I dati, aggiornati al 2022, confermano una criticità strutturale già evidenziata dagli studi di settore
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A livello nazionale, ogni cento nuove abitazioni realizzate, quindici risultano prive delle autorizzazioni necessarie. Lo evidenziano gli ultimi indicatori Bes pubblicati dall'Istat, che sostituiscono il Pil per valutare la qualità dello sviluppo. Il quadro che emerge mostra un Paese diviso in tre: le aree settentrionali registrano livelli contenuti di irregolarità, il Centro si allinea ai valori medi e il Mezzogiorno presenta quote in cui oltre la metà delle costruzioni risulta fuori norma.
Le rilevazioni riprendono un'analisi del Cresme riferita al 2022, l'ultima disponibile. L'Istat sottolinea che il fenomeno risulta "sostanzialmente invariato", descrizione che riconferma una criticità radicata nel tempo. L'abusivismo, diffusosi soprattutto negli anni Cinquanta e Sessanta e raccontato dalle battaglie civili di Antonio Cederna, continua infatti a incidere sul territorio. Un ulteriore riscontro arriva da Legambiente, secondo cui solo il 15,3% dei 70.751 immobili abusivi con ordine di demolizione è stato effettivamente abbattuto.
In questo contesto si inserisce l'ipotesi, rilanciata dal vicepremier Matteo Salvini, di introdurre un meccanismo di silenzio-assenso con validità di sei mesi per le domande di condono presentate nel 2003 e in alcuni casi risalenti a quarant'anni fa, che gli enti locali non hanno ancora concluso. La misura non appare negli emendamenti attualmente depositati, dove compaiono invece proposte di riapertura di precedenti sanatorie. Tuttavia, la linea indicata dal leader della Lega è definita e potrebbe trovare posto nella legge di Bilancio in avvio di percorso parlamentare. "Siccome ci sono milioni di pratiche arretrate, secondo me la soluzione non è fare nuovi condoni. - ha detto il leader della Lega - La proposta che porto come Lega e come ministro è di dare 6 mesi al massimo di tempo agli enti locali per rispondere alle migliaia di cittadini che hanno fatto domanda di condono 5 anni fa o 40 anni fa, pagando. I Comuni devono dare una risposta e se non lo fanno entro sei mesi, vale il silenzio assenso, e vuol dire che quell'immobile ha tutti i diritti e tutti i permessi".
Un intervento del genere avrebbe ricadute particolarmente rilevanti in alcune zone del Paese. I numeri Bes mostrano infatti una distribuzione non omogenea: nel Nord si contano 4,6 abitazioni abusive ogni cento edificazioni, il Centro sale a 14,7 e il Sud raggiunge il 40%. Basilicata e Calabria guidano la classifica con 54 immobili irregolari su cento, seguite dalla Campania con 50,4.
Secondo il presidente di Legambiente, Stefano Ciafani, "Il silenzio assenso proposto darebbe il via libera a pratiche di condono in modo indiscriminato, anche per case che sono state costruite in aree tutelate o, ancora peggio, in luoghi pericolosi, come ad esempio i territori a rischio idrogeologico, e non si tutelerebbe la sicurezza delle persone, tema che dovrebbe essere caro al ministro". Ciafani riconosce le difficoltà degli uffici comunali, ma ricorda: "In quasi tutti i Comuni, anche in quelli governati dalla Lega, non sono state ancora evase le pratiche dei tre condoni nazionali del 1985, 1994 e 2003, perché gli uffici tecnici sono generalmente sguarniti di personale e competenze". A suo avviso le risorse dovrebbero quindi essere destinate all'assunzione di nuovo personale.