Per chi cerca esperienze gastronomiche

Tour gastronomico di Vienna, i migliori ristoranti e i piatti tipici

Mangiare a Vienna significa attraversare secoli di storia, sedersi a tavola con l’eredità culturale dell’Impero Austro-Ungarico e assaporare una cucina che unisce rigore, abbondanza e comfort borghese.

15 Lug 2025 - 05:00

Il piatto simbolo è senza dubbio il Wiener Schnitzel, la sottile cotoletta di vitello impanata e fritta nel burro chiarificato, accompagnata da patate lesse con prezzemolo e insalata di cetrioli all’agro. Ma accanto a questo, esiste un’intera geografia del gusto costruita su piatti come il Tafelspitz – manzo bollito servito con salsa di rafano e purea di mele –, il Gulasch di vitello, le zuppe chiare, le interiora cucinate con eleganza, e dolci sontuosi come la Sachertorte e lo Strudel di mele. I ristoranti storici della città, da Zum Schwarzen Kameel a quelli che animano i grandi caffè come il Central e il Landtmann, sono depositari di questa tradizione

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In particolare, Zum Schwarzen Kameel, aperto nel 1618, incarna lo spirito mitteleuropeo con i suoi sandwich aperti su pane nero, farciti con salumi, aringhe, formaggi e specialità che raccontano un Impero ormai scomparso ma ancora presente nel gusto. Gli ambienti in stile Jugendstil, le boiserie e i piatti senza tempo creano un’atmosfera che resiste ai cambiamenti, rappresentando una continuità culturale tanto nella forma quanto nella sostanza. Mangiare la cucina tradizionale a Vienna, oggi, non è solo una questione nostalgica: è un gesto identitario, che afferma l’attaccamento a un passato condiviso e la sua trasformazione in patrimonio quotidiano.

Bistrot urbani, vini naturali e pranzi tra le vigne: la nuova scena gastronomica

Vienna non è però prigioniera della sua storia. Da alcuni anni si sta affermando come una delle città più interessanti d’Europa per chi cerca esperienze gastronomiche leggere, stagionali, informali e sostenibili. Lontano dai riflettori dei ristoranti classici, è nata una nuova scena fatta di bistrot urbani, wine bar coraggiosi, cucine vegetali e luoghi che fondono il piacere della condivisione con quello della scoperta. Un esempio emblematico è Hans & Fritz am Steinberg, situato tra i vigneti del Nussberg, nel XIX distretto: un Buschenschank contemporaneo, dove si pranza all’aperto tra i filari, respirando aria di campagna a pochi minuti dal centro. Qui la cucina è semplice e autentica, pensata per accompagnare i vini biodinamici della tenuta Hajszan Neumann: taglieri di salumi locali, verdure di stagione, piatti caldi essenziali e insalate fresche compongono un menu sobrio ma soddisfacente.

Nel cuore della città, bistrot come Reznicek e Rosi si distinguono per l’approccio moderno alla cucina alpina e mitteleuropea. Reznicek, fondato da due ex sommelier, propone una rilettura intelligente dei piatti della tradizione viennese, tra cui spiccano cordon bleu e pesce "meunière", con una carta vini raffinata tutta incentrata su etichette austriache. Rosi, invece, adotta un modello più conviviale: brunch nel weekend e cene da condividere durante la settimana, in un ambiente minimalista che privilegia materiali naturali e prodotti vegetali. Al di là dei piatti, la vera protagonista della nuova Vienna è la cultura del vino naturale, che ha trovato casa in spazi come Rundbar, enoteca nel quinto distretto nata dal progetto Weinskandal. Qui si beve bene senza etichette blasonate: ogni calice è una storia, raccontata da chi serve, con attenzione alla vinificazione, al suolo, alla filosofia del vignaiolo. Pane rustico, burro di malga, formaggi affinati e piccoli piatti vegetali completano un’offerta che fa della semplicità un valore. È una Vienna giovane e cosmopolita, dove la cucina è un atto quotidiano, accessibile ma colto, spesso guidato da chef-sommelier e da una generazione attenta all’impatto ambientale e culturale del cibo.

Fine dining e sostenibilità: la nuova alta cucina viennese

 

Anche la ristorazione di alto profilo ha conosciuto a Vienna una profonda trasformazione, culminata nell’attribuzione di nuovi riconoscimenti da parte delle guide internazionali. Al vertice della scena gastronomica si colloca senza dubbio lo Steirereck im Stadtpark, ristorante iconico che ha ottenuto la terza stella Michelin nel 2025. Sospeso tra natura e rigore formale, immerso nel verde dello Stadtpark, Steirereck è guidato da Heinz e Birgit Reitbauer, veri pionieri della cucina territoriale d'autore. Il menu degustazione valorizza ingredienti locali – ortaggi antichi, pesci d’acqua dolce, erbe raccolte sul tetto – in una narrazione gastronomica sobria ed elegante, priva di ridondanze, che mette al centro il prodotto e l’equilibrio. L’ambiente, arioso e silenzioso, è pensato per favorire la concentrazione sensoriale, mentre la sala è gestita con calore e competenza. Steirereck rappresenta un modello di classicità reinterpretata, che ha trovato riconoscimento anche nella classifica The World’s 50 Best Restaurants, dove figura al 33° posto.

 
Accanto a questa eccellenza consolidata, cresce una scena di ristoranti stellati che unisce ricerca, sostenibilità e visione personale. Un caso emblematico è MAST Weinbistro, che ha ottenuto la stella verde Michelin per il suo impegno in materia ambientale. Fondato dai sommelier Matthias Pitra e Steve Breitzke, MAST propone una cucina raffinata servita in un ambiente informale, con menu degustazione costruiti attorno a ingredienti vegetali, pesci d’acqua dolce e carni allevate all’aperto. L’estetica è contenuta, la tecnica sottile, e la carta vini una delle più interessanti d’Europa in ambito naturale, con etichette austriache, francesi e slovene.

 
Completano il panorama ristoranti come Pramerl & the Wolf, una stella Michelin, dove lo chef Wolfgang Zankl smonta e ricompone la cucina austriaca con tono ironico e grande tecnica, e locali giovani dove il concetto di fine dining non è sinonimo di formalità, ma di precisione e consapevolezza. Vienna si conferma così come una capitale gastronomica in piena evoluzione: capace di guardare al futuro senza dimenticare la propria identità, e di far convivere con naturalezza lo schnitzel e il vino naturale, il carrello dei formaggi e il brunch vegetale, l’Impero e il cambiamento.

Di Indira Fassioni

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