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Dalla guerra a Kiev la disperazione dell'attivista animalista Tamara Tarnawska: "Non posso più sfamare i miei mille cani e 500 gatti"

Ex giornalista svizzera all'Onu di Ginevra, dal 1996 si batte in tutta l'Europa dell'Est per la salvaguardia degli animali. In prima fila contro il filorusso Yanukovich, non si arrende. E parte una raccolta fondi

Tamara, l'attivista animalista che non lascia Kiev per non abbandonare i suoi mille cani e 500 gatti

E' un'irriducibile Tamara Tarnawska, ex giornalista svizzera all'Onu di Ginevra, a Kiev dal 1996 per la protezione degli animali e in prima fila a EuroMaidan, nel 2014, per chiedere le dimissioni del presidente filorusso Viktor Yanukovich.

Fu tra le prime ad accusarlo della strage di randagi in vista degli Europei di calcio del 2012. E anche per tutto questo è una donna nel mirino. Ma alla vigilia della guerra e nonostante l'infuriare dei bombardamenti ha deciso di non abbandonare Kiev, perché il rifugio di randagi che ha creato e che accoglie mille cani e 500 gatti, non può fare a meno di lei. Si ripara in un bunker ricavato nei sotterranei della metro di Kiev e da lì cerca di far arrivare in Europa il suo grido di disperazione: "Aiutatemi, non posso più sfamare i miei cani e i miei gatti". Ed è stata avviata una raccolta fondi.

 

"Sono sola, la maggior parte dei miei amici ha lasciato la città. Tremo particolarmente per la sopravvivenza dei cani e gatti del rifugio che ho creato - ha raccontato in una telefonata disperata a Lematin.ch. - Non posso più andarci: si trova a dieci chilometri da Kiev e la città è circondata dalle forze russe. I miei tre aiutanti, rimasti lì, hanno imparato a usare molotov per cercare in qualche modo di difendersi".

 

"Noi qui abbiamo cracker e poca acqua, - continua - abbiamo fame e freddo, ma peggio è la condizione del mio rifugio a Pirogovo".

 

Ucraini in fuga anche con cani e gatti: leggi speciali per far entrare in Europa gli animali domestici

Migliaia di profughi ucraini si stanno riversando in Europa per fuggire alla guerra. E molti di loro cercano di portare in salvo i propri animali domestici. E per dare anche a cani e gatti di trovare un posto sicuro diversi governi stanno emettendo deroghe sanitarie per consentire l'ingresso anche ad animali a cui magari manca il libretto sanitario.

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A raccogliere per primo il suo grido d'allarme e a rilanciarlo in Europa è stato il suo amico e collega Tomi Tomek di Sos Chats a Noiraigues, in Svizzera. "E' in corso una raccolta fondi sul nostro sito e con la collaborazione in Francia della Fondazione Brigitte Bardot attraverso il loro sito - riferisce Tomek sempre a Lematin.ch. - Ho anche chiesto aiuto a Frank Weber del rifugio St-Franziskus ad Amburgo: noleggerà un camion per trasportare cibo e medicine per il rifugio di Tamara a Kiev, appena la situazione lo consentirà".

 

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