I ricercatori della Columbia University di New York hanno sviluppato le prime macchine dotate del cosiddetto "metabolismo meccanico", cioè in grado di auto-assemblarsi, auto-migliorarsi e ricombinare i propri componenti
di Francesca CantoPer essere veramente autonomi, i robot non devono soltanto pensare da soli, ma essere anche in grado di sostenersi fisicamente, di integrare risorse dall'ambiente, crescendo e riparandosi da soli, come una pianta o qualsiasi altra forma di vita biologica. Partendo da quest'idea, i ricercatori della Columbia University di New York hanno sviluppato le prime macchine dotate del cosiddetto "metabolismo meccanico", cioè in grado di auto-assemblarsi, auto-migliorarsi e ricombinare i propri componenti. Come le forme di vita biologica si costituiscono partendo dagli amminoacidi assemblati in polipeptidi, analogamente i robot modulari si costituiscono di componenti semplici e standardizzati: unendosi danno origine a strutture più complesse. E così gli scienziati dell'università americana hanno lavorato affinché le parti basilari del robot fossero in grado di replicarsi e migliorarsi grazie all'Intelligenza artificiale.