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Il mercato elettrico sbanda per l'inflazione

Cobalto, nickel e litio: elementi essenziali hanno più che raddoppiato il loro costo dal pre al post pandemia. Secondo un recente studio, la media costo di materie di base per ciascun veicolo è passata da 3380 dollari di marzo 2020 agli attuali 8250 con un incremento di quasi il 150%

Il mercato elettrico sbanda per l’inflazione - foto 1
Getty

Che il futuro del mondo dell'auto sia elettrico ormai è un dato di fatto. In Europa è ormai legge, in Cina è una quota di mercato dominante. Ma la strada da percorrere sta incontrando curve inaspettate e cartelli con segnale di pericolo: attenzione inflazione.

La crisi pandemica con congelamento delle catene produttive è stato il primo shock cui è seguita un'iperinflazione che oggi coinvolge tutte le materie prime fondamentali per produrre le batterie delle auto elettriche. Cobalto, nickel e litio: elementi essenziali hanno più che raddoppiato il loro costo dal pre al post pandemia.

Secondo un recente studio della multinazionale della consulenza AlixPartners, la media costo di materie di base per ciascun veicolo è passata da 3380 dollari di marzo 2020 agli attuali 8250 con un incremento di quasi il 150%. La conseguenza diretta è un rialzo dei prezzi dei listini, anche se a oggi diversi produttori globali riescono a vendere addirittura in perdita. Il prezzo medio di un veicolo elettrico ha toccato negli Stati Uniti in estate il record di 66mila dollari mentre i rialzi anno su anno sono intorno al 50%, ma su questi numeri pesano anche i rincari dei combustibili fossili che hanno spinto milioni di consumatori in grado di permetterselo verso l'elettrico. Sì, perché la parità di prezzo tra elettrico e diesel o benzina è ancora un miraggio.

 

Il mercato elettrico sbanda per l’inflazione - foto 2
Unsplash

Tra pre e post pandemia i prezzi di una Tesla Model S sono aumentati di oltre il 20%. Negli Stati Uniti la vendutissima Nissan Leaf ha subito rincari di oltre il 40%, mentre la Chevrolet Bolt del 30. Giusto per fare dei nomi.

Questo non basta ad aggiustare i bilanci di società che spesso perdono soldi al posto che guadagnare quando producono un veicolo. Sta accadendo a Lucid o Rivian negli Stati Uniti e i cali di Borsa diffusi per tutti i produttori elettrici rispecchiano il timore di analisti e investitori per la morsa composta da iperinflazione e problemi nella catena di approvvigionamento. Una situazione che brucia cassa nelle aziende senza offrire per il momento opzioni di uscita. Con una recessione alle porte e prezzi dei beni in rialzo, gli acquisti si riducono per definizione. Figurarsi se la prospettiva è quella di ottenere l'eventuale acquisto, cioè l'automobile, un anno o un anno e mezzo dopo la firma del contratto. 

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