Ma il tetto delle spese scaricabili non aumenta e il provvedimento vale solo per elettrodomestici da incasso e per chi sta ristrutturando casa
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Tra gli incentivi previsti dal decreto sulle ristrutturazioni edilizie e l'efficienza energetica, il cosiddetto ecobonus, rientrano anche gli elettrodomestici, fino a un limite che resta di 10mila euro. E' quanto prevede un emendamento approvato dalle commissioni Industria e Finanze del Senato. Il dl prevede già che, in caso di ristrutturazione edilizia, si possano scaricare dall'Irpef le spese per l'acquisto di mobili.
Lo sconto Irpef del 50% per i contribuenti che ristrutturano la casa si amplia, dunque. Potrà essere applicato non solo ai mobili ma anche agli elettrodomestici. L'emendamento approvato sembra guardare tutti i "grandi elettrodomestrici, anche a libera istallazione, di classe non inferiore ad A+ (A per i forni)". Ma poi il ministero dello Sviluppo precisa: "Riguarda solo quelli da incasso".
Lo sconto, comunque, non scatterà da subito. Anche se le regole sono le stesse di quelli per il "bonus" mobili, la norma - essendo una modifica parlamentare ad un decreto - entrerà in vigore solo dopo la conversione del provvedimento in legge.
In pratica i proprietari di immobili che stanno effettuando o che effettueranno ristrutturazioni immobiliari potranno usufruire di uno sconto Irpef del 50% per un ammontare non superiore a 96mila euro fino alla fine dell'anno. Entro questo limite una quota di 10mila euro può essere destinato all'acquisto di mobili a partire dal primo luglio. Solo però se sono per immobili che stanno effettuando ristrutturazioni. Ora la norma è stata estesa anche agli elettrodomestici, in pratica ai frigoriferi, alle lavatrici, alle lavastoviglie. Ma attenzione - ha precisato il ministero dello Sviluppo - "le modifiche fin qui approvate prevedono l'estensione del cosiddetto ecobonus soltanto per gli elettrodomestici da incasso e non per qualsiasi tipologia".
Infine c'è il nodo delle ristrutturazioni antisismiche. Il governo ha affermato che esse rientrano nei "lavori di manutenzione straordinaria" di cui già parla il decreto. Gli emendamenti che proponevano delle specifiche agevolazioni hanno avuto il parere negativo della commissione Bilancio e del governo, e sono stati anch'essi ritirati per poterli ripresentare in aula, magari riformulati.