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Il pianto sfida stereotipi e convenzioni nei "Musei delle Lacrime" di Francesco Vezzoli

Il Museo Correr di Venezia ospita la mostra fino al 24 novembre

Fotogallery - "Musei delle Lacrime", la mostra di Francesco Vezzoli a Venezia

La lacrima come fil rouge che accompagna il visitatore lungo un itinerario in cui dialogano opere d'arte di epoche differenti, e che regala finalmente al pianto una dimensione pubblica, in contrapposizione a stereotipi e tabù che l'hanno sempre accompagnato.

E' questa, in sintesi, l'idea da cui nasce "Musei delle lacrime", la mostra di Francesco Vezzoli al Museo Correr di Venezia fino al 24 novembre 2024. Un progetto site specific che include 36 opere che l'artista ha realizzato nel corso di oltre vent'anni di attività, in aggiunta a 16 lavori realizzati ad hoc per questa occasione.

 

Il pianto sfida stereotipi e convenzioni nei
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Il valore simbolico del ricamo nelle opere di Francesco Vezzoli

 Quasi trent'anni fa, Francesco Vezzoli iniziò a ricamare lacrime su immagini di capolavori capovolgendo, con questa attività solitamente collegata am mondo femminile, le categorie di genere: un sovvertimento ideale delle regole della mascolinità ma anche del museo come luogo di potere. Attraverso una tecnica così intima e fortemente simbolica, l'artista attinge a riferimenti personali, influenze culturali contemporanee ed elementi tradizionali per sfidare le convenzioni artistiche, sociali e politiche. Un progetto che affonda le radici in un tempo lontano, quello di "Musei delle Lacrime", ma che tratta temi di stringente attualità: l’identità di genere, i concetti estetici e la rappresentazione popolare. 

 


L'incontro con l'arte veneziana

  Con "Musei delle Lacrime" Francesco Vezzoli esplora il connubio tra opere d'arte moderne e contemporanee, amalgamando elementi storici con riferimenti contemporanei e popolari, creando una nuova narrazione che riflette sull'essenza di Venezia come città permeata dal dialogo tra passato e presente. Nell'esposizione promossa da fondazione Civici Musei di Venezia e Venice International Foundation, l'artista dialoga da un lato con la preziosa collezione d’arte veneziana, che annovera capolavori dal XIII al XVII secolo, e dall’altro con l’influenza di Carlo Scarpa, icona dell’architettura moderna e autore degli allestimenti che caratterizzano le sale museali al centro del progetto espositivo.

 


Il recupero delle lacrime perdute

  Ma la mostra è anche una "riscrittura" della storia dell'arte nel corso della quale il pianto è stato poco o per nulla rappresentato. Spiega Francesco Vezzoli: "'Musei delle Lacrime' è concepita come un'indagine sulle lacrime perdute nella storia dell'arte. Dagli affreschi romani fino alle avanguardie del XX secolo – presenti nella storia dell'arte veneziana - il corpo umano è stato rappresentato e studiato in tutti i modi possibili. Dopo un'approfondita ricerca, mi sono reso conto che si possono trovare qualsiasi tipo di attività ed espressioni di sentimenti, eccetto l'atto di piangere. Le lacrime sono notevolmente assenti dall'universo visivo  dell'arte, sono un segno di debolezza che non vogliamo condividere pubblicamente tramite l’arte. L'arte può essere intima, come il mio gesto di ricamo, può cambiare la nostra vita. Questo è ciò che i musei mostrano, e sono entusiasta di continuare questo viaggio a Venezia, al Museo Correr.”

 


Il perocrso espositivo e le opere in mostra

  La mostra "Musei delle Lacrime", a cura di Donatien Grau, si articola lungo 14 sale tra inserimenti, discreti e incastonati nell’allestimento, e la costruzione di un vero e proprio museo nel museo, dove le opere incontrano l’estetica di Carlo Scarpa messa in luce dall’intervento di Francesco Vezzoli. Tra le opere esposte "Casino (Giotto, Wynn And Warhol Were Gamblers)" (2024) in cui l’artista ricama le lacrime tratte da ritratto di Steve Wynn a Andy Warhol sui soggetti di un dettaglio della Cappella degli Scrovegni di Giotto a Padova; "Retorica Della Retorica" (2013), in cui ideali classici e moderni si incontrano nella riproduzione un dipinto di Artemisia Gentileschi a cui aggiunge un omaggio a Josef Albers e Natalia Goncharova; "Portrait Of Carlo Scarpa As Doge Leonardo Loredan (After Giovanni Bellini, Andy Warhol And Giotto)" (2024), nel quale il volto di Carlo Scarpa figura nel ritratto del Doge Loredan di Giovanni Bellini; "Crying Portrait Of A Renaissance Madonna With Holy Child" (2010), dove le fattezze delle Madonne rinascimentali di Cima da Conegliano e Giovanni Bellini, sono sostituite da volti contemporanei e arricchite di lacrime ispirate ad artisti come Picasso e Roy Lichtenstein; "Le Gant D’amour" (2010), che si riferisce alla performance di Francesco Vezzoli a Los Angeles
che aveva coinvolto la pop star Lady Gaga e il corpo di ballo del Boshoi in un tributo al fondatore dei Balletti russi Sergej Diaghilev. Completa la mostra un pezzo concettuale, l’originale audio guida scritta e narrata dall’artista.

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