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Decreto fiscale, sale a 400 milioni il prestito pubblico per Alitalia

Il Mef rassicura Bruxelles introducendo tagli alle spese dei ministeri per tre miliardi di euro nel 2019. Ecco le altre novità dellʼultima bozza del provvedimento

Sale a 400 milioni il prestito per Alitalia.

Lo prevede l'ultima bozza del dl fiscale che potenzia così il finanziamento, della durata di 6 mesi, per "per consentire di pervenire al trasferimento dei complessi aziendali facenti capo alla società in amministrazione straordinaria e alle altre aziende del gruppo anch'esse in amministrazione straordinaria". Per la restituzione si applicherà un tasso Euribor a 6 mesi maggiorato di 1.000 punti base.

Tre miliardi di tagli ai ministeri nel 2019: il Mef rassicura l'Ue - Nell'ultima bozza del provvedimento inoltre sono previsti tagli alle spese dei ministeri di 3 miliardi e 89 milioni. Le "riduzioni alla dotazioni finanziarie" sono previste già per il 2019 dall'articolo 59 del decreto, contenente le disposizioni finanziarie. Servono a finanziare alcune misure, tra cui lo spostamento degli acconti fiscali al prossimo anno. Lo stesso articolo stabilisce che entro 20 giorni dalla pubblicazione del decreto il Mef può autorizzare rimodulazioni all'interno dei singoli ministeri, ma garantendo comunque i risparmi. In questo modo l'Italia rispetta le regole europee e mette in campo una manovra "moderatamente espansiva" che assicura la sostenibilità dei conti pubblici e un percorso, seppur molto graduale, di calo del debito. Il ministro dell'Economia, Roberto Gualtieri, risponde alla richiesta di chiarimenti di Bruxelles assicurando, insomma, che nel programma economico italiano non ci sono "deviazioni significative" dal tracciato europeo.

 

Oltre cinque miliardi nel 2020 per fondo taglia tasse - Il maggior gettito previsto dal decreto fiscale consentirà di immettere 5,3 miliardi nel fondo taglia tasse per il 2020. Negli anni successivi il fondo che consente la riduzione delle tasse viene incrementato di 4,4 miliardi nel 2021, 4,2 miliardi per ciascuno degli anni successivi fino al 2025. Le risorse - viene stabilito - "sono destinate al raggiungimento degli obiettivi programmatici della Manovra di finanza pubblica".

 

Meno acconto Irpef-Irap-Ilor per partite Iva: norma non riguarda regime forfettario - Per la gran parte delle partite Iva cala l'acconto Irpef, Irap e Ilor di fine anno. La norma, che vale 1,460 miliardi di euro e sposta questo ammontare al 2020, è tra le novità inserite nell'ultima bozza del decreto e prevede che per il secondo acconto, che si versa tra novembre e dicembre, i soggetti sottoposti agli Isa, i nuovi indici sintetici di affidabilità che hanno sostituito gli studi di settori, versino il 50% dell'acconto dovuto e non più il 60%. Rispetto alle ultime indiscrezioni la norma non riguarda le partite Iva che applicano regimi forfettari.

 

Carcere agli evasori appena il decreto diventa legge - Vengono confermate nell'ultima bozza del decreto fiscale le norme previste nelle precedenti versioni per rendere più facile l'applicazione del carcere per gli evasori fiscali. Scendono le soglie di punibilità e salgono gli anni di carcere. Ma, a differenza delle precedenti versioni, la novità è che la misura cautelare scatterà subito dopo la conversione in legge del decreto - in pratica dopo l'iter legislativo e l'esame delle Camere - senza attendere i 15 giorni di vacatio legis che erano prima previsti.

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