Reportage

La New York “Breeze”

Un viaggio alla scoperta della Grande Mela

07 Mar 2013 - 14:30
I grattacieli del Financial District nella rete (photo Bergamin) © Tgcom24

I grattacieli del Financial District nella rete (photo Bergamin) © Tgcom24

Sono i giorni della Fashion Week (www.mbfashionweek.com) e la Grande Mela, spruzzata da un “tulle” di neve mette in mostra i suoi gioielli. La strada più glam è decisamente Bond Street nel quartiere di NoLiTa – acronimo di North Little Italy -, dove i palazzi “brownstone” in mattoncini con le scale anti incendio esterne nere in metallo sembrano la scenografia di un poliziesco, quasi fossimo a Chicago.  

Oltre all' United Nude, un negozio di calzature gommate e cromate con i faretti colorati che puntano sui tacchi squarciando il buio (www.unitednude.com), la vera calamita di Bond Street si chiama Circolo (www.circolonyc.com), il nuovo Cenacolo chic di New York: luci soffuse, lunghe tavolozze di legno finto grezzo, tante minuscole nicchie illuminate da candele alle pareti, i piatti della cucina tradizionale toscana rivisitata dallo chef Fabio Scovaventi. In questa atmosfera curatissima e sofisticata, sotto la regia della designer italo americana Ambra Medda, si incontrano modelle, attori, fotografi, registi. Sono loro che vanno a caccia di novità e nuove tendenze della moda proprio a No.LI.ta, lungo Mott Street – ci troviamo tra la brulicante Chinatown e i ristoranti nostalgici di Mulberry Street a Little Italy - piena di piccoli, sorprendenti atelier sartoriali quali Jay&Kos (www.jaykos.com), e che ritrovi sull'ascensore-montacarichi del New Museum al 235 di Bowery, il nuovo “alveare” dell'arte contemporanea diretto da Massimiliano Gioni: colpisce già la facciata, una sorta di torta di alluminio a più strati irregolari che offre simbolicamente una gigantesca rosa rossa ai passanti (www.newmuseum.org). 
Non si può ovviamente mancare una classica visita, utilizzando il New York City Pass (
, il numero di telefono dedicato ai viaggiatori in partenza dall'Italia per New York è
02.87168246)
, al MoMA(
, al Guggenheim (
), al Metropolitan Museum (
) e a godere la bellissima stellata che “piove” letteralmente dal cielo sulle nostre teste accoccolandosi sulle poltroncine del Planetarium dell'American Museum of Natural History (
) cullati dalla voce di Whoopi Goldberg, ma la zona per eccellenza delle gallerie d'arte resta Chelsea – da non perdere Paula Cooper, Yossi Milo e Gagosian -, insieme al Meatpacking District. Negli ex mattatoi e impianti di lavorazione della carne adesso sono stati aperti atelier, laboratori di artisti, ristoranti bio trendy e alberghi cool come lo Standard Hotel sotto il quale passa l'Highline Elevated Park (
, la ferrovia sopraelevata trasformata in una passeggiata nel verde con vista sui grattacieli del New Jersey. Scendendo a piedi sino al Battery Park City e al Financial District, tra gli skyscraper in vetro e acciaio spicca il Conrad Hotel (
, un collettore di arte contemporanea che nella sua immaginifica, immensa hall espone “Loppy Doopy” di Sol LeWitt, un immenso pannello acrilico blu che richiama il fondo marino, insieme a opere di Imi Knoebel, Pat Steir, Mary Heilmann, dipinti di Elizabeth Peyton. Soggiornare qui è piacevole anche per la cucina minimal style del ristorante Atrium, per la sensazione un po' alla “Lost in Translation” circondati però dai colletti bianchi. E poi a pochi metri si è come investiti dall'entusiasmo degli operai che stanno ricostruendo Ground Zero. Un omaggio, quello, alle tremila vittime degli attacchi alle Torri Gemelle che migliaia di persone ogni giorno vengono a  tributare, visitando il Memorial 9/11 composto, in attesa che venga elevata una spirale di nove torri progettate dall'architetto Daniel Libeskind, da due piscine commemorative irrorate da sorgenti di acqua e da un museo (ancora chiuso), e circondate dal verde degli alberi, tra cui quello dei sopravvissuti, la pianta di pere Callery che ha resistito al fuoco (
).
© Tgcom24

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Una facciata brownstone di Brooklyn (photo Bergamin)  

nche la Subway così “gentrificata” è uno spettacolo da... prendere a New York, specialmente il venerdì e il sabato sera quando le brass band si esibiscono dal vivo usando i binari come palcoscenici (specialmente Union Square), per scendere sulla Broadway, a lunghi tratti ora pedonale, e passeggiare sino a Time Square dove gli screen appesi alle facciate dei palazzi proiettano immagini, luci, suoni, e spot pubblicitari “acchiappando” anche i passanti. E bisogna fare una capatina anche dentro Grand Central Station che il 1 febbraio scorso ha festeggiato il suo primo secolo di vita: è la stazione ferroviaria più grande del mondo, ogni anno nel suo atrio e accanto all'orologio incastonato nel vetro Tiffany passano oltre 21 milioni di persone. La stazione centrale dei treni è stato il set di tantissime pellicole da “Intrigo Internazionale” di Hitchcock a “Carlito's Way” di De Palma, da “Men in Black” a “Madagascar”. 
Tra i tanti “Itinerari d'autore” che si possono fare (Lonely Planet ha da poco dato alle stampe una guida apposita firmata da Miles Hyman e Vincent Rea, Edt, €16,50, pag. 176), vi sono quelli nella cinematografica Tribeca, e nel rilassato Greenwich Village magari per ascoltare i saxofonisti che si esibiscono sotto l'arco di Washington Square Park, curiosare nella Biblioteca tutta divanetti e colonne della Facoltà di Biologia e gustare la fusion cuisine al Ristorante Annisa (
in Barrow Street, dove Anita Lo, la chef donna più rinomata della Grande Mela conquista il palato con i suoi piatti che sposano i sapori orientali con gli ingredienti della cucina francese e italiana. «I miei genitori erano cinesi, sono cresciuta con tate ungheresi, ho studiato a Parigi e imparato l'italiano all'Università – racconta mentre i suoi barboncini le scodinzolano intorno, seduta sulla vetrina -, ma solo in questo quartiere così informale e creativo io mi sento a mio agio per sperimentare».
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Un incrocio... fumante (photo Bergamin) 

AIl brunch al Ristorante Maialino (www.maialinonyc.com), all'interno del lussuoso Gramercy Park Hotel, è un altro appuntamento al quale non arrivare in ritardo la domenica mattina se si vuole fare colazione insieme a Drew Barrymore e a Lady Gaga.«Vi avverto, però – premette lo chef Nick Anderer, appena 34 anni ma già una star della cucina della Grande Mela - che senza trucco e travestimento è quasi difficile da riconoscere. Io volevo fare il professore di storia antica, amavo Roma, ci andavo sempre a studiare ogni estate, ma poi più che per i Cesari mi ha travolto la passione per la trippa alla trasteverina e gli spaghetti cacio e pepe. E qui abbiamo riprodotto l'atmosfera delle trattorie della capitale ma ammantandole del fascino glam di New York». Che la Grande Mela sia impazzita per il cibo italiano lo si capisce lasciandosi alle spalle il Flatiron Building a forma di ferro di cavallo e facendosi largo a fatica, tra i clienti di Eataly (www.eataly.com) al 200 sulla 5ª Avenue: nel 2012 ha avuto più visitatori della Statua della Libertà, quasi sette milioni di persone hanno acquistato i prodotti e pranzato nei suoi ristoranti. «In realtà soltanto il 30% del cibo arriva dal Bel Paese, per il resto acquistiamo pesci, carni e formaggi di eccellenza negli Stati Uniti - spiega Adam Saper, uno dei soci, insieme a Joe Bastianich, il giudice “cattivo” di Masterchef e titolare tra i tanti suoi ristoranti dell'ottimo Del Posto (www.delposto.com), dell'imprenditore Oscar Farinetti -, a conquistare un pubblico così vasto è stato il piacere per la cucina sana e naturale che noi vogliamo diffondere in tutto il mondo». Anche la location, comunque, gioca un ruolo decisivo: basta salire al ristorante del roof top, Birreria, e chiedere ai camerieri di aprire il il tetto trasparente in vetro per mangiare funghi... tra l'Empire State Building e la Clock Tower. 
Ovvio che dopo si debba rimettersi nuovamente in cammino, arrivando – New York la conosci soprattutto consumando la suola delle sneacker – sino ai Court Building, gli edifici che ospitano i tribunali, e poi l'imperiosa City Hall, sino a inforcare il Brooklyn Bridge. Oltre l'East River, infatti, adesso si respira un'atmosfera davvero elettrizzante (con l'agenzia Homelidays potete affittare un appartamento a prezzi davvero vantaggiosi,
), raccontata anche dallo scrittore Nathan Englander nei suoi romanzi e racconti pubblicati per i tipi Einaudi. Dai bar polacchi di Williamsburg al letterario Park Slope, dalle gallerie d'arte di Bushwick e Dumbo alla russa Brighton Beach, dai giardini botanici di Prospect Park alla nuova Barclays Arena, al Bam dedicato alla performing art e il Brooklyn Museum, sino alla fattoria sopraelevata di Brooklyn Grange e alla Bedford Stuyvesant resa celebre dai ciak di Spike Lee, si sente proprio la brezza fresca del rinnovamento. Per farsi trasportare dalla New York breeze non servono nemmeno budget strastosferici, sia che vogliate volare qui per un soggiorno linguistico (Esl ne offre molti assai interessanti,
, tel. 02.89058444), sia semplicemente per godere qualche giorno di vacanza. (Aer Lingus propone molti voli a tariffe vantaggiose per New York con partenza da Milano e Roma e scalo a Dublino, gli orari dei voli consentono di abbattere il jet lag e si possono acquistare transfert verso altre città degli Stati Uniti,
)

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