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A Mascalucia (Catania) randagismo addio | Il sindaco a Tgcom24: "Ci sta a cuore anche la dignità degli animali"

I cani liberi nel territorio vengono catturati, sterilizzati, microchippati, reimmessi previo parere veterinario e seguiti da tutor autorizzato. "Ma l'obiettivo finale resta la loro adozione", precisa Vincenzo Magra

Fotogallery - Lotta al randagismo, il progetto del collare rosso a Mascalucia (Catania)

Un Comune che si prenda cura anche di loro, dei cani liberi sul territorio, perché non diventino un pericolo per sé e per i cittadini.

E' il sogno di ogni volontario animalista che cerca di strappare alla strada cuccioli e non solo. Ma che è diventato realtà a Mascalucia, 32mila abitanti in provincia di Catania. In che modo? "E' un lavoro di team dell'amministrazione tutta che condivide questo progetto per dare attenzione a quelli che sono i nostri amici a quattro zampe coinvolti nel fenomeno del randagismo, con l'assessore al randagismo Angelo Caponnetto, la polizia locale con il Comandante Orazio Vecchio e gli ispettori Currò e Patti, tutti i volontari", spiega a Tgcom24 il sindaco Vincenzo Magra. La finalità di questa vera e propria "task force" contro il randagismo, che rende questo comune siciliano un esempio da emulare, è l'adozione futura di questi cani, "permettendo anche di svuotare i canili e dare loro la dignità alla vita che ogni animale merita di avere", aggiunge il primo cittadino.

A Mascalucia (Catania) randagismo addio | Il sindaco a Tgcom24: "Ci sta a cuore anche la dignità degli animali" - foto 1
Tgcom24

Da cosa nasce questa nuova iniziativa contro il randagismo?
"Il fenomeno del randagismo è da noi seguito da sempre, fin dalla mia prima amministrazione. E lavorando sull'obiettivo di contrastarlo e studiando le varie modalità, anni fa ero rimasto colpito da un servizio tv sull'esempio di un piccolo comune del Nord Italia che sosteneva gli adottanti dei cani del canile, per svuotarlo. Io ragionavo sul fatto che 100 cani ospitati dal Comune costano 4 euro al giorno e diventano una spesa importante all'anno. Così dapprima l'idea di RandagiAmo e già nel nome si sottolinea il nostro amore per gli animali: portare, cioè, cuccioli e cani adulti dal canile al mercato settimanale per cercare loro casa, offrendo in cambio sostegni alimentare e sanitaria. Ma questo non bastava e così non ci siamo fermati qui".

 

Qual è stato il passo successivo che ha portato al progetto del collare rosso?
"Ci siamo accorti che era fondamentale il controllo delle nascite dei randagi sul territorio. I branchi si erano impadroniti del centro città e del parco dove si svolgono manifestazioni ed eventi. Tante le lamentele e le segnalazioni alla polizia locale di cittadini preoccupati per la loro incolumità e per quella dei loro figli. Così, con fondi inizialmente comunali e aprendo su un'area comunale bonificata un'Oasi canina, grazie alla presenza di volontari, abbiamo continuato a far vivere liberi ma nella sicurezza di tutti i cani che venivano prelevati dalla strada in base alla normativa. Ma l'oasi resta comunque uno spazio di transito in attesa di trovare una famiglia agli attuali 30 ospiti. Mentre per altri c'è il collare rosso".

 

E siamo arrivati alla novità. Cos'è questo collare rosso?
"Il salto di qualità del nostro progetto nella lotta al randagismo arriva con l'erogazione una tantum di un finanziamento regionale pari a 30mila euro. Si tratta di un quarto dei fondi destinati dalla Regione Sicilia su 1,245 milioni di euro per la provincia etnea sui 5 totali per tutta l'isola. Allo stato attuale abbiamo circa 180 cani sul territorio: sterilizzare consente di non creare una sovrappopolazione, ma - ripeto - lavoriamo tanto anche sulle adozioni. Su segnalazione catturiamo i cani liberi frutto di abbandono che vengono segnalati, li catturiamo per censirli e microchipparli, sterilizziamo per ora solo le femmine, e previo parere del veterinario dell'Asp quelli che non sono mordaci e non hanno bisogno di particolari cure, vengono reimmessi nel territorio, seguiti da un tutor autorizzato, con cibo e cure, ma senza privarli della libertà. I cittadini possono stare tranquilli: li riconoscono da un collare rosso".

 

Che numeri abbiamo raggiunto?
"Da febbraio abbiamo agito su 22 cani e 15 sono già tornati per strada in sicurezza, riuscendo cioè a mantenerli liberi, ma senza che rappresentino un pericolo per i cittadini. Ma resta chiaro il nostro obiettivo".

 

Quale?
"Anche questi cani sono adottabili e agli adottanti continuiamo a offrire non un sussidio economico, ma di carattere alimentare e sanitario. E li monitoriamo per qualche tempo".

 

Come ha reagito la cittadinanza?
"La risposta è ottimale. E' un gran sollievo vedere la città libera da branchi di cani e anche ora le spese del Comune per il canile sono più contenute, senza dimenticare che al cane randagio, con l'adozione, regaliamo una casa che lo svincola da un esilio a vita in un gabbione. Anche a loro un Comune deve garantire dignità e siamo orgogliosi di essere un Comune virtuoso".

 

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