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Crisi, l'Istat: "Reddito delle famiglie più basso: soffre il Centro-Nord"

Nel 2012 quello disponibile è sceso di quasi il 2% rispetto allʼanno precedente. Nel settentrione lʼandamento negativo si fa sentire di più: sopratutto in Liguria e Valle DʼAosta

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Il reddito disponibile delle famiglie italiane in valori correnti è diminuito nel 2012, rispetto all'anno precedente, in tutte le regioni italiane. Nel confronto con la media nazionale (-1,9%), secondo l'Istat il Mezzogiorno segna la flessione più contenuta (-1,6%), seguito dal Nord-est (-1,8%), Nord-ovest e Centro (-2%).

Le regioni con le riduzioni più marcate sono Valle d'Aosta e Liguria (-2,8% in entrambe). La caduta registrata nel 2012 è la seconda dopo quella, ancora più forte, segnata nel 2009. D'altra parte sono stati due anni passati sotto il segno della recessione. Insomma, fa osservare l'Istat, "l'economia italiana nell'ultimo quadriennio ha attraversato una fase di crisi che ha avuto effetti negativi anche sull'andamento del reddito disponibile delle famiglie". Ecco che, sottolinea, "il valore nominale del reddito disponibile nel 2012 è risultato di poco di superiore a quello del 2009 (+1%), ma le difficoltà non hanno colpito le regioni con la stessa intensità".

Se, infatti, il 2012 è stato un anno "nero" soprattutto per il Centro Nord, dove la crisi aveva evidentemente più da portar via, la situazione si capovolge allargando lo sguardo all'intero periodo che va dal 2009 al 2012. Arco temporale in cui, spiega l'Istituto di statistica, "il reddito disponibile ha segnato un andamento più favorevole nelle regioni settentrionali, con una crescita complessiva dell'1,6% nel Nord-ovest e dell'1,7% nel Nord-est". Si trovano, invece, nel Mezzogiorno le regioni dove il reddito disponibile è risultato inferiore a quello del 2009. Il discorso cambia se si passa dal reddito disponibile delle famiglie a quello per abitante: il valore pro-capite espresso in valori correnti, ha subito, tra il 2009 e il 2012, una contrazione dello 0,1%, frutto di un calo consistente al Centro (-1,2%), di una variazione nulla nelle regioni settentrionali e di un piccolo incremento nel Mezzogiorno (+0,2%).