dichiara fallimento nel 2012, aprendo una fase giudiziaria che coinvolge il manager e il figlio. Nel 2019 il Tribunale di Torino condanna Rossignolo per bancarotta fraudolenta, truffa allo Stato e malversazione in relazione al crack della De Tomaso. Le fonti non riportano ulteriori sviluppi successivi alla condanna di primo grado.

L'eredità di un protagonista dell'industria italiana

 La figura di Gian Mario Rossignolo riassume una stagione estesa dell'industria italiana, segnata da processi di espansione, crisi e riconversione. Dai vertici di Lancia e Zanussi al ruolo di presidente di Telecom Italia, fino alle iniziative imprenditoriali nella robotica e al tentativo di rilancio della De Tomaso, il suo percorso attraversa settori strategici per il Paese. La sua scomparsa chiude la parabola di un manager che ha operato in contesti differenti, mantenendo un ruolo di primo piano nello sviluppo industriale dagli anni Sessanta ai primi Duemila.