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Gli effetti del cambiamento climatico sul Duomo di Milano

Il monumento simbolo di Milano è una mappa dei cambiamenti della città

Gli effetti del cambiamento climatico sul Duomo di Milano<br />
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Il Duomo di Milano, la “casa” dei milanesi, è indubbiamente uno dei simboli più amati della capitale italiana della moda e della finanza. Un patrimonio artistico, storico e culturale d'inestimabile valore che però fa quotidianamente i conti anche con i problemi causati dall’inquinamento atmosferico e dai cambiamenti climatici.  “Il Duomo è una mappa del cambiamento climatico e della città di Milano e della sua società. Per quanto riguarda l’essere questo grande monumento immerso in una particolare atmosfera, il marmo del quale è fatto denuncia con chiarezza tutte le vicissitudini che ha subito attraverso i secoli” spiega l’Ing. Francesco Canali, Direttore dei Cantieri della Veneranda Fabbrica del Duomo di Milano.

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I lavori per l’edificazione del Duomo di Milano iniziarono quando il gotico delle cattedrali era ormai giunto alla sua massima fioritura, nel 1386, con la decisione di fondarlo là dove erano situate le antiche basiliche di Santa Maria Maggiore e di Santa Tecla, i cui resti, unitamente a quelli del Battistero di San Giovanni alle Fonti, sono tuttora visibili all’interno dell’Area Archeologica. Per tale finalità, nell’ottobre del 1387, su impulso di Gian Galeazzo Visconti, Signore di Milano, nacque la Veneranda Fabbrica del Duomo, con lo scopo di portare avanti i lavori di progettazione e costruzione della Cattedrale. La decisione di Gian Galeazzo di utilizzare il marmo della Cava di Candoglia, situata a circa 100 chilometri da Milano, al posto del tradizionale mattone lombardo, si accompagnò a una vera rivoluzione di stile, attraverso la scelta del gotico, che costrinse la Fabbrica a ricercare ingegneri, architetti, scultori e lapicidi nei cantieri di cattedrali di mezza Europa.

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Da oltre 630 anni la Veneranda Fabbrica del Duomo si adopera quindi nella conservazione e nel restauro della Cattedrale, nell’attività di custodia e di servizio all’attività liturgica e nella valorizzazione del suo patrimonio, provvedendo al reperimento delle risorse necessarie al suo mantenimento.  Il marmo di Candoglia è una meraviglia che necessita però di continue cure. “Il marmo di Candoglia è un carbonato di calcio purissimo, che però ha, in realtà, anche una piccola percentuale d'impurità che ne caratterizza la vita. All’interno si trovano infatti anche cristalli di pirite, un minerale che contiene ferro, la struttura macrocristallina del marmo consente all’umidità atmosferica di entrare, fa ossidare questi cristalli di pirite e la pirite gonfiando spacca il marmo dall’interno. Più frequentemente invece sono le legature metalliche che tengono ferme fra di loro le parti in marmo che ossidandosi lo gonfiano e si distaccano” continua l’Ing. Canali.

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Grazie al costante lavoro della Veneranda Fabbrica il Duomo di Milano non presenta dissesti statici o strutturali e si possono quindi concentrare i lavori sul problema del cambiamento climatico. A Milano, negli ultimi anni si sono toccati picchi di caldo sempre più alti. Le ondate di caldo record delle ultime estati, con le differenze di temperatura tra le parti della cattedrale più esposte al sole e quelle in ombra a nord, hanno messo ulteriormente sotto stress il monumento. “La temperatura è la causa di sollecitazione maggiore. Il candore del marmo fa sì che d’estate, nella stagione più calda, tra le parti più esposte al sole e quelle meno esposte si possano raggiungere gradienti giornalieri di svariate decine di gradi, anche 70-80 gradi. Quello che succede nell’atmosfera esterna si riflette anche inevitabilmente all’interno della Cattedrale dove sono custodite numerose opere d’arte” racconta l’Ing. Canali.

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Il lavoro di conservazione e restauro della Fabbrica si è evoluto negli anni, un’attenzione costante a 360°. Per la particolarità del materiale che riveste la cattedrale, il Duomo di Milano è considerato un cantiere infinito, impossibile infatti vederlo senza almeno un ponteggio su una delle facciate o all’interno. Due volte l’anno La Veneranda Fabbrica del Duomo effettua una perizia su ogni singolo pezzo che riveste il monumento e, in caso di grave ammaloramento, i pezzi vengono sostituti. “Quando un elemento del Duomo è in stato di gessificazione non è più sicuro tenerlo sulla Cattedrale, viene dunque portato in un apposito cantiere dove lavorano esperti ornatisti e scultori, che ricreano (a mano, con tecniche scultoree) le copie esatte degli elementi danneggiati con nuovi blocchi di Marmo rigorosamente proveniente sempre e solo dalla Cava di Candoglia” spiega l’Ing. Canali. Inquinanti come l'ossido di azoto e il biossido di zolfo formano croste nere sul marmo, "come il tartaro che prelude alla carie nei denti. Le croste nere, - continua l’Ing. Canali – sono una sorta di pellicola che aggredisce la matrice che si stacca come una corrosione che modifica e altera il funzionamento del marmo”.

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Lo sbalzo termico e l’inquinamento dell’aria non sono gli unici problemi di questo particolare periodo storico. Un altro problema che la Veneranda deve affrontare e gestire è quello del vento. Da un punto di vista delle sollecitazioni la guglia maggiore teme più il vento che non l’eventuale azione sismica. “Questi archi sono infatti dei veri e propri controventi, puntellano la guglia maggiore per sostenerla quando il vento tira forte” continua Canali. "Questo fenomeno tende a diventare sempre più significativo perché l’energia che c’è in atmosfera oggi è maggiore di quella che non c’era un tempo e questa maggiore energia si traduce in fenomeni atmosferici più intensi e quindi in venti che soffiano sempre più forti e quindi il bisogno di verificare quello che queste sollecitazioni improvvise producono su queste strutture così sensibili." 

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Oltre novanta persone lavorano per la Veneranda Fabbrica solo per tener vivi i cantieri tra la Cava di Candoglia, il Cantiere dei Marmisti e il Cantiere Duomo. Il costo di tutte queste operazioni di pulizia e manutenzione è sempre stato elevato, un impegno economico davvero significativo che negli anni dell’epidemia del Covid19 ha costretto a rivedere i piani pur di mantenere efficiente questo grandissimo patrimonio di professionalità che tutti i giorni, tutti i mesi e tutti gli anni lavora con grande impegno e ha quindi bisogno di un sostegno che fortunatamente la città ha sempre fornito. Un sostegno che può essere fornito tramite due iniziative, “Adotta una statua” che permette alle aziende di finanziare il restauro di una delle migliaia di statue del Duomo e, in cambio, di portarla a casa per metterla in mostra per tre anni, e “Adotta una guglia”, rivolta invece a chiunque voglia supportare lo splendido lavoro della Veneranda Fabbrica del Duomo.

 

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