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G20 Fukuoka, la crescita globale resta bassa: crescono i timori per la guerra dei dazi

I ministri delle finanze e i banchieri centrali presenti al summit hanno concordato anche sulla necessità di riformale le regole della tassazione internazionale sulle grandi industrie tecnologiche

G20 Fukuoka, la crescita globale resta bassa: crescono i timori per la guerra dei dazi - foto 1
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La crescita globale si sta stabilizzando ed è generalmente ritenuta proiettata verso un aumento moderato nel 2019 e nel 2010.

Tuttavia, "la crescita resta bassa e i rischi restano orientati verso il basso". Così recita il comunicato finale del G20 finanziario di Fukuoka, in cui si rimarca la preoccupazione per "le tensioni commerciali e geopolitiche" che si "sono intensificate. Continueremo a essere pronti ad agire per prendere ulteriori azioni".

"Invecchiamento è rischio per la crescita" - Per la prima volta, il G20 ha affrontato la questione dell'invecchiamento come un potenziale rischio per la crescita economica. Le principali economie del mondo dovrebbero prendere in considerazione "l'incoraggiamento alla partecipazione al mercato del lavoro, in particolare delle donne e degli anziani e alla promozione di industrie amichevoli per gli anziani", si legge nella dichiarazione.

"Riformare le tasse sui big del web" - I ministri delle finanze e i banchieri centrali del G20 hanno concordato sulla necessità di riformale le regole della tassazione internazionale sulle grandi industrie tecnologiche. Il G20 ha votato per continuare la propria cooperazione per un "sistema di tassazione internazionale globalmente equilibrato, sostenibile e moderno. Salutiamo favorevolmente gli obiettivi raggiunti nella trasparenza internazionale, inclusi i progressi negli scambi automatici sulle informazioni per finalita' fiscali".

Visco: "Parlato di molti rischi, ma non dell'Italia" - Si "è parlato di molti rischi, dalla hard Brexit ai rischi geopolitici, ma nessuno ha menzionato l'Italia". Il governatore di Bankitalia Ignazio Visco, al termine della due giorni di lavori, ha precisato che "si è parlato di questioni strutturali, più che congiunturali. E si è dato per acquisito che abbiamo avuto un rallentamento e che si sta uscendo, a meno che questi rischi di protezionismo, geopolitici, non rendano più difficile il rientro a un passo di crescita sostenuto".