Barbara Bordoni, CEO di Salumificio Bordoni, si racconta ai lettori di Tgcom24
di Carlotta Tenneriello© Ufficio stampa
Barbara, sei cresciuta tra le montagne meravigliose della Valtellina. Vuoi raccontarmi un po’ della tua infanzia?
Sono nata e cresciuta tra i monti della Valtellina, in una natura generosa, libera e selvaggia. Sono la più grande di tre sorelle e fin da piccola ho sempre guardato mio papà con ammirazione: osservavo ogni suo gesto, cercando di capire cosa facesse per poi... imitarlo nei miei giochi. Ricordo una signora, Orietta, che faceva la macellaia – una figura per me illuminante. Quando mi chiedevano: “Cosa vuoi fare da grande?”, io rispondevo “L’Orietta!”, perché da quel momento ho capito che anche una donna poteva fare "il lavoro di papà". Giocavo tra i prati, vivevo a contatto con la terra... Credo di essere stata davvero fortunata: la mia infanzia mi ha insegnato l’essenza del lavoro, della semplicità e della tenacia.
Il tuo è un DNA imprenditoriale: lavorare nell’azienda di famiglia è stato naturale…
Direi che è stato un vero colpo di fulmine. La passione di mio padre era così autentica che è diventato spontaneo volerlo seguire. Mi sono buttata nel lavoro da subito, passando per ogni reparto, sporcandomi le mani per davvero: volevo conoscere ogni dettaglio, ogni fase della produzione, capire a fondo cos’è la bresaola, dalla selezione delle carni alla ricetta segreta, fino alle spezie, alla tecnologia e all’innovazione. Solo dopo aver vissuto tutto questo sul campo, ho completato la mia formazione con un master in ambito economico-finanziario (Executive MBA) per poter affrontare anche la gestione imprenditoriale in modo solido e strategico. Per me, un imprenditore deve conoscere profondamente il proprio prodotto, saperlo raccontare, valorizzare… e rispettare.
Una donna ai vertici dell’azienda, a volte non è facile.
In Italia, e ancor di più nel settore dei salumi, essere una donna è ancora una sfida. Ma è anche una forza. Il mio sguardo, quello femminile, porta intuito, ascolto, empatia. Tutti valori che, oggi più che mai, sono fondamentali anche nel business. Mio padre mi ha insegnato tanto, ma ho sempre creduto che la sensibilità femminile potesse completare la visione aziendale e renderla ancora più profonda. Certo, bisogna farsi ascoltare… ma quando si parla con competenza e passione, la voce arriva.
Qual è il segreto del successo della vostra azienda?
Guardare avanti. Sempre. Ma senza mai dimenticare da dove veniamo. Il nostro punto di forza è la qualità assoluta del prodotto, certo, ma anche la rete di relazioni costruite negli anni: fornitori con cui collaboriamo da decenni, dipendenti che sentono l’azienda come casa, buyer con cui instauriamo legami di fiducia. E poi c’è l’innovazione, anche nei prodotti: abbiamo appena lanciato due novità di cui andiamo molto fieri: Bresaola 2GO, in formato julienne perfetta per chi fa sport o ha bisogno di uno snack sano e proteico, e la bresaola a ridotto contenuto di sodio, con il 25% in meno rispetto a quella tradizionale. Perché benessere e gusto possono, e devono, andare a braccetto.
Lo scenario del mercato internazionale sta cambiando: quali le eventuali ripercussioni sul vostro prodotto?
È vero, il mercato della bresaola sta attraversando un momento complesso. Tuttavia, ogni cambiamento porta con sé nuove opportunità se si ha il coraggio di leggere i segnali giusti. Oggi serve visione: capire i trend prima degli altri, investire in ricerca, ascoltare il consumatore. A volte si tratta di saper cambiare pelle senza perdere l’anima. E noi lo stiamo facendo, con impegno e determinazione.
Il tuo prossimo obiettivo?
Siamo nel pieno del lancio della bresaola a ridotto contenuto di sodio, e il nostro obiettivo è farla conoscere a un pubblico il più ampio possibile, promuovendo un’alimentazione sana senza rinunciare al piacere. E poi ho un piccolo sogno nel cassetto: accompagnare Elena Curtoni, la nostra testimonial e campionessa del mondo di sci, sul podio alle Olimpiadi Invernali di Cortina 2026 con la nostra bresaola. Sarebbe un modo bellissimo per unire sport, eccellenza italiana e territorio.
Lavoro e famiglia: a volte può risultare complicato…
Lo è, inutile negarlo. Il lavoro è tanto e le responsabilità sono grandi. Credo, però, che tutto stia nell’equilibrio: serve organizzazione, certo, ma anche la volontà di ritagliarsi momenti di qualità con la famiglia. Sono quelli che ti ricaricano, ti ricordano chi sei davvero. E quando stacchi davvero la spina, poi torni al lavoro con ancora più energia e idee.
Infine, un tuo segreto in cucina: come prepari la bresaola?
Il mio segreto è… non prepararla! La bresaola, secondo me, dà il meglio di sé nella sua forma più pura. A fette, sottili, magari appena uscite dall’affettatrice, mangiate con le mani – proprio come facevo da bambina, quando ne rubavo una dietro l’altra nel laboratorio. È così che ne senti davvero il sapore autentico!