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Fisco, dall'Irpef al "bonus tredicesima": cosa cambia per le tasche degli italiani 

Dalle tasse sul reddito ai premi di produttività: le novità contenute nel decreto della delega fiscale

Parte la revisione della tassazione sui redditi dei lavoratori dipendenti, autonomi, agrari e su quelli d'impresa.

Ecco cosa prevede il decreto 1° maggio.

Fisco, dall'Irpef al
Tgcom24

Bonus tredicesima di 100 euro

 Il bonus più atteso e più costoso per le casse dello Stato, rinviato la scorsa settimana proprio per verificare le coperture, è l'indennità di 100 euro ai lavoratori dipendenti con reddito complessivo sotto i 28mila euro e con almeno un figlio a carico. Sarà "erogato attraverso i sostituti d'imposta nel 2025", perché nel 2024 il governo ha già utilizzato tutte le risorse per fare i primi 13 decreti legislativi attuativi della delega, ha spiegato il viceministro dell'Economia Maurizio Leo. Assicurando anche che si tratta di una misura temporanea "perché l'obiettivo è la detassazione delle tredicesime, come dice la legge delega".

 

Sgravi per chi assume donne e giovani

 Oltre al decreto legislativo sul fisco, il governo ha approvato il dl coesione, che contiene le misure per il lavoro. C'è il bonus giovani, che assicura sgravi contributivi al 100% per due anni (nel limite massimo di 500 euro mensili), per le imprese che assumono a tempo indeterminato giovani con età inferiore a 35 anni e, nelle regioni della Zona Economica Speciale unica del Mezzogiorno, anche agli over 35 disoccupati da almeno ventiquattro mesi. C'è anche un bonus donne in favore delle lavoratrici svantaggiate, con lo stesso tipo di esonero contributivo al 100% per due anni (nel limite di 650 euro mensili) per ciascuna lavoratrice assunta a tempo indeterminato. Il bonus si applica alle donne di qualsiasi età, con un trattamento di maggior favore per le residenti nel Mezzogiorno.

 

Il bonus Zes

 C'è poi il bonus Zes, che dà lo stesso sgravio a chi assume nel Mezzogiorno in aziende fino a 15 dipendenti. Gli esoneri contributivi al 100%, per tre anni, arrivano anche per favorire l'autoimprenditorialità e le libere professioni nei settori strategici per lo sviluppo di nuove tecnologie e la transizione al digitale ed ecologica. Il decreto stabilisce infatti la decontribuzione totale, per un triennio per un massimo di 800 euro al mese, per le imprese di under 35 nei settori del digitale e della transizione verde create tra l’1 luglio 2024 e il 31 dicembre 2025.

 

Premi produttività fino a 3mila euro tassati al 10%

 I premi di risultato entro i 3mila euro erogati dal primo gennaio 2025 saranno tassati al 10%. Lo stesso regime si applica "alle somme erogate sotto forma di partecipazione agli utili dell'impresa". Quest'anno, in base a quanto stabilito dall'ultima manovra, come già nel 2023, i premi di produttività sono tassati al 5%. Si va quindi verso un aumento della tassazione. 

 

Premi più "green"

 I premi di risultato saranno destinati a diventare più green: secondo quanto prevede la bozza, agli indicatori già esistenti di produttività, redditività, qualità, efficienza, innovazione, vengono aggiunti anche quelli della reputazione e responsabilità sociale e della sostenibilità ambientale. Tutti parametri misurabili esclusivamente sulla base di criteri fissati dalla contrattazione collettiva. 

 

Redditi agrari e da lavoro autonomo

 Tra le altre novità contenute nel decreto legislativo c'è la revisione dei redditi agrari e quella dei redditi da lavoro autonomo, dalla determinazione alle spese e ai rimborsi, dalle plusvalenze sulle aree edificabili ricevute in donazione alla riorganizzazione degli studi professionali. Modifiche anche per il reddito d'impresa su operazioni straordinarie e liquidazioni.

 

Rita (rendita integrativa temporanea anticipata)

 Prevista una stretta sulla rendita integrativa temporanea anticipata. Dal 1° gennaio 2025 sarà erogata nei soli casi in cui la cessazione del rapporto di lavoro dipenda da cause diverse dal raggiungimento dei requisiti di qualunque pensione (anticipata, di vecchiaia, opzione donna, etc.). La novità sarebbe finalizzata ad attribuire alla Rita la natura di misura di accompagnamento alla pensione.

 

Lavori in casa

 In base a quanto spiegato da Il Messaggero, all'interno del decreto coesione è stato inserito l'obbligo per i committenti di verificare che il costo della manodopera per i lavori sia congruo. La regola prima valeva per gli appalti oltre i 500 mila euro, adesso per tutti i lavori dai 70 mila euro: ovvero il costo medio della ristrutturazione di un appartamento. La dichiarazione di congruità dovrà essere firmata dal direttore dei lavori o dal committente di persona, che in caso di contestazioni rischia sanzioni fino a 5 mila euro. Il quotidiano spiega che in questo modo rientrano nel computo anche i lavori in casa.

 

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