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Emergenza siccità in Namibia, il governo mette all'asta mille animali selvatici

Lʼiniziativa, spiega il ministero dellʼambiente, servirà sia a sfoltire le mandrie aumentando le possibilità di sopravvivenza, sia a ottenere fondi per il potenziamento dei parchi naturali

Emergenza siccità in Namibia, il governo mette all'asta mille animali selvatici - foto 1
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Il governo della Namibia, Paese dell'Africa meridionale che quest'anno è particolarmente provato dalla siccità, ha annunciato l'intenzione di vendere mille animali provenienti dai suoi parchi nazionali ad allevamenti di selvaggina che li useranno poi per la caccia.

L'obiettivo dichiarato del ministro dell'ambiente è quello, riducendo gli animali in competizione per l'acqua, di aumentare le possibilità di sopravvivenza dei rimanenti.

Inoltre, vendendo gli animali (che nelle intenzioni sarebbero tra 500 e 600 bufali, 150 antilopi sprinbok, 65 orici, 28 elefanti, 20 impala, 35 antilopi eland, 16 gnu, 60 giraffe e 16 antilopi cudù), il governo spera di riuscire a raccogliere almeno 1,1 milioni di dollari da destinare al potenziamento e alla gestione dei parchi naturale e delle riserve del Paese.

Romeo Muyunda, portavoce del ministero dell'Ambiente, ha spiegato che "la condizione dei pascoli nella maggior parte dei nostri parchi è ormai particolarmente compromessa, e se non riduciamo subito il numero di animali ne perderemo molti di più perché inizieranno tutti a morire di fame". E poiché quella di quest'anno è una siccità che ha portato a una situazione particolarmente critica (è la seconda in tre anni, e a maggio il presidente Hage Geingob ha dichiarato lo stato d'emergenza nazionale), "il ministero vorrebbe vendere diversi tipi di specie agli allevamenti di selvaggina così da preservare i pascoli e, al contempo, ricavare i fondi necessari per la gestione dei parchi e della fauna".

L'asta per la vendita degli animali passerà attraverso il Game Products Trust Fund, organismo creato nel 1997 che già si occupa della regolamentazione della caccia e della vendita di prodotti animali reinvestendo il ricavato in attività di conservazione e di lotta al bracconaggio.