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Italia, Moody's: da Covid sfide temibili per un governo indebolito

"La finestra per votare è molto stretta, alla luce del fatto che allʼinizio del 2022 si dovrà eleggere il nuovo presidente della Repubblica e nel semestre bianco le urne sono precluse", scrive lʼagenzia di rating

moody moody's rating
-afp

"Una maggioranza più fragile", quale quella che è emersa dal voto del Senato, "intensifica le sfide delle politiche post-pandemiche" per l'Italia. E' quanto afferma Moody's in un report. "Mentre le elezioni anticipate sono improbabili, questo governo indebolito affronta temibili sfide politiche sia nella gestione dell'attuale fase della pandemia che nell'assicurare un efficace e tempestivo assorbimento dei fondi europei".

Secondo Moody's, le elezioni anticipate "non sono nell'interesse di nessuno dei partner della coalizione" in quanto il nuovo Parlamento, dopo la riforma costituzionale, assicura meno posti a deputati e senatori. A scoraggiare il voto contribuiscono soprattutto "i sondaggi", che indicano un risultato "sfavorevole per la maggior parte dei partiti di governo".

 

 

Inoltre, la finestra per votare è "molto stretta", alla luce del fatto che all'inizio del 2022 si dovrà eleggere il nuovo presidente della Repubblica e nel semestre bianco le urne sono precluse, senza considerare che organizzare i seggi durante una pandemia "sarebbe logisticamente impegnativo".

 

L'accesso ai fondi del Next Generation Ue - oltre 200 miliardi di euro, l'ammontare più alto dell'Eurozona, ricorda Moody's - richiede che "le autorità italiane realizzino le misure programmate per semplificare i processi degli investimenti pubblici e per migliorare l'efficienza degli appalti e della pubblica amministrazione più in generale".

 

 

C'è tempo fino alla fine di aprile per inviare alla Ue piani dettagliati per l'utilizzo dei fondi, sottolinea Moody's, "ma ci sono alcune grandi questioni che il governo deve risolvere, incluso il tema di quanto centralizzata sarà la gestione delle risorse e a quali priorità economiche saranno destinate".

 

"Queste problemi di governance e di allocazione sono cruciali perché il tasso di assorbimento dei fondi strutturali Ue è stato debole", sottolinea Moody's, ricordando che nel periodo 2014-2020 l'Italia è riuscita ad aggiudicarsi solo il 39% di quanto le spettava ("uno dei livelli più bassi nella Ue"), percentuale scesa al 30,7% considerando il 2019.

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