Zurigo, capitale segreta del gusto
© Ufficio stampa | Schnitzel Zuricher
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Zurigo a tavola: dai Luxemburgerli al primo ristorante vegetariano del mondo, curiosità e tradizione gastronomica
C’è un momento, arrivando a Zurigo in settembre, in cui la città sembra raccontarsi da sola: le rive del lago brillano di riflessi dorati, l’aria si fa frizzante e i caffè si riempiono di voci in lingue diverse. È la stagione in cui la città svizzera più cosmopolita rivela la sua anima più autentica: quella gastronomica. Un mosaico di sapori e tradizioni che oscillano tra la memoria alpina e la sperimentazione internazionale, sempre con una raffinatezza che rispecchia lo stile di vita zurighese.
© Ufficio stampa | Schnitzel Zuricher
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Ci sono dolci che diventano simboli, capaci di evocare una città meglio di una cartolina. È il caso dei Luxemburgerli, i piccoli macaron inventati negli anni Cinquanta dalla Confiserie Sprüngli. Il nome nasce dal giovane pasticcere lussemburghese che li creò, importando a Zurigo l’arte dei macaron francesi. Da allora sono diventati un’icona cittadina: minuscoli, colorati, leggeri come aria. Ogni stagione ne porta di nuovi — dal cioccolato fondente all’albicocca, fino a edizioni limitate che spariscono in poche settimane. Si dice che il segreto sia proprio la loro fragilità: un piacere che non dura, e che per questo va celebrato subito.
Un’altra chicca locale sono gli Hüppen, cialde sottili e croccanti, un tempo prodotte a mano con ferri bollenti incisi a motivi floreali. Venivano servite durante feste e banchetti, riempite di creme semplici, e accompagnavano le celebrazioni invernali. Oggi le versioni gourmet giocano con ripieni di nocciola, caffè, liquori pregiati. Croccare un Hüppen è un piccolo rito: il suono secco che precede la dolcezza cremosa è parte integrante dell’esperienza.
E naturalmente, c’è il cioccolato. Zurigo ne è capitale indiscussa: le grandi maison come Lindt e Läderach, ma anche piccole botteghe artigiane, raccontano secoli di passione. Una passeggiata tra cioccolaterie è quasi un itinerario turistico parallelo, in cui praline e tavolette diventano souvenir di gusto.
Tra le curiosità più sorprendenti, una tappa obbligata è l’Hiltl, che non è solo un ristorante ma un pezzo di storia mondiale. Fondato nel 1898, è riconosciuto dal Guinness World Record come il più antico ristorante vegetariano del mondo. La sua nascita fu una rivoluzione silenziosa: in un’epoca in cui carne e selvaggina erano segno di ricchezza, proporre solo verdure sembrava un gesto folle. A guidarlo fu Ambrosius Hiltl, che scoprì nella dieta vegetariana un rimedio ai suoi problemi di salute.
Da lì iniziò un’avventura che oggi conta oltre 120 anni. Il buffet spettacolare offre centinaia di piatti internazionali, dalle spezie indiane agli antipasti mediterranei, fino a dessert che nulla hanno da invidiare all’alta pasticceria. Hiltl è un laboratorio culturale che ha anticipato i tempi, e ancora oggi attira zurighesi e viaggiatori curiosi.
Naturalmente, la Zurigo gastronomica non dimentica le sue radici. Lo Zürcher Geschnetzeltes, spezzatino di vitello in salsa cremosa servito con Rösti dorato, resta il piatto che racconta meglio di tutti la città. Nato nelle cucine borghesi dell’Ottocento, è un comfort food elegante, costruito sull’equilibrio tra delicatezza e sostanza.
Accanto a lui ci sono altri piatti tipici: il Birchermüesli, inventato a Zurigo dal medico Maximilian Bircher-Benner come colazione salutare a base di avena, mele e yogurt, oggi diffuso in tutto il mondo. O ancora la fonduta di formaggio, che nelle versioni cittadine si accompagna a pane di segale croccante, e le salsicce bratwurst, protagoniste delle feste popolari e dei mercati. Da non perdere, in autunno, le castagne arrostite vendute agli angoli delle strade, profumo inconfondibile delle giornate fresche.
Accanto alla tradizione, Zurigo ama sorprendere con proposte cosmopolite. Il Bebek, ospitato in un’ex officina, è una finestra aperta sul Medio Oriente: il calore delle spezie, il profumo del pane appena sfornato, i lampadari che evocano bazar lontani. Diverso, più notturno e glamour, è il 555+, dove i piatti giocano a intrecciare Asia e Mediterraneo, con cocktail che diventano parte integrante dell’esperienza.
E poi c’è il Bauernschänke, la nuova osteria urbana che ha conquistato i gourmand. È il volto contemporaneo di Zurigo, che parla di tradizione con il linguaggio del presente. Il concept è chiaro e invitante: il menu è pensato per essere condiviso, in un clima conviviale che promuove la scoperta e il dialogo tra piatti diversi. Specialità stagionali, ingredienti dai mercati locali (come quelli di Helvetiaplatz e Bürkliplatz) e un occhio vigile alle materie prime di eccellenza definiscono ogni portata.
Non manca però un tocco di internazionalità: se i sapori locali parlano, talvolta un ingrediente esotico li vanta con naturalezza, come un’acciuga, un’erba aromatica lontana o un tocco di agrume tropicale. L’atmosfera, essenziale e calda, riflette la modernità del design nordico, mentre la cantina conta oltre 250 etichette selezionate tra vignaioli innovativi.
Per scoprire la città gastronomica basta alzarsi presto e passeggiare tra i mercati. Alla Markthalle si trovano prodotti locali, formaggi alpini e vini del vicino Canton Ticino, ma anche spezie, erbe fresche e caffè artigianali. Nelle panetterie del centro si incontrano i pani speziati di segale, perfetti con il burro fresco. E nei caffè lungo la Limmat il tempo sembra rallentare: un Luxemburgerli con un espresso, un Hüppen come dolce accompagnamento, e subito ci si sente parte di una Zurigo intima e segreta.
Forse il vero lusso, a Zurigo, è proprio questo: prendersi il tempo. Fermarsi davanti alle vetrine di una cioccolateria, scegliere un dolce come fosse un gioiello, condividere un piatto di Rösti fumante in una taverna, lasciarsi sorprendere da un cocktail creativo in un ristorante contemporaneo. Zurigo nasconde itinerari gastronomici di rara intensità, capaci di raccontare la città meglio di qualunque guida.
A cura di Indira Fassioni