fino a febbraio 2026

Salvador Dalì tra rivoluzione e tradizione: il suo universo in mostra a Roma

A Palazzo Cipolla - Museo del Corso, oltre 60 opere tra dipinti, disegni, documenti e materiali audiovisivi 

28 Ott 2025 - 11:16
 © © Salvador Dalí, Fundació Gala-Salvador Dalí, Roma, 2025

© © Salvador Dalí, Fundació Gala-Salvador Dalí, Roma, 2025

Artista geniale, controverso, visionario e maestro del surrealismo, Salvador Dalì nutriva una profonda ammirazione per alcuni protagonisti del Rinascimento e del Seicento, da Raffaello a Velazquez e Vermeer, nonché una fascinazione non priva da una forma di competizione per Picasso. Sono le influenze che hanno attraversato l'opera del pittore di Figueres e che percorrono la mostra "Dalì. Rivoluzione e Tradizione" a Palazzo Cipolla - Museo del Corso a Roma fino all'1 febbraio 2026, promossa dalla Fondazione Roma con la Fundaciò Gala-Salvador Dalì e con il patrocinio dell'Ambasciata di Spagna. In esposizione oltre 60 opere tra dipinti, disegni, documenti corredati da materiali audiovisivi che raccontano l'universo del pittore catalano.

Le opere provengono dalla Fondazione Gala-Salvador Dalí (voluta dall'artista scomparso nel 1989), che ha collaborato al progetto con un nucleo di opere raramente esposte, in arrivo anche da alcuni dei più importanti musei internazionali e italiani tra cui il Museu Picasso di Barcellona e le Gallerie degli Uffizi di Firenze che hanno dato in prestito l'autoritratto di Raffaello Sanzio. La mostra, la cui direzione scientifica è stata affidata a Montse Aguer con la curatela di Carme Ruiz González e Lucia Moni, "invita il pubblico italiano e internazionale a riscoprire la forza creativa di un artista, Salvador Dalí, che ha saputo sfidare i limiti dell'arte e del pensiero", come ha spiegato Jordi Mercader, presidente della Fundació Gala-Salvador Dalí. 

La mostra è divisa in sezioni, ciascuna delle quali contiene opere che documentano l'ammirazione dell'artista per i maestri del passato e per il suo contemporaneo Pablo Picasso. Infatti a partire dalla fine degli anni Trenta, Dalí dichiara esplicitamente la volontà di “diventare un classico”, indicando in Velázquez, Vermeer e Raffaello i suoi modelli supremi. A loro dedica studi, omaggi e citazioni, che raggiungono l’apice nella tabella comparativa dei valori pubblicata nel trattato "50 segreti magici per dipingere" (1948), testo in cui l’artista esalta la tecnica, la composizione e la maestria come valori fondanti del fare pittorico. In questa visione, la mostra si presenta come un percorso retrospettivo inedito, costruito attorno al rapporto tra l'artista e le quattro grandi figure di riferimento.

Proprio in questo senso "Dalí. Rivoluzione e Tradizione" si presenta come un’esplorazione approfondita del pensiero e dell’opera di uno dei massimi artisti del Novecento, capace di coniugare genio creativo e rigore tecnico, provocazione e rispetto per il passato. E attraverso il dialogo con i grandi maestri della storia dell’arte e del suo tempo, la mostra restituisce un Dalí non solo pittore surrealista, ma anche intellettuale capace di riformulare i codici dell’arte moderna in chiave personale.