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"Premio Wondy per la letteratura resiliente", vince Beppe Sebaste con il romanzo "Una vita dolce"

È stato annunciato lunedì sera al Teatro Manzoni di Milano nel corso della tradizionale serata di festa tra parole e musica che accompagna la premiazione, presentata da Drusilla Foer e Alessandra Tedesco, con la partecipazione di numerosi ospiti illustri tra i quali Levante

"Premio Wondy per la letteratura resiliente", vince Beppe Sebaste con il romanzo "Una vita dolce"

È Beppe Sebaste con il romanzo "Una vita dolce" (Neri Pozza) il vincitore della sesta edizione del "Premio Wondy per la letteratura resiliente", annunciato lunedì sera al Teatro Manzoni di Milano nel corso della tradizionale serata di festa tra parole e musica che accompagna la premiazione, presentata da Drusilla Foer e Alessandra Tedesco, con la partecipazione di numerosi ospiti illustri tra i quali: Levante, la pianista Giuseppina Torre, Valerio Aprea, Francesca Cavallin, Fiammetta Cicogna, Vinicio Marchioni, Vittoria Puccini e Alessandro Roia.

Paola Cereda, con il libro "La figlia del ferro" (Giulio Perrone Editore), è invece la vincitrice decretata dalla giuria popolare. È stata inoltre assegnata una menzione speciale alla fumettista italiana Icaro Tuttle per il graphic novel "La cura – Storia di tutti i miei tagli" (BeccoGiallo). 

  

La motivazione - La Giuria Tecnica, presieduta da Umberto Ambrosoli e composta da Stefania Auci, Federica Bertoni, Alessandra Casella, Fabio Genovesi, Luca Dini, Francesca Mannocchi, Gaia Manzini, Emanuele Nenna e Gianni Turchetta, si è così espressa nella motivazione: "Fin dal titolo del libro, la 'dolcezza' è una dichiarazione programmatica di resilienza: la 'vita dolce' è infatti proprio una vita che si scontra ogni giorno con la realtà dolorosa di una malattia terribile. Eppure, è una vita che a ogni istante viene vissuta con incrollabile tenerezza, e persino con ironia. 'Una vita dolce' racconta l'Alzheimer di S., la compagna del narratore: 'Io e S. ridiamo e piangiamo molto', scrive Sebaste; ma 'ridere è una sfaccettatura della perdita'. Ridono, ma anche cantano e ballano, creando una sorprendente 'Zona Temporaneamente Liberata'. La privatissima esperienza raccontata riguarda in realtà tutti, e dà luogo a una serie inesauribile di rivelazioni, in un confronto permanente con il sacro e la verità: perché è la stessa malattia a dare rilievo all'assolutezza del 'qui e ora', a quell''adesso che è sempre' e che illumina 'l'eternità come simultaneità'". Ricchissimo sul piano intellettuale, il libro è anche sempre carico di poesia: a cominciare dal quotidiano scambio di haiku fra il narratore e S., nella lotta contro il progressivo disintegrarsi della memoria. Alla storia principale si intrecciano poi altre storie: come quella della relazione con l'altra compagna di vita del narratore, la geniale artista Cathy Josefowitz. Dentro la cornice narrativa, 'Una vita dolce' accoglie materiali diversissimi: ricordi; citazioni; meditazioni; aforismi. Questo densissimo Zibaldone è anche una riflessione sul senso della scrittura: 'Tutta la letteratura è un esercizio di resistenza e liberazione dalle illusioni'. Grazie a Sebaste, ora lo sappiamo meglio: l'atto stesso di scrivere è una forma di resilienza". 

  

Le altre opere finaliste erano: "La bambina sputafuoco" di Giulia Binando Melis (Garzanti), "La figlia del ferro" di Paola Cereda (Giulio Perrone Editore), "Tuamore" di Crocifisso Dentello (La Nave di Teseo), "Sarà solo la fine del mondo" di Liv Ferrachiati (Marsilio), e "Trema la notte" di Nadia Terranova (Einaudi).  

 

Al vincitore va un premio di 5mila euro e un'opera su tela dell'artista Luca Tridente, le cui opere donate nelle scorse edizioni sono state inserite nel Catalogo dell'arte moderna (Editoriale Giorgio Mondadori), considerato un punto di riferimento per l'arte moderna e contemporanea. Un premio di 2mila euro è stato invece assegnato alla vincitrice della giuria popolare. 

 

Prima della serata è stato organizzato un momento dedicato a giurati e finalisti in collaborazione con PizzaAut, il primo locale in Italia gestito da ragazzi con autismo, fondato da Nico Acampora. Il progetto nasce come laboratorio di inclusione sociale e, grazie anche all'amicizia del fondatore cresciuta negli anni col presidente dell'Associazione Wondy Sono io Alessandro Milan, ha portato al Teatro Manzoni le Gourmaut, pizze realizzate sul momento e servite dai ragazzi di PizzaAut.

 

La sesta edizione del Premio Wondy è stata organizzata dall’associazione "Wondy Sono Io", quest’anno in collaborazione con il settimanale F, con i Main Sponsor Banco BPM, Cassa Depositi e Prestiti (CDP), Community, Mindful Capital Partners (MCP), Tendercapital e gli Sponsor Tecnici Collistar, Lions Club International, MASI, PHYTO-L’energia della natura, PizzaAut, Planetaria Hotels e Yamaha.

(Foto di Gabriele Basilico)

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