That’s Panaro conquista Milano
© Ufficio stampa
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Dal cuore del Parco Nazionale del Cilento a Milano, That’s Panaro è un fast food sostenibile e gourmet firmato Martina Di Bartolomeo
Nel cuore di Porta Venezia, in viale Piave a Milano, ha aperto i battenti That’s Panaro, il nuovo format gastronomico che promette di rivoluzionare il concetto di fast food con una proposta gourmet che mescola cultura, territorio e sostenibilità, fondato dall’imprenditrice Martina Di Bartolomeo, 34 anni, neo mamma e cittadina del mondo. Dopo la prima apertura a Sorrento, nel capoluogo lombardo arriva il secondo atto di un progetto destinato a lasciare il segno nella scena food milanese.
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Un nome che non è un vezzo creativo, bensì un manifesto culturale, carico di storia e identità. Il nome, infatti, è un omaggio diretto a un oggetto carico di significato, ossia “o’ panaro” che, nel dialetto del Sud Italia, è il cesto di vimini che viene calato o issato dai balconi, spesso legato a una corda, per passarsi cibo, denaro o piccoli acquisti tra un piano e l’altro. Una forma ancestrale di delivery, semplice e geniale, che unisce famiglie, vicini e bottegai, trasformando un gesto pratico in un rituale di comunità, fiducia e condivisione.
Un gesto che oggi rivive simbolicamente nell’idea di un locale che mette al centro la relazione tra produttore e cliente, la filiera corta e la cura del dettaglio. That’s Panaro riprende questo spirito, portandolo in chiave moderna dentro un format che non perde mai il contatto con le proprie radici.
Dimenticate il solito fast food: qui l’esperienza è veloce ma profonda, informale ma studiata. Con circa 20 coperti (interni ed esterni) e servizio take away e delivery rigorosamente plastic free, That’s Panaro abbraccia i valori della ristorazione contemporanea: velocità, qualità, accessibilità e sostenibilità. Un’opzione ideale per chi lavora o vive in zona, ma anche una tappa gourmet per chi vuole scoprire un angolo di Cilento a Milano.
Il menu è curato dallo chef Gian Marco Carlo del ristorante Principe di Pompei, storica insegna della ristorazione campana fondata nel 1986, il cui chef Francesco Aliberti fu uno dei primi cuochi del Sud Italia a ricevere la Stella Michelin. Un viaggio tra sapori e prodotti unici, molti dei quali riconosciuti come Presidi Slow Food, segno tangibile di un’identità locale forte e resistente. Ogni piatto è un racconto di territorio, pensato per essere accessibile, ma anche ricco di senso e memoria.
Quale esempio? La Mozzarella nella Mortella, immersa in foglie di mirto, come da tradizione cilentana, il Panino con soppressata di Gioi, salume raro, profumato e intenso, il Panino con polpo cbt e maionese all’aglio dolce, pomodori semi-dry, salsa al basilico, provola e songino, tecnica moderna, anima mediterranea, la Focaccia con pancetta arrotolata, marmellata di fichi bianchi del Cilento, blu di bufala e noci di Sorrento, in un equilibrio tra dolce, salato e sapido.
Ma anche primi piatti, come gli Gnocchi alla Sorrentina rivisitati, in versione con fonduta di fiordilatte e basilico, e l’Hummus di ceci di Cicerale con erbette, cipolla marinata e zeste di limone. Non mancano le opzioni gluten free, vegetariane e vegane, senza mai scendere a compromessi sul gusto.
L’anima del progetto è la giovane imprenditrice cilentana 34enne (e neo mamma) Martina Di Bartolomeo. Dopo esperienze formative tra Canada, California e New York, un Master in Marketing Management e anni nel lancio di startup enogastronomiche, ha deciso di portare a Milano un pezzo di casa, incarnando una nuova idea di imprenditoria femminile: determinata, empatica, coraggiosa.
That’s Panaro non è solo un locale, ma la narrazione di un’identità, la dimostrazione che si può fare impresa con radici e visione internazionale allo stesso tempo, costruendo un progetto imprenditoriale che ha l’ambizione di parlare al cuore (e allo stomaco) di tutti.
Il cuore pulsante di That’s Panaro è il legame con l’azienda agricola di famiglia “Le Starze”, nel Parco Nazionale del Cilento. Un’estensione di 130 ettari dove si allevano vacche, capre e pecore al pascolo libero e si producono prodotti latticini con latte crudo, senza fermenti, secondo pratiche artigianali e nel rispetto dei principi dell’agricoltura organica rigenerativa. Una scelta che tutela la biodiversità, garantisce benessere animale e difende le radici culturali del territorio.
Tra i prodotti di punta prodotti nell’azienda a conduzione familiare, ci sono la Mozzarella nella Mortella, il Cacioricotta di capra del Cilento, l’Olio EVO biologico DOP Cilento, e ancora ricotta, fiordilatte e caciocavallo artigianali.
Firmato dall’architetto Libia Cuomo, lo spazio si presenta caldo e accogliente, con materiali naturali come legno, metallo e paglia. I panari appesi al soffitto diventano elementi scenografici e simbolici, mentre l’illuminazione soffusa, le scritte in dialetto come “Magnatill” e una palette ispirata ai paesaggi mediterranei creano un’atmosfera conviviale e unica. Il locale non è solo un posto dove mangiare, ma un ambiente in cui si respira una storia.
That’s Panaro è il Cilento che si fa urban, il fast food gourmet che parla il linguaggio della lentezza, l’imprenditoria che ha il sapore buono della terra. Un nuovo indirizzo da segnare in agenda per chi cerca autenticità, gusto e visione.
Di Indira Fassioni