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Alitalia, piloti e hostess in pensione sette anni prima per venderla meglio

Per finanziare la misura, il governo pensa di rendere strutturale la tassa dʼimbarco di tre euro. Via in anticipo un centinaio di comandanti

In pensione di vecchiaia con sette anni di anticipo nel 2019 e nel 2020 per i lavoratori del trasporto aereo.

E' quanto consente una norma nel pacchetto pensioni che sembra fatta su misura per Alitalia. Il testo garantisce un trattamento di favore a piloti e assistenti di volo e fa un piacere anche alla compagnia, che diventerebbe più appetibile sul mercato. E i soldi? Si troverebbero con la tassa di imbarco da 3 euro, che diventerebbe strutturale.

Il prossimo anno se ne andrebbero infatti un centinaio di comandanti e 50 tra hostesse e steward, secondo fonti sindacali, e successivamente 60-70 piloti all'anno. La riduzione del personale consentirebbe di abbattere costi del lavoro che per l'ex compagnia sono particolarmente alti. I piloti dai 55 anni in su infatti possono contare - come riportato da La Stampa - su stipendi che arrivano fino a 15mila euro lordi al mese.

E l'azienda, alleggerendosi di un bel po' di dipendenti, potrebbe attirare nuovi potenziali acquirenti. Il governo è infatti impegnato a trovare una soluzione per il futuro di Alitalia: il piano che al momento appare più realistico è quello di un'acquisizione da parte delle Ferrovie con il supporto del ministero dell'Economia e di altri vettori internazionali, che non sono però così facili da coinvolgere.

I prepensionamenti dei lavoratori intorno ai 60 anni, quelli che costano di più, potrebbero aiutare. Si potrebbero aggiungere anche altre uscite, con l'aiuto di eventuali ammortizzatori sociali: in tal modo si potrebbe arrivare a far uscire anche chi è intorno ai 56 anni.