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I prezzi crescono, i salari no: in 20 anni carovita a 3 cifre, stipendi solo +50%

Un'indagine ha messo a confronto i prezzi di un paniere di 100 elementi tra beni e servizi, analizzando le differenze esistenti tra i listini al dettaglio in vigore ai tempi della lira e quelli odierni

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-afp

I prezzi raddoppiano, gli stipendi no.

I prezzi di beni e servizi hanno subito una costante crescita negli ultimi anni, al punto che i listini di alcuni prodotti sono addirittura triplicati rispetto al 2001, quando in Italia era ancora in vigore la lira. Nel frattempo, però, i salari non sono cresciuti altrettanto: appena del 50%. Lo rivela una indagine condotta dall'associazione dei consumatori Consumerismo No Profit e dal Centro Ricerca e Studi di "Alma Laboris Business School", società specializzata in Master e Corsi di Alta Formazione e specializzazione per professionisti, che ha messo a confronto i prezzi di un paniere di 100 elementi tra beni e servizi, analizzando le differenze esistenti tra i listini al dettaglio in vigore ai tempi della lira e quelli odierni.

 

Il cono gelato, che nel 2001 costava 1.500 lire (0,77 euro), oggi viene venduto nelle gelaterie in media a 2,50 euro (+224,7%). Una semplice penna a sfera ha subito un incremento del +207,7%, passando dalle vecchie 500 lire (0,26 euro) a 0,80 euro. Più caro mangiare fuori: la classica margherita consumata in pizzeria ha subito un rincaro del +93,5%, il supplì è aumentato quasi del 124%, e il tramezzino al bar addirittura del +198,7% - spiegano Consumerismo e Alma Laboris Business School -. La colazione al bar (cappuccino e cornetto) costa il 93,3% in più, mentre la pausa caffè è più salata del 55,2% (tuttavia negli ultimi giorni i listini dei pubblici esercizi stanno subendo ritocchi a rialzo a causa del caro-bollette).

 

Col passaggio alla moneta unica sono cambiate anche le abitudini degli italiani: se nel 2001 la mancia minima al ristorante era pari a 1.000 lire a persona, oggi in media si lasciano 2 euro sul tavolo (+284,6%), analizzano ancora Consumerismo e Alma Laboris Business School. Brutte notizie anche sul fronte dei trasporti: oltre alla benzina, i cui listini alla pompa sono più che raddoppiati rispetto al 2001, oggi costa di più prendere l'autobus, con il biglietto che ad esempio a Milano è passato da 1.500 lire (0,77 euro) agli attuali 2 euro (+159,7%).

 

Acquistare una automobile? Per una utilitaria bastavano 10.300 euro nel 2001, oggi la spesa (senza incentivi e rottamazione) si aggira attorno ai 16.150 euro per una piccola utilitaria di media categoria. Migliore la situazione per i prodotti per l'igiene e la cura personale: per shampoo, deodoranti, schiuma da barba, pannolini, carta igienica, spazzolini da denti, bagnoschiuma, i rincari sono al di sotto del +50%. Ma - avvertono Consumerismo e Alma Laboris - si spende di più per riempire la dispensa di casa: tra i prodotti alimentari, quelli che hanno subito gli incrementi di prezzo più elevati troviamo i biscotti (+159%), la passata di pomodoro (+148%), il cacao (+143%), il sale (+134%), l'olio d'oliva (+114%), le uova (+103%).

 

"Oltre ai prezzi, rispetto ai tempi della lira sono cambiati anche gli stipendi percepiti dagli italiani, che salgono rispetto al passato, ma ad una velocità inferiore - afferma l'amministratore di Alma Laboris Business School, Dario Numeroso - Se nel 2001 la retribuzione media lorda di un lavoratore era di circa 19.500 euro annui, oggi si aggira attorno ai 29.300 euro, con una crescita del +50,2% in 20 anni".

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