Bankitalia precisa che l'obiettivo non è stato ancora raggiunto e per questo "una politica di bilancio prudente è nell'interesse dell'Italia"
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Il futuro prossimo dell'economia italiana "registra una lieve flessione rimanendo comunque su livelli elevati che suggeriscono il proseguimento della fase di crescita dell'economia". Così l'indicatore anticipatore dell'Istat. Si registrano "lievi segnali di decelerazione", anche se "migliorano i consumi e il potere di acquisto". "I segnali su inflazione e crescita sono incoraggianti, ma l'obiettivo non è stato ancora raggiunto", dice Bankitalia.
L'Istat evidenzia ancora che la fiducia delle famiglie rimane "elevata" mentre quella delle imprese manifatturiere "manifesta alcuni segnali di peggioramento" dei giudizi sugli ordini e sulle scorte. Aumenta solo la fiducia nelle costruzioni. Nel frattempo il quadro internazionale mostra una crescita dell'economia statunitense e dell'area euro che prosegue "con un ritmo costante".
Bankitalia: politica di bilancio sia prudente - "Una politica di bilancio prudente è nell'interesse dell'Italia, indipendentemente dalle indicazioni delle istituzioni internazionali. Essa è necessaria per la stabilità economica e finanziaria, per la crescita", afferma il direttore generale della Banca d'Italia Fabio Panetta. "Un debito pubblico più basso - spiega - permetterebbe anche di ridurre le distorsioni dovute all'elevata pressione fiscale e di rilanciare gli investimenti in capitale fisico e umano".
Tornando sull'inflazione, spiega, "i segnali su inflazione e crescita sono incoraggianti, ma l'obiettivo non è stato ancora raggiunto. Il dibattito sulle cause della bassa inflazione è quindi cruciale. La domanda fondamentale e' fino a che punto la bassa inflazione sia un fenomeno strutturale piuttosto che ciclico". "La risposta - prosegue Panetta - ha implicazioni sia per la gestione della politica monetaria nel breve periodo, sia per la definizione delle strategie e degli strumenti delle banche centrali nei prossimi anni". Secondo il dirigente di palazzo Koch, "tra i fattori alla base della 'low-flation' sono spesso citati i cambiamenti strutturali degli ultimi decenni. Spiccano la globalizzazione e il progresso tecnologico, che stanno profondamente trasformando i processi produttivi a livello mondiale".