© Ufficio stampa
© Ufficio stampa
Si è conclusa la prima edizione del festival artistico ideato da Manuela Morandi che ha trasformato l'isola siciliana in un palcoscenico per performance, video-installazioni e sperimentazioni sonore
© Ufficio stampa
© Ufficio stampa
Si è conclusa con grande successo la prima edizione di Vulcana, il nuovo festival artistico che dal dieci al tredici luglio ha trasformato l'isola di Stromboli in un palcoscenico diffuso per l'arte contemporanea più sperimentale. L'evento, fondato da Manuela Morandi e curato da Luca Lo Pinto, ha coinvolto ventuno artisti italiani e internazionali in un progetto interdisciplinare che ha fatto dialogare performance, video-arte, installazioni e musica elettronica con l'ambiente vulcanico dell'isola.
Il festival ha seguito idealmente le tracce dell'eredità intellettuale di Stromboli, isola che nel corso dei decenni ha attirato artisti, scrittori e intellettuali da tutto il mondo. Proposto un approccio innovativo, presentando gli interventi artistici "come in una partitura musicale, con libertà di improvvisazione", secondo le parole degli organizzatori.
Vulcana si è articolato in diversi spazi dell'isola, alcuni dei quali non utilizzati da anni, creando un percorso culturale alternativo agli itinerari turistici tradizionali. Tra le location principali: l'anfiteatro costruito negli anni Ottanta sullo sfondo naturale dell'isola di Strombolicchio, la Canonica della Chiesa di San Bartolomeo, Casa Carrubo (che fu abitata dall'artista Giovanni Anselmo), oltre alle residenze messe a disposizione dalla Nicoletta Fiorucci Foundation e da Tagli.
Il programma si è sviluppato attraverso proiezioni video, performance dal vivo, concerti e opere site-specific. Tra i protagonisti della prima serata, la performance di Emiliano Maggi al Molo di Fico Grande e le proiezioni dell'artista americano Tony Cokes, noto per il suo lavoro che combina suono, parola e immagini in movimento. La serata si è conclusa con il live audiovisivo di Industria Indipendente e KUKII.
Il festival ha dedicato ampio spazio alla dimensione multimediale del contemporaneo. Tra i momenti più significativi, le performance di Hanne Lippard, artista tedesca che opera tra parola, suono e performance, spesso in collaborazione con il compositore napoletano Renato Grieco. Spazio anche alle sperimentazioni con le immagini in movimento dell'artista e scrittore americano John Menick, dell'artista e regista franco-britannica Beatrice Gibson (con un'opera realizzata insieme a Nick Gordon) e dell'artista francese Pauline Curnier Jardin.
La componente sonora è stata esplorata attraverso i live di alcuni degli esponenti più interessanti della scena contemporanea, come Vipra (nome d'arte di Fede Proietti, pioniere dell'HyperLento) e le sonorità del duo Napoli Segreta, che ha proposto rarità discografiche partenopee degli anni Settanta e Ottanta. Particolare attenzione è stata dedicata anche alle listening sessions dall'archivio dell'etichetta sperimentale Villa Lontana Records.
Vulcana ha rappresentato un esperimento collettivo di una comunità di artisti che ha vissuto l'isola come luogo fondativo di una nuova idea di festival. Molti degli artisti coinvolti hanno trascorso un periodo di residenza a Stromboli, creando opere in dialogo diretto con l'ambiente e le atmosfere del luogo.
Il festival ha mantenuto l'ingresso libero per tutti gli eventi, confermando la volontà di creare un appuntamento accessibile e aperto alla comunità locale e ai visitatori. L'identità visiva del progetto è stata realizzata da Nathalie Du Pasquier, artista francese nota per il suo lavoro nel campo del design e dell'arte contemporanea. La riuscita di questa prima edizione fa ben sperare per il futuro di Vulcana, che si propone di diventare un appuntamento fisso nel panorama dei festival artistici italiani, valorizzando le potenzialità culturali di uno dei luoghi più suggestivi del Mediterraneo.