Rispetto agli altri consumatori europei, gli italiani sono quelli che spendono di più per vedere film, programmi televisivi e video in streaming
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I servizi streaming offrono la possibilità di vedere gratuitamente o a pagamento film, serie televisive ed ascoltare la musica on-line. Da giovedì chi solitamente se ne serve o vuole farlo per la prima volta può contare su un nuovo servizio.
Dal 22 ottobre è possibile abbonarsi a Netflix, il servizio che permette di vedere in streaming on demand serie televisive e film, anche in Italia.
Ma gli utenti non utilizzano i servizi streaming soltanto per godersi film e serie tv. I servizi streaming – in Italia, se ne contano diversi (TIMmusic, Google Play, Spotify, Deezer, YouTube e Vevo) – hanno contribuito anche alla crescita del comparto musicale. I dati della Deloitte per la Federazione dell'industria musicale italiana (Fimi) sono una prova evidente. Nel nostro Paese, nel primo semestre del 2015, lo streaming (audio e video) è cresciuto del 37% su base annua, con un valore complessivo pari a 17,3 milioni di euro, arrivando a rappresentare il 26% di tutto il mercato discografico (nel 2013 era al 12%) ed il 62% del digitale.
Con l'esordio sul mercato italiano, Netflix cercherà di aggiungere nuovi clienti a quelli che hanno già sottoscritto un abbonamento al servizio (ad oggi sono oltre 60 milioni, di cui 40 solo negli Stati Uniti). Magari conquistando una clientela che, rispetto ad altri, ha dimostrato di essere più disposta a spendere pur di vedere film, programmi televisivi e video online.
Secondo Samsung Techonomic Index, uno studio condotto in collaborazione con Lightspeed GMI su 18 mila persone in 18 Paesi europei, gli italiani sborsano 13,89 euro al mese per usufruire di servizi streaming video-tv contro gli 11,02 della media europea. In Europa, soltanto il Portogallo, dove si spendono mediamente 14,68 euro mensili, si è registrato un esborso medio superiore a quello del nostro Paese.