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San Diego, stop alla vendita di animali nei negozi per fermare le "puppy mills"

La città californiana ha vietato lʼacquisto di animali domestici nei negozi che si riforniscono dalle "catene di montaggio" di animali, dove gli esemplari vengono tenuti in pessime condizioni

Afp

Importante decisione presa dalla città di San Diego, che ha deciso di vietare la vendita di animali domestici nei negozi a loro dedicati. Lo stop è stato sancito lo scorso martedì dal Consiglio cittadino, che segue così l'esempio di Los Angeles, la metropoli più grande degli Stati Uniti a imporre questa restrizione.

La novità riguarda l'acquisto di cani, gatti e conigli, che d'ora in poi potranno essere prelevati esclusivamente da canili, gruppi di recupero senza scopo di lucro o associazioni che si occupano della salvaguardia di questi animali. Il divieto è stato approvato all'unanimità dal Consiglio e dovrebbe effettivamente entrare in vigore entro 30 giorni, come riporta l'edizione americana dell'Huffington Post.

L'obiettivo è quello di mettere un freno a quelle che negli States sono state ribattezzate "puppy mills", ovvero vere e proprie fabbriche di animali. In queste strutture si "producono" cuccioli in continuazione, di ogni razza, attraverso trattamenti che permettono agli esemplari più grandi di accoppiarsi a ritmi sostenuti, tenuti in condizioni approssimative e di scarsa igiene. I piccoli vengono poi spediti come pacchi postali ai fututi padroni, che forse ne ignorano la reale provenienza. Nel tentativo di fermare questo fenomeno, a San Diego ora i negozi di animali dovranno esporre certificati che comprovino l'origine degli esemplari; contemporaneamente il tentativo è quello di diminuire il numero degli animali presenti nelle strutture di accoglienza, trovando una casa a randagi o cani e gatti abbandonati.