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La storia a tavola: dalle polpette di Manzoni alle pere di Luigi XIV

Nel "Dizionario irresistibile di storie in cucina" di Paola Trifirò Siniramed troviamo duemila anni di aneddoti culinari e ricette 

Ci sono pagine e capitoli di libri in cui ci si tuffa per imparare, per puro divertimento, e a volte anche per dimenticare. Chiamasi biblioterapia. Il libro come casa, come rifugio, come cura, come fonte di evasione. Soprattutto al tempo nero della pandemia.   

Ne sa qualcosa la scrittrice e avvocatessa Paola Trifirò Siniramed, che ai 4500 libri che costituiscono la sua preziosa biblioteca culinaria, adesso ne aggiunge uno fresco di stampa, che porta la sua firma: il Dizionario irresistibile di storie in cucina.     

 

Una genesi che profuma di lieviti e farine introvabili al supermercato, di pizze sfornate e postate su tutti i social. Di un periodo di lockdown da vivere come occasione dedicando mente e tempo a dolci e salate e letterarie evasioni raccolte in 274 pagine edite da Cairo. “Era un momento bruttissimo. Tanti amici non uscivano di casa per paura del coronavirus e io non riuscivo a stare con le mani in mano”, racconta l'autrice.

 

E così, una ricetta quotidiana scambiata con gli amici su WhatsApp, è diventata presto qualcosa di più: "una passeggiata ghiotta e divertente fra storia, curiosità e ricette", snocciolate dalle A alla Z. Dalla bottarga dei Faraoni alle pere amate dal Re Luigi XIV, dalle polpette del Manzoni al ragù di Eduardo De Filippo fino al tiramisù di Casanova, la cultura culinaria e letteraria di Paola Trifirò Siniramed non conosce confini geografici e nemmeno l'oscurantismo a tavola. Piuttosto predispone il palato a ogni tipo di ingrediente, gusto o piatto che abbia una storia da raccontare.

 

E' proprio il caso di dirlo, tutto fa brodo: "Io penso che bisogna incentivare la cultura del cibo scoprendo che è sempre lo stesso da quando è stata scoperta la fiamma, che ha delle radici. Quello che leggi, quando leggi - Seneca piuttosto che Cicerone - ti riporta alla quotidianità". 

 

Quel Cicerone che in una delle sue molte Epistulae confidava ad un amico di voler assaporare al mare "triglie e sogliole grandi", che la scrittrice ripropone con una versione ai funghi porcini e con innumerevoli riferimenti bibliografici, "frutto di una formazione classica, di una grande passione per la cucina e di tanta esperienza sul campo fatta con grandi chef a cominciare dal passato, come Pina Bellini, Andreas Hellrigl, Gualtiero Marchesi e l'indimenticabile maestro e amico Luigi Veronelli".

 

Il viaggio del gusto tocca le terre siciliane con l'etimologia e la bontà della "caponata", approda sulle coste Greche tra miti, leggende e "dolmades" (involtini di foglie di vite), arriva oltreoceano facendo scorpacciate di hamburger tanto cari ad Elvis e "ostriche Rockfeller", versione preferita dall’autrice e "rubata" a un barman di New York in uno dei primi viaggi da ragazza. Non manca la tappa in Francia, culla di quel Re Sole sedotto dalle pere, alla cui corte Louis de Bechamel ebbe il tempo di "inventare" la besciamella, consegnata poi alla storia della gastronomia.

 

Quelle che ritroviamo nel Dizionario Irresistibile di Storie in Cucina "non sono vere e proprie ricette", tiene a precisare Paola Trifirò Siniramed: "La ricetta va fatta con dosi, tecnica. Io do spunti, idee per sperimentare nuove cose, far conoscere magari anche cibi nuovi e di paesi lontani, far scoprire pezzi di storia che si mangiano". Come i sandwich, protagonisti di uno spassoso racconto di Woody Allen: "lo leggevo già da giovane", spiega l'autrice, "è rimasto nei miei ricordi e lo racconto volentieri così come tante altre curiosità che ho scoperto sfogliando pagine di libri anche inglesi, americani".

 

In questo alfabeto culinario rivivono secoli di dominazioni, tradizioni, culture, sapori, odori, che hanno fatto e continuano a fare storia. Si incontrano il sapere, l'arte e una passione "nata dal desiderio di allegria, affetto e calore umano con scambio di idee e arricchimento, e che a tavola trova la sua celebrazione".  Per dirla alla Rossini, in questo Dizionario "lo stomaco è il direttore che dirige la grande orchestra delle nostre passioni".  

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