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Federica Signoriello e Rosa Scelsa: "Vogliamo aiutare a migliorare la salute del cane con gesti semplici"

Federica Signoriello e Rosa Scelsa, cofondatrici di Jampy, raccontano la loro storia a Tgcom24

di Carlotta Tenneriello
08 Lug 2024 - 05:00
 © Ufficio stampa

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Federica e Rosa, due donne diverse e complementari. Come vi definireste?
Ci piace pensare a noi stesse come due donne che rappresentano la diversità in tutti i suoi aspetti. E questa è una grandissima ricchezza oltre che rara risorsa per Jampy. Percorriamo strade diverse, ragionamenti opposti, modalità differenti ma alla fine, puntualmente e quasi per magia, ci ritroviamo allineate allo stesso identico punto.

Quando e come vi siete conosciute?
Rosa e io ci conosciamo da 15 anni, siamo amiche e in questo tempo abbiamo collaborato per alcuni progetti insieme, abbiamo competenze complementari e la stessa voglia di mettere insieme le forze per avviare un progetto tutto nostro, facendo qualcosa che amiamo, in cui crediamo e in cui siamo brave.

Jampy è la vostra “creatura”: da cosa nasce l’idea di diventare imprenditrici?
Abbiamo fondato Jampy perché vogliamo migliorare l'industria del pet e stabilire nuovi standard. Da quando io, Federica, ho preso il mio Jack Russel ho capito che lo stereotipo di “genitore di cane” è vero! Un cane ti cambia la vita per l’affetto incondizionato che nutre verso di te ed è inevitabile ricambiarlo proprio come se fosse tuo figlio. Mi sono subito accorta che i prodotti per cani sono o di scarsissima qualità rispetto ai nostri o non esistono, non darei mai a mio figlio prodotti con quegli ingredienti (parlo di cibo, biscotti ecc) e non mi stupisce che con quel tipo di alimentazione i cani sviluppino patologie negli anni. Nel settore del benessere umano abbiamo fatto molti progressi, integriamo le nostre diete e scegliamo prodotti per la cura del corpo sempre innovativi, nel pet invece tutto questo è ancora molto indietro. Nel settore “bellezza e grooming” ancora peggio, tra regolamentazione che non garantisce la qualità e prodotti dalla dubbia efficacia, l’opportunità di fare la differenza è diventata lampante. 

Qual è la chiave del successo di Jampy?
Consumo consapevole per cani sani, felici e super cool. In Jampy abbiamo tutti lo stesso obiettivo: aiutare a migliorare la salute del cane con gesti semplici, che vanno al di là della sua alimentazione, proprio come facciamo noi per prenderci cura di noi stessi. Un cane non va soltanto nutrito, l’integrazione è fondamentale come prendersi cura del pelo e della pelle con prodotti studiati ed efficaci. Noi crediamo in poche referenze di altissima qualità ma in grado di coprire tutte le aree fondamentali del benessere. Una lista di ingredienti in etichetta tutti efficaci, basati su ricerche scientifiche e approvate dai veterinari. Prodotti 100% cruelty-free e plant based, prodotti in Italia con i più alti standard.

Il tema della sostenibilità oggi è centrale.
Io e Rosa anche nella nostra quotidianità siamo molto attente alla sostenibilità, inevitabile per noi creare un brand con la stessa attenzione. Come azienda costruita intorno al benessere, abbiamo il mandato di prenderci cura della sostenibilità delle risorse impiegate. Crediamo che sia importante fare acquisti consapevoli, ci impegniamo a ridurre la filiera, produciamo solo in Italia, selezioniamo package consapevoli come l’alluminio riciclabile all’infinito. Scegliamo piccole azioni che siamo sicure abbiano un impatto nell’immediato, formule plant-based che non aumentano ulteriormente il consumo di carne. Adottare un cane è un gesto d’amore e non vogliamo che il loro benessere alimenti la terribile industria dello sfruttamento degli animali.

I vostri obiettivi per il futuro.
Il nostro claim riassume molto bene il nostro obiettivo: I prodotti del cuore, ma per il tuo cane. Stiamo lavorando affinché Jampy possa divenire il punto di riferimento per il benessere e la cura del cane sul mercato domestico e oltre i confini.

Qualche curiosità su di voi per i nostri lettori.
Fa molto sorridere ripensare a quanto le nostre strade si siano allontanate per poi rincontrarsi. Certi (pochissimi) rapporti non finiscono, fanno dei giri immensi e poi ritornano.

Un suggerimento alle ragazze che intendono diventare “startupper”.
Federica Signoriello: Pensaci bene perché all’inizio è una guerra, ma non pensarci troppo. Quando mi chiedono cosa ti ha spinto a fare questa avventura? Rispondo: l’incoscienza, quella bella, quella del sogno.
Rosa Scelsa: Forse nessuno, finché non provi non sai mai. Sicuramente è un lavoro che fai bene quando ci credi e sei disposto a superare i tuoi limiti e a volte anche quelli degli altri.

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