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I consumi Ue di Gas e il Piano dell'Unione per ridurli

l piano prevede una riduzione del 15% tra agosto e la fine di marzo 2023 rispetto a quanto consumato in media negli ultimi cinque anni. Per ora la diminuzione è su base volontaria, ma qualora si rendesse necessario, la Commissione europea potrà renderla vincolante. L'Italia nel 2020 ha consumato oltre 75 miliardi di metri cubi di gas 

Pixabay

Ha preso il via il 9 agosto 2022 il piano dell’Unione europea per la riduzione dei consumi di gas, che prevede di ridurre i consumi attuali con lo scopo di aumentare gli stoccaggi.

Secondo l’accordo, raggiunto lo scorso 26 luglio dal Consiglio Affari Energia, da oggi fino alla fine di marzo 2023, l’Europa si impegnerà per ridurre il consumo di gas di almeno il 15% rispetto alla media degli ultimi cinque anni.

«Considerato il pericolo imminente per la sicurezza dell’approvvigionamento di gas causato dall’aggressione militare russa contro l’Ucraina, questo regolamento dovrebbe entrare in vigore con urgenza», si legge nel provvedimento pubblicato lunedì nella Gazzetta Ufficiale dell’Unione europea. Ad oggi il taglio è volontario e a discrezione delle singole economie che compongono l’area, ma qualora si presentasse una grave carenza nell’approvvigionamento, la Commissione potrà richiedere ai Paesi membri di dichiarare lo stato d’emergenza, che renderebbe vincolanti i tagli ai consumi.

 

Che il mondo si trovasse alle porte di una crisi energetica globale, l’Agenzia Internazionale per l’Energia lo aveva sottolineato già nel settembre del 2021, ricorda l’AIE, quando, cinque mesi prima dell’invasione russa in Ucraina, Mosca «stava impedendo a una quantità significativa di gas di raggiungere l’Europa». A febbraio, dopo l’attacco all’Ucraina l’AIE lanciò un piano di dieci punti per ridurre la dipendenza dell’Unione europea dal gas naturale russo:

 

  • Non sottoscrivere nessun nuovo contratto di fornitura di gas con la Russia;
  • Diversificare le forniture di gas; introdurre obblighi minimi di stoccaggio del gas per rafforzare la resilienza del mercato;
  • Accelerare la diffusione di nuovi progetti eolici e solari;
  • Massimizzare la produzione da fonti esistenti dispacciabili a basse emissioni come bioenergia e nucleare;
  • Adottare misure a breve termine per proteggere i consumatori di elettricità vulnerabili dai prezzi elevati;
  • Velocizzare la sostituzione delle caldaie a gas con le pompe di calore;
  • Accelerare i miglioramenti dell’efficienza energetica negli edifici e nell’industria;
  • Incoraggiare una regolazione temporanea del termostato da parte dei consumatori;
  • Intensificare gli sforzi per diversificare e decarbonizzare le fonti di flessibilità del sistema elettrico.

 

Nel frattempo, durante gli ultimi mesi, motivando i tagli con manutenzioni ordinarie e straordinarie, Gazprom ha ridotto di molto i flussi di gas diretto verso l’Europa, portando il Consiglio a formulare il piano approvato a luglio. L’Italia dal canto suo, sempre su base volontaria, dovrebbe tagliare i propri consumi del 7%. Attualmente il piano italiano prevede tre step: il primo basato quasi unicamente su una campagna di sensibilizzazione promossa dall’amministrazione centrale e da misure di contenimento da parte delle singole amministrazioni locali, il secondo step prevede invece una riduzione fino a due gradi dei termosifoni e un taglio alla luce pubblica, mentre il terzo – che scatterà solo in caso di emergenza – prevede la riduzione sia della temperatura dell’acqua calda, sia della luce in abitazioni e negozi.

 

IL CONSUMO DI GAS NATURALE IN EUROPA

Secondo i numeri resi noti dal portale Indexmundi, che cita il CIA World Factbook della Central Intelligence Agency, la Germania è il Paese europeo che consuma più gas naturale, con oltre 93 miliardi di metri cubi nel 2020; segue la Gran Bretagna, con oltre 79 miliardi di metri cubi. L’Italia, con più di 75 miliardi di metri cubi (un taglio del 7% equivale quindi a circa 5 miliardi di metri cubi), occupa invece il terzo posto della classifica; seguita dalla Turchia, con 53,6 miliardi, e dai Paesi Bassi, con 43,4 miliardi di metri cubi di gas consumati nel 2020. La Francia e la Spagna ne hanno consumati rispettivamente 41,9 e 31,3 miliardi.

 

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