DA CONFINDUSTRIA

Rinvio dell'Iva, freddezza di Confindustria

Per il presidente, Giorgio Squinzi, è un fatto "positivo", ma "le priorità sono altre, come i pagamenti dei debiti della pubblica amministrazione. Risorse a noi, o rompiamo col governo"

24 Giu 2013 - 15:50
 © Ap/Lapresse

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Il rinvio dell'aumento dell'Iva "è sicuramente positivo". Lo sostiene il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, che però, a margine dell'assemblea di Federchimica, aggiunge che "le priorità per noi sono altre, come i pagamenti dei debiti della P.A. alle imprese che sono oltre 100 miliardi". La dotazione di un miliardo annunciata dal governo per il lavoro "secondo me è un inizio, non è sicuramente una cifra esaustiva", ha aggiunto.

Se si può evitare l'aumento dell'Iva, dice in pratica Squinzi, ben venga, ma per Confindustria è più importante che lo Stato paghi i propri debiti dando così ossigeno alle imprese. E serve anche "un intervento serio sul costo del lavoro per abbassarlo di almeno 10 punti".

Debiti P.A., "risorse a noi o rompiamo" - E sul problema dei debiti della Pubblica amministrazioneverso le imprese "chi ci governa sappia che il rapporto con gliimprenditori sarà compromesso irreparabilmente se per qualcheragione il nostro credito venisse usato per altri fini", ribadisce Squinzi. "La politica -aggiunge - deve rispondere con uno scatto d'orgoglio erinnovamento" dopo essersi "persa in tatticismi, sprecandotempo ed energie preziose in questioni marginali".

"Mi sono impegnato con tutte lemie forze - riprende - sul problema dei crediti dellaPubblica amministrazione con un alleato inaspettato ma decisivo,il presidente Giorgio Napolitano, a cui va tutta la miariconoscenza e il nostro plauso. L'ha pensata come una verae propria manovra finanziaria per le imprese. Inattesa e che molti davano per persa".



Per quanto riguarda invece la dotazione di un miliardo annunciata dal governo per il lavoro, "non è con un incentivo - sottolinea Squinzi - che la situazione cambierà: per il riassorbimento dell'occupazione giovanile bisognerebbe creare lavoro, che si crea se si ritrova la crescita".

E in tema crisi, "farcela è una parola grossa, mi aspetto comunque verso la fine dell'anno un cambio di tendenza perché lo scorso anno il Pil italiano è sceso del 2,4%". Il presidente di Confindustria smorza però gli entusiasmi: "Il fatto che ci sarà un rimbalzo verso la seconda parte dell'anno non vuol dire che siamo fuori dalla crisi, penso che ci sia molto da lavorare per ripartire".

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