Credit Suisse, raggiunto l'accordo con Ubs per l'acquisto | Svizzera: "Non è un salvataggio"
Lagarde: "Decisione determinante per assicurare la stabilità finanziaria". Plauso anche dal Tesoro Usa e dalla Fed

Ubs acquisterà Credit Suisse.
L'accordo, mediato dal governo di Berna, è stato raggiunto per circa tre miliardi di franchi svizzeri. Si tratterà di una transazione interamente azionaria e il prezzo sarà una frazione di quello del Credit Suisse alla chiusura di venerdì, quando la banca era valutata circa 8 miliardi di dollari. Per le autorità svizzere "non è un salvataggio, ma una soluzione commerciale". Lagarde: "Decisione determinante per assicurare la stabilità finanziaria".
Cosa prevede l'operazione
La fumata bianca arriva al termine di un weekend all'insegna di negoziati serrati per trovare una soluzione prima della riapertura dei mercati, ed evitare così il rischio di un effetto contagio. Nello specifico, l'operazione tra le due banche svizzere prevede che Ubs acquisti Credit Suisse per 3 miliardi di franchi svizzeri e, secondo quanto riferito nel comunicato di Credit Suisse che annuncia la fusione, "dovrebbe essere completata entro la fine del 2023, se possibile".
Il Consiglio federale svizzero ha dato via libera all'acquisizione da parte di Ubs valutandolo come "un importante contributo alla stabilità del mercato finanziario" e, fino alla conclusione dell'acquisizione, ha spiegato che "la Confederazione concede una garanzia per un sostegno supplementare di liquidità a Credit Suisse da parte della Banca nazionale svizzera (Bns). Questo sostegno serve a garantire la liquidità di Credit Suisse e un'attuazione riuscita dell'acquisizione. L'intervento mira a tutelare la stabilità finanziaria e l'economia svizzera". Anche l'Autorità federale di vigilanza sui mercati finanziari (Finma) ha approvato le nozze tra i due istituti spiegando che "la transazione e le misure adottate garantiscono la stabilità per i clienti della banca e per la piazza finanziaria".
La banche centrali plaudono all'intesa
Nell'annunciare l'accordo, le autorità svizzere si sono affrettate a precisare che l'operazione "non è un salvataggio ma è una soluzione commerciale", la "migliore per riportare fiducia". Ovviamente soddisfatta la presidente della Banca centrale europea, Christine Lagarde, che ha dichiarato di accogliere "con favore la rapidità dell'azione e le decisioni prese dalle autorità svizzere. Esse sono fondamentali per ripristinare condizioni di mercato ordinate e garantire la stabilità finanziaria". "Il settore bancario dell'area dell'euro è resiliente, con forti posizioni di capitale e di liquidità - ha aggiunto -. In ogni caso la cassetta degli attrezzi della nostra politica è ben fornita per assicurare un supporto di liquidità al sistema finanziario se necessario, e per preservare una tranquilla programmazione della nostra politica monetaria". Lodi alla rapidità di Berna arrivano anche dalle Bank of England. Plaudono il Tesoro americano e la Fed che, in una nota congiunta, mettono anche in evidenza come il capitale e la liquidità delle banche statunitensi sono solidi.
L'impatto sull'occupazione
L'intesa avrà un impatto sull'occupazione, con 10mila posti che, secondo indiscrezioni, saranno tagliati. Con Ubs che punta a un taglio dei costi per 8 miliardi. E, in particolare, si impegna a ridimensionare la banca di investimento di Credit Suisse, che è stata una dei maggiori ostacoli da superare per il raggiungimento di un accordo, e a ottenere il prima possibile tutte le autorizzazioni per le nozze che, comunque, non saranno sottoposte al voto degli azionisti. Per Credit Suisse l'intesa segna la fine di 167 anni di storia e spazza praticamente via 16 miliardi di franchi svizzeri di bond AT1, che sono stati "completamente svalutati".
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