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Da Lost in Traslation ai fiori di ciliegio: il whisky giapponese

I segreti di un distillato: un matrimonio, un attore di Hollywood e l’insuperabile capacità del popolo nipponico di eccellere 

Whisky giapponese 

Se fino alla fine del ventesimo secolo, parlando di Whisky si prendevano in considerazione solo tre nazioni, ovvero la Scozia, l’Irlanda (dove la dizione è di Whiskey, con la E) e gli Stati Uniti, dall’inizio del 2000 una nuova grande nazione pare essersi imposta nell’immaginario dei consumatori, ovvero il paese nipponico. Un fenomeno curioso, che vede come protagonista un paese geograficamente distante dalla tradizione anglo-americana a cui eravamo abituati, ovvero il Giappone. Com’è possibile che un paese così culturalmente e geograficamente lontano si sia riuscito ad imporre sulla scena internazionale come grande protagonista? La storia è molto bella ed affascinante e c’entrano un matrimonio, un attore di Hollywood e l’insuperabile capacità del popolo nipponico di eccellere se decide di fare qualcosa per bene.

 

L’inizio della distillazione del nobile distillato nell’impero del Sol Levante la si deve a Masataka Taketsuru che dopo averla studiata in Scozia la portò nel suo paese nel 1924. Non fu l’unica cosa che lo appassionò dell’isola d’Albione, visto che qui conobbe anche sua moglie, Rita, che lo seguirà quando deciderà di ritornare nella sua terra natia. Questa che sembra una semplice curiosità ha invece uno sviluppo inaspettato sulle scorte globali del Whisky giapponese, ma lo scopriremo tra qualche riga. Nel paese del Sol Levante dunque cominciano a sorgere le prime distillerie, che silenziosamente ma inesorabilmente producono ed invecchiano, anno dopo anno selezionando le migliori materie prime ed affinando la qualità. Un processo lento e meticoloso che viene sconvolto da un terremoto ad inizio del nuovo secolo: nel 2001 con la vittoria di Yoichi 10 anni del premio assegnato da Whisky Magazine .

 

Se questo evento aveva già acceso i riflettori sul paese asiatico tra gli addetti ai lavori, sarà un secondo elemento a catturare l’attenzione del mondo dei consumatori, ovvero il grande successo internazionale  del film “Lost in Traslation” nel quale Bill Murray interpreta una Star del cinema in declino, arrivata a Tokyo proprio per girare uno spot pubblicitario di una marca di whisky. Questo successo cinematografico proietta il distillato giapponese nell’immaginario generale e rende lo slogan molte volte ripetuto “for a relaxing time make it Suntory time” una frase di culto.

 

A quel punto la domanda globale scoppia, ma quando i buyer occidentali si presentano nei magazzini delle distillerie, li trovano molto più vuoti del previsto. Che è successo a quello stock che avrebbe dovuto accumularsi negli anni? Semplice, è stato comprato bottiglia dopo bottiglia dalle casalinghe giapponesi, che si sono appassionate al tema visto il grande successo della soap opera “Ritache racconta la storia della moglie scozzese di Masataka Taketsuru e del suo ambientarsi in Giappone.

 

 

Il Whisky Giapponese oggi

 

Sono passati quasi vent’anni, ed oggi il Whisky giapponese è una certezza, e addirittura ci sono delle bottiglie che sono diventate di culto, come ad esempio Hibiky, il capolavoro di Suntory (già, proprio quella distilleria per cui nel film di Sofia Coppola girava lo spot Murray). La distilleria non solo non è frutto dell’immaginazione degli sceneggiatori, ma è addirittura una delle più importanti al mondo: nata nel 1923, Suntory è rinomata come la pioniera del whisky giapponese per la sua House of Master Blender.

 

Il fondatore Shinjiro Torii costruì la prima distilleria di whisky di malto del Giappone a Yamazaki, eredità che passo al figlio di Torii e il secondo Master Blender di Suntory, Keizo Saji. Un’espansione che è continuata negli anni, con l’apertura di nuove distillerie come quella di Hakushu.

 

Ma oltre ai raffinati Single Malt, l’azienda ha voluto credere in un blend che potesse cambiare il percepito stesso della categoria: nasce così Hibikinel 1989 e da allora è stato accolto come il modello di The Art of Japanese Whisky: non è solo il whisky blended più premiato del Giappone, ma anche uno dei whisky più prestigiosi e onorati al mondo. Hibiki è una miscela armoniosa di vari whisky di malto e cereali delle distillerie Yamazaki, Hakushu e Chita della House of Suntory Whisky.

 

Questa delicata miscela crea un'unità che si dispiega un'orchestra completa di sapori e aromi, un’armonia unica come quella della Symphony No. 1 in C minor, Op. 68, di Johannes Brahms a cui il master blender si è ispirato per trovare il perfetto equilibrio tra le parti.

Tra le curiosità che molti non sanno su questa bottiglia iconica, c’è ad esempio la notizia che il vetro ha ventiquattro facce (o scanalature) per rappresentare le ventiquattro stagioni del calendario tradizionale giapponese, oppure che ne esiste una nuovissima versione presentata proprio in questi giorni in anteprima a Londra che si chiama Hibiki Blossom Harmony, che si contradistingue per un finish in botti di Sakura, il tradizionale albero di ciliegio.

 

La stagione dei fiori di Sakura all'inizio della primavera è sempre stata un'occasione di festa in Giappone, con molti raduni intorno ai bellissimi alberi di Sakura in fiore che ispirano i giapponesi ad apprezzare la vita mentre fiorisce. Hibiki Blossom Harmony cattura questo spirito gioioso fondendo una rara selezione di whisky rifiniti in botti di legno Sakura con diversi whisky di malto e grano stagionati per creare questo particolare Hibiki.

 

Un bellissimo modo di chiudere il cerchio, partendo da un prodotto internazionale, capendo come farlo nel migliore dei modi, e poi quando finalmente la padronanza è tale da essere maestria, arricchirlo con tocchi della propria cultura, facendolo sbocciare come fiori di ciliegio.

 

Di Indira Fassioni 

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