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Umberto Eco: le frasi più celebri, dai social al terrorismo

Con i suoi scritti e i suoi interventi il semiologo ha lasciato unʼimpronta molto forte non solo nella cultura italiana, generando dibattiti e suscitando quesiti su temi politici e di attualità

Umberto Eco: le frasi più celebri, dai social al terrorismo - foto 1
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A 84 anni se ne va un intellettuale di spessore mondiale, che, con i suoi scritti e i suoi interventi, ha lasciato un'impronta molto forte non solo nella cultura italiana, generando dibattiti e suscitando quesiti su temi politici e di attualità: ecco alcune delle sue frasi più celebri.

I SOCIAL E GLI IMBECILLI - "I social media danno diritto di parola a legioni di imbecilli che prima parlavano solo al bar dopo un bicchiere di vino, senza danneggiare la collettività. Venivano subito messi a tacere, mentre ora hanno lo stesso diritto di parola di un Premio Nobel. È l'invasione degli imbecilli". Incontro con i giornalisti nell'Aula Magna della Cavallerizza Reale a Torino in occasione del conferimento della laurea honoris causa in Comunicazione e Cultura dei media.

CHI NON LEGGE - "Chi non legge, a 70 anni avrà vissuto una sola vita: la propria. Chi legge avrà vissuto 5.000 anni: c'era quando Caino uccise Abele, quando Renzo sposò Lucia, quando Leopardi amminirava l'infinito... Perchè la lettura è un'immortalità all'indietro". Da "Perché i libri allungano la vita, La bustina di Minerva", L'Espresso, 2 giugno 1991

COMPUTER NON È INTELLIGENTE - "Il computer non è una macchina intelligente che aiuta le persone stupide, anzi, è una macchina stupida che funziona solo nelle mani delle persone intelligenti". Dalla prefazione a Claudio Pozzoli "Come scrivere una tesi di laurea di laurea con il personal computer".

DISCORSO ALLE MATRICOLE - "Di qualsiasi cosa i mass media si stanno occupando oggi, l'università se ne è occupata venti anni fa e quello di cui si occupa oggi l'università sarà riportato dai mass media tra vent'anni. Frequentare bene l'università vuol dire avere vent'anni di vantaggio. È la stessa ragione per cui saper leggere allunga la vita. Chi non legge ha solo la sua vita, che, vi assicuro, è pochissimo. Invece noi quando moriremo ci ricorderemo di aver attraversato il Rubicone con Cesare, di aver combattuto a Waterloo con Napoleone, di aver viaggiato con Gulliver e incontrato nani e giganti. Un piccolo compenso per la mancanza di immortalità. Auguri". Da un discorso alle matricole di Scienze della Comunicazione a Bologna, 2009

DUE TIPI DI LIBRO - "Ci sono due tipi di libro, quelli da consultare e quelli da leggere. I primi (il prototipo è l'elenco telefonico, ma si arriva sino ai dizionari e alle enciclopedie) occupano molto posto in casa, sono difficili da manovrare, e sono costosi. Essi potranno essere sostituiti da dischi multimediali, così si libererà spazio [...] I libri da leggere non potranno essere sostituiti da alcun aggeggio elettronico. Sono fatti per essere presi in mano, anche a letto, anche in banca, anche là dove non ci sono spine elettriche, anche dove e quando qualsiasi batteria si è scaricata, possono essere sottolineati, sopportano orecchie e segnalibri, possono essere lasciati cadere per terra o abbandonati aperti sul petto o sulle ginocchia quando ci prende il sonno, stanno in tasca, si sciupano, assumono una fisionomia individuale a seconda dell'intensità e regolarità delle nostre letture [...] Il libro da leggere appartiene a quei miracoli di una tecnologia eterna di cui fan parte la ruota, il coltello, il cucchiaio, il martello, la pentola, la bicicletta. Da "La Bustina di Minerva", L'Espresso 1985

IL TERRORISMO - "Quando il terrorismo perde, non solo non fa la rivoluzione ma agisce come elemento di conservazione, ovvero di rallentamento dei processi di cambiamento". Da "Sparare perchè nulla cambi", La Repubblica, 22 marzo 2002

WIKIPEDIA - "Quanto ci si deve fidare di Wikipedia? Dico subito che io mi fido perché la uso con la tecnica dello studioso di professione [... ] Ma io ho fatto l'esempio di uno studioso che ha imparato un poco come si lavora confrontando le fonti tra loro. E gli altri? Quelli che si fidano? I ragazzini che ricorrono a Wikipedia per i compiti scolastici? [... ] da gran tempo io avevo consigliato, anche a gruppi di giovani, di costituire un centro di monitoraggio di Internet, con un comitato formato da esperti sicuri, materia per materia, in modo che i vari siti fossero recensiti e giudicati quanto ad attendibilità e completezza". Da "Ho sposato Wikipedia?", L'Espresso, 4 settembre 2009

MIKE BONGIORNO - "Mike Bongiorno non si vergogna di essere ignorante e non prova il bisogno di istruirsi. Entra a contatto con le più vertiginose zone dello scibile e ne esce vergine e intatto [... ] pone grande cura nel non impressionare lo spettatore, non solo mostrandosi all'oscuro dei fatti, ma altresì decisamente intenzionato a non apprendere nulla". Da "Diario minimo", 1963

SCELTA SU MORTE - "Io ho il diritto di scegliere la mia morte per il bene degli altri". Da "Perché ho il diritto di scegliere la mia morte", La Repubblica, 2009.

PARANOIA COSPIRAZIONE - "La paranoia della cospirazione universale non finirà mai e non puoi stanarla perché non sai mai cosa c'è dietro. È una tentazione psicologica della nostra specie. Berlusconi ha passato tutte le sue campagne elettorali a parlare di doppia cospirazione, dei giudici e dei comunisti. Non ci sono più comunisti in circolazione, nemmeno a cercarli col lanternino, eppure per Berlusconi stavano tentando di conquistare il potere". Da un'intervista a The Guardian, 2011

L'UOMO COLTO - "Per me l'uomo colto non è colui che sa quando è nato Napoleone, ma colui che sa dove andare a cercare l'informazione nell'unico momento della sua vita in cui gli serve, e in due minuti". Da "Se tutta la conoscenza è un viaggio giocoso", Stefano Bartezzaghi a colloquio con Umberto Eco, La Repubblica, 1° settembre 2003