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G7, restano le distanze Usa-Ue sui dazi

"La dichiarazione finale è stata firmata da tutti, malgrado le tensioni sui dazi", aveva annunciato trionfante il premier canadese Trudeau. Poi la sorpresa Trump

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I leader del G7 hanno evitato, almeno formalmente, la spaccatura ma non hanno trovato l'accordo quasi su nulla.

Eccetto il limatissimo documento finale ("firmato da tutti malgrado le tensioni sui dazi", aveva spiegato il premier canadese Trudeau prima del dietrofront di Trump), restano le distanze sui temi più importanti, tra Usa e Ue, come la questione dazi. Dal summit di Charlevoix, in Canada, è emerso un impegno per ridurre le barriere commerciali. G7: "Avanti con sanzioni alla Russia".

Nuovi negoziati e impegno a combattere il protezionismo - L'unica cosa certa di questo G7 (il prossimo si terrà in Francia nel 2019) è stata la volontà chiara di raggiungere un compromesso almeno sulla dichiarazione finale. I leader del G7 hanno firmato un testo di compromesso commerciale, che non risolve l'attuale contenzioso tariffario ma propone nuovi negoziati. "Sottolineiamo il ruolo cruciale di un sistema commerciale internazionale basato su regole e continuiamo a combattere il protezionismo", recita il comunicato finale, aggiungendo: "Siamo impegnati a modernizzare l'Organizzazione mondiale del commercio per renderlo più equo al più presto possibile. Faremo del nostro meglio per ridurre le barriere tariffarie, le barriere non tariffarie e le sovvenzioni". 

Conte: "Riformare il Wto" - Il primo ad annunciare una intesa sul commercio era stato proprio il presidente del Consiglio italiano, Giuseppe Conte: di "dazi, tariffe e barriere si è molto discusso al G7, ma posso anticiparvi che abbiamo raggiunto un accordo e abbiamo tutti convenuto che il sistema del commercio internazionale basato sul Wto è un po' datato, richiede un adeguamento alle realtà sociali ed economiche". Il lavoro degli sherpa ora si concentrerà dunque ora per stabilire limiti e confini di questo 'adeguamento' dell'organizzazione mondiale del commercio, davanti alla quale l'Ue ha appena denunciato Usa e Cina.

Macron e la Merkel: "Opinioni diversi dagli Usa" - La cancelliera tedesca Angela Merkel però è stata chiara: "Non abbiamo risolto i problemi nel dettaglio, abbiamo opinioni differenti dagli Usa". E lo ha ribadito il presidente francese Emmanuel Macron: "La dichiarazione sul commercio non risolve tutti i problemi".

Macron: "Sul clima posizione ambiziosa a 6, senza gli Stati Uniti" - Macron ha parlato anche del clima. "Abbiamo una posizione ambiziosa a 6, senza gli Stati Uniti. Questa non è una novità".

"Avanti sanzioni alla Russia, pronti a rafforzarle" - Il G7 ha confermato "la prosecuzione delle sanzioni alla Russia perché non ha dimostrato di applicare gli accordi di Minsk. "Se le sue azioni lo richiedessero, siamo pronti ad adottare ulteriori misure restrittive per aumentare i costi per la Russia". "Sollecitiamo la Russia a cessare il suo comportamento destabilizzante, a cessare - hanno chiesto i leader - di minare i sistemi democratici e il suo supporto al regime siriano. Condanniamo l'attacco con gas nervino a Salisbury".

In realtà, rispetto ai toni apocalittici del primo giorno qualcosa è cambiato. Lasciando il vertice in anticipo per evitare nuove frizioni sul cambiamento climatico, Trump ha usato toni più concilianti nei confronti dei partner del G7. "Gli Usa sono stati trattati ingiustamente sul commercio - ha detto - io non do la colpa agli altri, do la colpa ai nostri leader passati. Abbiamo perso 817 miliardi di dollari sul commercio, è ridicolo e inaccettabile". Ma sui dazi imposti dal primo giugno non è arretrato di un millimetro. Anzi, ha fatto un salto in avanti, mandando un messaggio chiaro ai partner europei: "Se pensano a rappresaglie stanno compiendo un errore".

Trump: "Non appoggiamo più il comunicato finale del G7" - Ma poi Trump ci ha ripensato, attaccando duramente duramente il premier canadese Justin Trudeau.

Le rappresaglie, in realtà, sono già pronte: su 180 prodotti, tra i quali molti simboli del 'made in Usa' come le Harley Davidson e i jeans Levi's, dal 21 giugno scatteranno tariffe supplementari del 25%. E la minaccia del tycoon, secondo chi ha seguito il dossier, può essere letta solo in un senso: le tanto temute tariffe sulle auto. Che però andrebbero a tutelare i lavoratori americani, che il presidente Usa cita spesso quando parla di dazi, solo fino a una certo punto. Basti pensare che la Germania produce in Usa oltre 800mila auto l'anno, dando lavoro a oltre 100mila persone. Forse per questo Trump, come nel suo stile, dopo aver avvertito i partner ha anche lanciato una proposta di segno completamente opposto. "Il commercio dovrebbe essere libero da tariffe, barriere e sussidi", ma i dazi devono cadere "per tutti", ha detto.

Trump: "Russia di nuovo nel G8", ma Mosca non ci sta - I leader hanno cercato di evitare spaccature ma un comunicato congiunto non può certo bastare ad arginare la profonda distanza registrata al summit, anche sulla Russia, con Trump che anche ha ribadito il desiderio, tra l'altro non corrisposto nemmeno da Mosca ("La Russia non ha mai chiesto di essere reintegrata nel G8 e ritiene che il G20 sia il formato più promettente per il futuro") di far rientrare Putin nel club dei Grandi. Insomma, quel 'G6+1' paventato il primo giorno se non si è materializzato nella dichiarazione finale, si è consumato nei fatti. Anche nei dettagli. Il tycoon non solo se n'è andato prima ma è stato anche l'ultimo ad arrivare sabato mattina, saltando in pieno il discorso di Justin Trudeau e irritando non poco il padrone di casa, che ha annunciato di voler iniziare "senza aspettare i ritardatari".