l'intervista

Capobianco (Conflavoro Pmi) a Tgcom24: "Dazi? Tutelare e promuovere di più il Made in Italy"

Nel corso dell'intervista affrontati anche"temi come la manovra e l'impatto della burocrazia su imprese e investimenti

28 Ott 2025 - 16:38
09:33 

"Riguardo al panorama economico attuale, come imprese, non ci possiamo lamentare. Rispetto a quello che avviene nel mondo, l'Italia ha retto e i conti, con questo governo, sono in ordine". Esordisce così in diretta su Tgcom24 Roberto Capobianco, presidente nazionale Conflavoro Pmi. E nel corso dell'intervista affronta temi come la manovra, l'impatto della burocrazia su imprese e investimenti e i dazi.

"La Manovra - commenta Capobianco - sta portando una previsione dello 0,5-0,6-0,7% nei prossimi anni e speriamo possa esserci una produzione più alta che possa spingere i nostri mercati. Abbiamo vissuto anni difficili, dal caro-energia alla guerra russo-ucraina, la crisi in Medioriente e le nostre imprese hanno dimostrato, nonostante tutto, anche questa volta di essere imprese resilienti. La Manovra va in continuità per tenere i conti in ordine, punta ancora ad alleggerire il peso fiscale per il lavoro dipendente con uno sgravio Irpef importante, ma, come già detto in audizione a Palazzo Chigi, abbiamo bisogno anche di portare segnali di positività alle nostre imprese con delle misure che possano essere degli incentivi veri".

"Il governo - aggiunge - sta facendo di tutto per permettere alle imprese di resistere, ma dobbiamo anche stimolare l'impresa a investire ancora di più. La burocrazia frena le imprese, come è emerso in un nostro rapporto con la Luiss Business School, analizzando il sentiment di circa 650 imprese che operano sul territorio italiano nei settori manifattura, costruzioni, commercio, turismo e servizi, con una presenza maggiore di micro imprese (322). Bene, il 93% delle imprese italiane ritiene che leggi, regolamentazioni e adempimenti burocratici abbiano un impatto problematico sulle loro attività e di queste, oltre la metà (il 48%), lo considera significativamente negativo, con conseguente aumento dei costi, diretti e indiretti. Un risultato che non ci sorprende e che soprattutto frena gli investitori stranieri. Abbiamo chiesto, come primo punto, che la burocrazia non sia un ostacolo ma un alleato delle imprese".

"I dazi - conclude Capobianco - vanno ad aggiungersi a tutto ciò che abbiamo visto negli ultimi anni. Alcuni settori sono già penalizzati dalle prime misure degli Usa e ancora vivono nell'incertezza, ma grazie al governo Meloni possiamo avere una speranza in più che non ci possano essere ulteriori costi che vadano a ricadere sia sull'approvvigionamento delle nostre manifatture italiane, dei nostri beni, sia per quanto riguarda poi l'aumento dell'inflazione e il calo del potere d'acquisto dei cittadini. Gli Usa sono un partner importante, ma dall'altra parte dobbiamo anche pensare che, come esistono i dazi, bisogna tutelare e promuovere ancora meglio il nostro Made in Italy. E la nostra associazione di categoria ha lanciato un altro progetto al ministero delle Imprese che è la certificazione di origine e di tipicità italiana".