Non vengono però indicati i tempi per il passaggio alla produzione con forni elettrici né la decisione su dove localizzare il polo Dri per produrre il preridotto necessario ad alimentarli. I sindacati: "Nessuna certezza per i lavoratori"
© ansa
È stata firmata al ministero delle Imprese da tutte le amministrazioni nazionali e locali l'intesa sulla decarbonizzazione degli impianti dell'ex Ilva di Taranto. La bozza firmata al ministero non indica però i tempi per il passaggio alla produzione con forni elettrici né la decisione su dove localizzare il polo Dri per produrre il preridotto necessario ad alimentarli. Le parti si impegnano a convocare una nuova riunione del tavolo in data successiva al 12 settembre (termine ultimo per la presentazione di offerte vincolanti della nuova gara) "per esaminare le prime evidenze della Procedura e valutare la possibile localizzazione degli impianti di preridotto".
La bozza di intesa impegna le parti a sottoscrivere un Accordo di Programma "anche ai fini di predisporre misure adeguate in favore dello sviluppo del territorio, nonché ad individuare strutture organizzative che monitorino le tempistiche dei procedimenti amministrativi ambientali riguardanti gli impianti strategici così da renderle effettive".
I tempi per la decarbonizzazione "saranno indicati in fase di aggiudicazione" della nuova gara per l'assegnazione del gruppo. Dopo il 12 settembre sarà valutata la possibile localizzazione degli impianti di preridotto (DRI) "utili per l'approvvigionamento dei forni elettrici", qualora sia possibile assicurare il necessario approvvigionamento energetico.
"L'accordo di Programma avrà, in particolare a oggetto la necessità del territorio della provincia di Taranto e dei comuni di Taranto e Statte, coniugando il soddisfacimento del diritto alla salute, all'ambiente, al lavoro. La prima riunione a tal fine si svolgerà a settembre", si legge nel testo. Saranno inoltre "valutate misure di politica attiva e passiva del lavoro, anche a sviluppo delle interlocuzioni in corso con le associazioni sindacali". E verranno esaminate nuove prospettive per la reindustrializzazione delle aree libere, secondo il principio della valorizzazione dell'indotto, anche con la nomina di un commissario.
La bozza prevede sei punti ed è sottoscritta da ministero dell'Ambiente e della Sicurezza Energetica, ministero delle Imprese e del made in Italy, ministero della Salute, ministero dell'Interno, Regione Puglia, Provincia di Taranto, Comune di Taranto, Comune di Statte, Autorità di Sistema Portuale del Mar Ionio - Porto di Taranto, Ilva in amministrazione straordinaria, Acciaierie d'Italia in as, Taranto Energia in as, Adi Energia in as e Dri d'Italia.
"Questa è una svolta che potrà incoraggiare gli investitori a manifestarsi con i loro piani industriali il rilancio della siderurgia, della riconversione, della conversione green", ha detto il ministro delle Imprese, Adolfo Urso. "Oggi finalmente sappiamo che c'è la squadra Italia unita per la prima volta nella storia di questa vicenda che dura da oltre 15 anni. Un accordo tra tutti i soggetti istituzionali, il governo nazionale, la Regione, gli enti locali, nel giocarsi la partita che è straordinariamente importante. E' chiaro nella gara e ribadito nell'impegno che sarà preferito il progetto industriale per l'ex Ilva che realizzerà nel più breve tempo possibile la transizione ai forni elettrici, garantendo nel contempo i migliori livelli occupazionali".
"Oggi abbiamo sottoscritto un documento, non un accordo di programma - ci tengo a precisare - che recepisce le nostre richieste. In particolare, il testo riporta 'l'obbligo vincolante della piena decarbonizzazione del sito di Taranto che impone ai soggetti interessati lo spegnimento delle aree a caldo alimentate a carbone'. In nessun passaggio si fa cenno all'ipotesi di approvvigionamento tramite nave gasiera". Lo dichiara il sindaco di Taranto Piero Bitetti, in riferimento all'intesa al Mimit sull'ex Ilva. "Si fa riferimento invece - precisa - alla 'tutela occupazionale quale principio inderogabile'. Non meno importante è il richiamo alla tutela della salute e al previsto potenziamento della rete sanitaria locale". "A questa giornata attribuisco la giusta importanza perché come pubblicamente dichiarato saranno gli impegni solennemente assunti e i fatti che seguiranno a definire il giudizio che il Comune di Taranto esprimerà su tutta questa complessa vicenda", conclude.
"Il testo condiviso tra Mimit ed enti locali pugliesi è un documento privo di tutele e certezze sotto ogni punto di vista per i lavoratori e le comunità interessate". Lo dichiara il segretario generale Uilm, Rocco Palombella. Giudizio negativo anche dei segretari generali della Fiom, Michele De Palma, che chiede una partecipazione pubblica nell'azienda e Fim, Ferdinando Uliano, che afferma come sia imprescindibile la realizzazione a Taranto del polo Dri per il preridotto.