Torna la rubrica di E-Planet “Le Strade del Gusto”, che questa volta ci porterà a scoprire il territorio e la cultura enogastronomica delle Madonie
Una tradizione antichissima che resiste ancora tra queste montagne e vuole innovarsi per sopravvivere. Prodotti straordinari realizzati con tecniche tramandate da generazioni. Tornano le Strade del Gusto e ci riportano in Sicilia per conoscere le eccellenze gastronomiche delle Madonie. Oggi partiamo dai pastori e dai loro formaggi.
La prima pastora che incontriamo è Sandra Invidiata, dell’Azienda agricola Invidiata:
“Qui alleviamo principalmente vacche e otteniamo un prodotto tipico che identifica il territorio, la Provola delle Madonie. La mia è la storia di una ragazza con la passione per le vacche e che ha sempre avuto il desiderio di rimanere in questo territorio”.
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Un lavoro, quello di Sandra, che unisce tradizione e innovazione.
“La provola la produciamo in maniera semplice o stagionata ma anche affumicata. La affumichiamo a legna con rami di alloro e mirto. Abbiamo anche voluto riprendere un'antica tradizione, quella di inserire all'interno della provola un limone. Invece come innovazione abbiamo deciso di inserire al posto del limone un'arancia, che dà colore profumo e sapore all'intera pasta”.
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Carmelo Alaimo, invece, ha 19 anni e si è appena diplomato. Ma ha le idee molto chiare per il suo futuro:
“Ho appena conseguito il diploma e voglio fare il pastore, voglio restare qui nel mio paese. È da quando avevo 5 anni che vengo in campagna con gli animali ed è una passione che mi ha trasmesso mio nonno, con i miei genitori e i miei zii”.
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L’anno scorso Carmelo ha partecipato al percorso della Scuola Giovani Pastori che si è tenuta qui nelle Madonie.
“Mi sono confrontato con diversi ragazzi da tutta Italia, sui diversi metodi di pascolo, sulla mungitura. Siamo diventati amici”.
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Un rapporto speciale con la terra e i suoi animali, con i quali il giovane pastore usa un linguaggio unico.
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Una cura particolare che ritroviamo anche nel lavoro di Vincenza Montana, dell’Azienda agricola Capralat:
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“Noi pastori siamo dei custodi degli animali, nel senso che noi li accudiamo, li amiamo e ci mettiamo il cuore, ma la natura fa il suo corso, non possiamo andare contro la natura e non possiamo nemmeno umanizzarli perché loro hanno la loro natura e la loro identità”.
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“Qui produciamo circa 20 tipi di formaggi, tra semistagionato, fresco e stagionato. Una delle nostre chicche è lo yogurt, che può essere naturale o con delle marmellate o con delle essenze”.
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Prodotti che descrivono un territorio, la sua natura e le sue persone.
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