Giornata Nazionale della Birra Artigianale: l’Italia celebra la sua birra
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Un’occasione per brindare alla creatività brassicola italiana, tra tradizione, innovazione e gusto locale
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Il 23 giugno si celebra la Giornata Nazionale della Birra Artigianale, ricorrenza che rende omaggio a uno dei settori più vivaci e identitari del panorama agroalimentare italiano. Istituita nel 2022 da Unionbirrai, associazione dei microbirrifici indipendenti, questa giornata celebra la cultura della birra artigianale, fatta con passione vera e ingredienti locali. Oggi i birrifici attivi sono oltre 1200, e ognuno racconta un pezzo del territorio, un’idea di gusto, uno stile.
Per l’occasione, ecco un piccolo viaggio tra alcuni dei birrifici artigianali italiani più rappresentativi: una cartina sensoriale dell’Italia brassicola, con le birre giuste per ogni palato e ogni regione.
Mastino (Veneto)
A Bussolengo (VR), Birra Mastino si ispira a Verona e agli Scaligeri, realizzando birra Artigianale Veramente, con orzo e luppolo coltivati in casa. Dal 2015, grazie alla sinergia tra Mauro Salaorni e Christian Superbi, il birrificio ha preso slancio, puntando su bassa fermentazione, maturazione in serbatoi orizzontali e zero filtrazione. Le etichette sono un inno alla città: Cangrande, Helles dorata ed erbacea; Altaluna, blanche speziata; 1291, Pils premiata e amaricata al punto giusto; Bern e San Zen, per chi ama la sostanza; Teodorico, Baltic Porter vellutata. Chi preferisce il luppolo, trova rifugio in Hope (in tre versioni, Session, American IPA e Light NEIPA) o nelle stagionali Crazy Shot.
Mukkeller (Marche)
A Porto Sant’Elpidio (FM), il birrificio di Marco e Fabio Raffaeli festeggia 15 anni di birra artigianale: solo integrale, non filtrata, lasciata riposare come si deve. Il malto è spesso autoprodotto, i luppoli arrivano da Europa e USA e l’acqua scende fresca dalle montagne. Le birre hanno personalità da vendere: la Hattori Hanzo è un’Imperial IPA decisa e grintosa; la Space Pigs, è una Double IPA resinosa per chi non teme l’amaro. Poi c’è la più gentile Californication, una IPA dal profilo agrumato, e Tulio, una Rye IPA speziata con un tocco di segale fuori dagli schemi.
Hilltop Brewery (Lazio)
Bassano Romano (VT) non è solo un angolo verde del Lazio, ma anche la casa brassicola di Conor Gallagher-Deeks, che dopo studi e cotte tra Regno Unito e Italia ha creato Hilltop: un mix perfetto di anima anglo-irlandese e terroir laziale. Oltre 50 etichette e un impianto inglese a infusione, con un gusto spiccato per la sperimentazione. Tra le creazioni da non perdere: Blanche de Bassano, witbier con scorza d’arancia e coriandolo; Smoke on the Stout, affumicata e avvolgente come una serata d’inverno; Hop Sword, IPA agrumata con un’amarezza che colpisce dritta al palato.
Serrocroce (Campania)
In Alta Irpinia, Monteverde (AV) è il borgo che ospita Serrocroce, Birrificio Agricolo guidato da Vito Pagnotta, che ha saputo coniugare tradizione contadina e innovazione sostenibile. Qui si produce birra con cereali, luppolo e spezie coltivati in casa. Per le birre diversi premi, da Slow Food all’Università della Birra, ma il fiore all’occhiello è Monteverde, la birra fatta con i cereali della comunità, disponibile solo in loco e a prezzo fisso. Ma il repertorio è più ampio: la Chiara, l'Ambrata, la Granum e la Luppolata.
Birrificio WAR (Lombardia)
Nato da un’azienda agricola familiare, WAR ha fatto il salto e oggi, a Cassina de’ Pecchi (MI), produce oltre 400 mila litri l’anno, gestiti da un impianto robotizzato e alimentati da malto autoprodotto. Alla regia ci sono Francesco Radaelli e Lorenzo Mascherini, premiati all’European Beer Star 2025 per la miglior Session IPA. Le birre non mancano di personalità: Francopils è una Pils classica, secca ed erbacea; Osanna, weiss bavarese profumata di banana e vaniglia prodotta con frumento Senatore Cappelli; Amen, American IPA gluten free tropicale e agrumata; Tutto Fatto, Double IPA con profumi di uva fragola e papaya; Cookies, bitter morbida per le giornate uggiose; Settimana Bianca, Tripel che scalda l’anima.
Birranova (Puglia)
Da “cacciatore di birre” a birraio, Donato Di Palma ha dato vita a Birranova nel 2007 a Triggianello (BA). Dopo anni di esperimenti e studi in Germania, ha costruito un catalogo di 14 birre, premiate in concorsi nazionali, che spaziano dai classici alle chicche più spinte. Tra queste: Giara, Blanche dorata agrumata e speziata; Nova Pils, Italian Pils erbacea e floreale; Arsa, Schwarz Rauch affumicata al grano arso con note di prugna. In una terra di vino, una birra così è un piccolo miracolo maltato.
Fabbrica Birra Perugia (Umbria)
Fondata nel 1875 e rifondata nel 2013 a Torgiano (PG) da Antonio Boco, Luana Meola, Matteo Natalini e il birraio Luca Maestrini, Birra Perugia è un pezzo di storia con spirito contemporaneo, con un nuovo impianto moderno e una taproom con vista birrificio. Vincitrice del titolo Birrificio dell’Anno 2016, oggi produce birre in tre linee: Classica, Creativa e Lab. Dalla Golden Ale, fresca e agrumata, alla Chocolate Porter, scura, avvolgente, con granella di cacao Ariba Nacional, fino alla Kiascio Native Grains IPA, IPA con malti umbri e note di albicocca, e alla Calibro7, American Pale Ale esplosiva con sette luppoli.
Antikorpo Brewing (Friuli-Venezia Giulia)
Nata nel caos pandemico a Sgonico (TS), Antikorpo è la risposta triestina a chi crede che la birra artigianale debba avere anche una personalità visiva e sociale. Dietro c’è Enrico Pastori, birraio con formazione internazionale, affiancato da Cristina Mirizzi, mente creativa e tatuatrice seriale di lattine, e da Filippo, Italo, Chiara e Lisa. Ogni birra è vegan-friendly, confezionate con attenzione alla sostenibilità e disegnate come piccole opere d’arte. Da provare: Grommet, Keller Pils gluten-free dal profumo di pane; Wahine, blanche con pompelmo e spezie; In the Flesh, DDH IPA al profumo di mango e un finale resinoso; The Age of Marmotta, bitter torbata al biscotto e tabacco.
Malto Lento (Molise)
A Castel del Giudice (IS), Malto Lento è il primo Birrificio Agricolo del Molise. Qui la birra nasce davvero nei campi, grazie ai campi biologici dell’azienda Melise, tra mele, orzo e luppolo ricostituito da antiche varietà. Sostenibilità, comunità e rispetto dei tempi della natura sono le colonne portanti. Il logo, firmato dal Circolo del Design di Torino, racconta questo equilibrio tra tradizione locale ed eleganza grafica. Tra le etichette: Pacifica, American IPA amara e luppolata; Elfo, English IPA al profumo d’arancia e sottobosco; Maggiolata, American Blonde Ale dolce e floreale.
Funky Drop (Calabria)
A Reggio Calabria, Funky Drop è l’alleanza di quattro amici e molta esperienza nel settore. Ingredienti locali, un tocco calabrese (dal bergamotto alla segale aspromontana) e tecnica. Hanno ricevuto importanti riconoscimenti, come il primo premio al Beer Calabria 2023 e il primo posto come Birra dell'anno 2024. La gamma è vivace: Plink, Keller a bassa fermentazione; PRSDÉ, Saison speziata e citrica; Strike, IPA tropicale con note di cocco e uvaspina; Bad Scott, Export Scotch Ale affumicata con finale da biscotto al burro.
Ofelia (Veneto)
A Sovizzo (VI), Ofelia è birra come scelta etica, con un nome che richiama l’antica Grecia e Shakespeare. Dietro c’è Andrea Signorini, birraio poetico con 50 ricette in repertorio. Tutto è curato internamente, dalla dalla macinatura al laboratorio interno di analisi. Divise tra permanenti e stagionali, tra le chicche ci sono Ride Coq Chili Peppers, Golden Ale al Carolina Reaper; Beergamotta, Summer Ale al bergamotto; Jungle Bird, American IPA ispirata al cocktail tiki, fresca e leggera.
Lariano (Lombardia)
Nato nel 2008 a Dolzago (LC), dalla passione da homebrewer di Emanuele Longo e Fulvio Nessi, Birrificio Lariano si caratterizza per la produzione di birra artigianale non filtrata, non pastorizzata e senza conservanti. Nel 2015, grazie al crescente successo, il birrificio si trasferisce a Sirone (LC), ed oggi produce dalle Lager limpide alle Ale complesse, passando per sperimentazioni in botte e contaminazioni acide. Dalla prima birra prodotta, La Grigna, Pils premiata Birra dell’Anno 2014 e 2015, a birre come Aura, Belgian Strong Ale speziata; Ciube, Double IPA agrumata e c;on luppoli americani; Salada, simil Gose con sale marino integrale di Sicilia. Il tutto decorato da etichette bellissime con animali buffi, occhi sgranati e colori vivaci.
Bondai (Friuli-Venezia Giulia)
A Sutrio (UD), alle pendici del monte Zoncolan, Bondai nasce in un ex mobilificio e prende nome dall’errata trascrizione del nome del quartiere Bondi di Sydney, ma è anche “bon dai” in dialetto friulano che significa “va bene, dai”. Il birraio Luca Dalla Torre, ex homebrewer, terzo posto Birraio Emergente 2022. La taproom è calda, essenziale, e ogni anno ospita il BONDAY, festival di birra e amicizia. Tra le birre premiate, Lamrock 62, Pacific Lager agrumata con luppoli neozelandesi; Lost Paradise, Berliner Weisse con lampone e passion fruit, premiata nel 2021 e 2024; Landscape, Landbier con profumi di fiori bianchi e crosta di pane, Birra dell’Anno 2025 per Unionbirrai.
Di: Indira Fassioni