A picco sul mare

Sulla punta del dito della Corsica

Alla scoperta dell'isola dall'anima selvaggia: sulle strade di Cap Corse e nel Deserto delle Agriates

23 Ago 2011 - 15:31
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Jimmy Choo - il re dello stiletto - le ha dedicato un modello di scarpe, Kate Moss con il suo novello sposo rock Jamie Hince l'ha scelta come meta per una luna di miele tutta yacht e champagne, Sarkozy e Carlà adorano la sua parte meridionale e Carolina di Monaco solitamente la gira con il Pacha III, il panfilo di famiglia. Tutti amano la Corsica
Ma ora abbandonate i tacchi a spillo e smettete di sognare tuffi dalla poppa di uno yacht. Prenotate un traghetto a un buon prezzo e partite per l'isola dall'anima selvaggia, dove le carreggiate sono ancora da brivido e il Libeccio si fa strada sul mare. Rigorosamente azzurro.
Sulla punta del dito: Cap Corse
Raggiungete Bastia dalla Liguria o dalla Toscana e proseguite verso nord in direzione Macinaggio per scoprire il “dito” frastagliato, i villaggi abbarbicati e le piccole marine nascoste nelle insenature. 
Dedicate almeno due giorni all'esplorazione di Capo Corso, inoltratevi nelle stradine sterrate di Macinaggio seguendo le indicazioni per il campeggio U Stazzu fino alla Baia di Tamarone, dove vi aspetta una tranquilla spiaggia sabbiosa. Prendete un espresso - altrimenti arriva un caffè lungo americano - in uno dei due chioschi sul mare e all'ora dell'aperitivo assaggiate la birra corsa Pietra, a base di castagne e dal gusto piacevole e originale. 
Per gli amanti della natura c'è il Sentier des douaniers: 3 ore a piedi per andare da Macinaggio a Barcaggio. La passeggiata non presenta grandi difficoltà e offre lo spettacolo di un paesaggio indimenticabile sulle Isole di Finocchiarola e sull'imponente isola di Capraia.
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La spiaggia nera di Nonza
Dopo aver percorso tutto il “dito” lungo una strada panoramica a picco sul mare, prima di arrivare a Saint Florent, fermatevi a Nonza: un piccolo villaggio del Capo, antica piazzaforte medioevale costruita nel 1758 da Pasquale Paoli (patriota nazionale còrso, noto nell'isola come U Babbu di a Patria, il Padre della Patria). Passeggiate nelle viuzze e prendete un panino al chiosco nella piazzetta, accanto alla chiesa, e poi imboccate il sentiero formato da 260 gradini che arriva alla spiaggia nera. Lasciate la vostra scritta con le pietre bianche che si trovano sul bagnasciuga e poi cercatela dall'alto della strada. 
Alla scoperta del deserto... su una quattro ruote
Finito il capo, il percorso che porta al Deserto delle Agriates è immerso nei vigneti di Patrimonio. Se avete un po' di tempo e la vite vi appassiona, concedetevi un incontro con i viticoltori attraverso la route des Vins. Il vino di questa zona – la prima ad aver ottenuto la denominazione di origine controllata – è considerato tra i migliori della Corsica. 
Pernottate a Casta, è una buona base per raggiungere le spiagge del deserto e i paesini limitrofi: all'albergo U Santu Petru il proprietario Francis vi farà divertire raccontandovi le storie dei luoghi più belli dell'isola davanti a piatti tipici, non prima di tradurre il menù scritto in corso. Dalla struttura partono anche le fuoristrada 4x4 che portano alla Spiaggia della Saleccia, un angolo di paradiso di oltre un chilometro che si estende lungo una pineta di pini d'Aleppo del XIX secolo. Per arrivare alla baia il percorso è di circa 40 minuti lungo l'unica strada sterrata nel mezzo del deserto. Un'esperienza da veri Indiana Jones. Gli altri due modi per raggiungerla sono in barca dalla vicina Saint Florent o attraverso il Sentiero dei doganieri. Un consiglio: non addentratevi con la vostra auto nello sterrato, potreste rimetterci le gomme e i semiassi della macchina. Godetevi la spiaggia dal mattino presto fino al pomeriggio e poi, per l'aperitivo, spostatevi nella pittoresca Saint Florent e gustate charcuterie corsa, formaggi di capra e pecora e un buon vino rosso o rosè di Patrimonio. Imperdibile il tramonto dalle mura della cittadelle
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Nel cuore dell'isola: Corte
Dal deserto delle Agriates addentratevi nel cuore della Corsica fino a raggiungere la località che ancora oggi è considerata dagli abitanti dell'isola la vera capitale: Corte.
Un po' Montmartre un po' quartiere latino di Parigi, la cittadina conquista i viaggiatori con il suo centro storico e le sue stradine su ciottolato dominate dalla cittadelle. Appollaiata su un picco a ridosso delle gole e delle montagne della zona, costituiva già un blocco fortificato nell'XI secolo. La costruzione risale al 1419 ed è opera di Vincentello d'Istria, un avventuriero corso messosi al servizio del re d'Aragona. Nei dintorni sono numerose le attrattive che la rendono unica: il profilo dentellato delle guglie di porfido rosso di Popolasca, le gole e i burroni dell'alta valle della Restonica, i dossi accavallati del Bozio immersi in una coltre di castagni e i tranquilli laghi del monte Rotondo. Ascoltate poi il “richiamo della foresta” per un'esperienza a stretto contatto con la natura selvaggia e addentratevi in quella di Vizzavona, una delle più belle della Corsica. A farvi compagnia ci sarà solo una distesa di pini larici e di faggi dai fusti perfettamente rettilinei che superano i 40 metri d'altezza. Molti di loro sono lì da quasi 600 anni, non disturbateli.

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